24. Pre-Natale

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Natale arrivò in anticipò quando si divulgò la notizia che la Wayne Enterprises rinunciò alla vendita dei terreni delle case popolari a Gotham e Bruce Wayne, in un altro comunicato dopo quello di quasi una settimana prima, disse che si sarebbe occupato personalmente dei lavori per rendere le case sicure e accoglienti per tutti. Selina Kyle scrisse a Kara per ringraziarla e, con suo immenso stupore, la ringraziò anche Siobhan, poiché quell'articolo fece il giro del mondo. Sia l'articolo accompagnato dalle foto di James Olsen che il comunicato di Bruce Wayne, visto e rivisto anche in web, oltre alla raccolta firme, svegliarono l'opinione pubblica su quanto stava accadendo e lo scandalo era alle porte. Avevano vinto. Anche Bruce Wayne inviò un'email di ringraziamento a Lena; non solo per aver aiutato a divulgare il comunicato, ma anche per l'interessamento nei riguardi della vicenda, al contrario dei tanti che si erano presentati per acquistare i terreni.
In vista delle vacanze natalizie, le strade di National City venivano abbellite di festoni e luci con le forme di grandi fiocchi di neve, i negozi si rimodernavano di rosso e oro e addobbavano le vetrine con finta neve bianca e adesivi di pupazzi di neve o Babbi Natale con i sacchi gonfi, nelle piazze gli alberi diventavano luminosi e i cittadini riempivano i supermercati a ogni ora. E c'era qualcosa nell'aria, Kara lo percepiva: l'aria fresca e pungente di dicembre verso quel periodo iniziava ad assumere un sapore diverso. Ed era bella. La rendeva più solare. O lo sarebbe stata di certo un po' di più se non fosse stato per lo studio e per l'ultima partita prima delle vacanze, che purtroppo avevano perso per un soffio. Si erano battute e avevano giocato fino allo stremo, ma dovevano imparare ad incassare, e proprio quando anche Lillian ed Eliza erano andate a vederla giocare. Alex l'aveva stretta tanto da non volerla lasciar andare, ma Kara non era triste, forse abbattuta, ma sapeva che la squadra aveva dato il meglio. I ragazzi avevano giocato due giorni prima e al contrario avevano vinto, rendendo Mike piuttosto irritante quando si incrociavano nei corridoi. In realtà, Kara era convinta che il giovane Gand tentasse di prendersi una sorta di rivincita nei suoi confronti: sapeva che era impegnata e ogni volta che le chiedeva del suo nuovo ragazzo lei sviava il discorso. Non si stupì di sentirlo chiedere di un ragazzo nonostante sapesse di aver baciato una ragazza dopo la sua prima partita: per lui una relazione con una ragazza, per un'altra ragazza, non era un vero rapporto.
Durante quei giorni, lei e Lena erano riuscite a vedersi poco, ma tanto bastava per baciarsi, tirarsi e riprendersi, stuzzicarsi e lasciarsi segni violacei di passione: forse Kara si era divertita un po' troppo ma fortunatamente era inverno, così Lena riusciva a coprirsi il collo senza problemi e una sciarpetta scura diventò il suo nuovo indumento preferito. Dopo aver parlato con Maggie, una parte di Kara si era convinta che uscire allo scoperto sarebbe stata la cosa migliore, ma ogni volta che ricordava come Alex parlò di una possibile relazione tra lei e Lex e lo strano dialogo tra lei e Lillian in macchina un mese prima, i suoi propositi di parlare a Lena dei suoi dubbi di dirlo a tutti scivolavano via in un C'è ancora tempo, oppure nel Non è il momento. Era appena riuscita a fare pace con Kal, che aveva accettato di lei e Lena seppure ancora contrario alla loro relazione, che pensava sarebbe stato meglio dare a ogni cosa il giusto tempo. Il suo obiettivo, ora, era far conoscere meglio Lena a Kal e anche a James, per questo motivo insieme ad Alex organizzò una festa pre-natalizia in casa Danvers-Luthor, con l'approvazione di Eliza.
Allo stesso tempo, Lena si era vista in segreto con Alex per parlare del loro nuovo piano: mettere la microspia in casa Gand. Alex le aveva inviato per messaggio l'indirizzo e Lena aveva guidato fin lì, decidendo di non farsi accompagnare da Ferdinand per mantenere un profilo basso. Optarono per incontrarsi fuori, di certo però, pensò Lena uscendo dalla macchina una volta arrivata, non si aspettava un locale per donne gay. Non era mai stata da quelle parti e si sistemò per bene la sciarpa, prima di entrare. Le donne all'ingresso la squadrarono e continuarono a tenerla d'occhio anche una volta che si fu allontanata, cercando Alex Danvers.
«Oh, eccoti», le fece la mano dal bancone. «Vieni, prendiamoci un tavolino laggiù».
Era stata una mossa poco velata quella di farla entrare in quel locale: il sospetto di lei e sua sorella minore insieme non riusciva ad abbandonarla, così, sapeva che non era omofoba, ma se fosse riuscita ad inquadrare il suo orientamento sessuale magari si sarebbe data una calmata.
Si sedettero ai lati opposti di un tavolino accanto a una parete e Alex le sorrise soddisfatta, osservando lo sguardo smarrito dell'altra che tentava con disperazione di fingere che non si sentisse almeno un po' a disagio. «Ti dispiace se ti ho fatta venire qui? C'è abbastanza confusione che nessuno baderà a noi». La musica era fin troppo alta, quella sera, in effetti, e il locale aveva il pienone.
«Oh, no, figurati», strinse un poco le labbra, «Qui va benissimo».
Umh, pensò, forse lo disse per non passare per bigotta. Cercò di pensare a cosa dirle per farla parlare, quando si avvicinò la ragazza per le ordinazioni.
«Ehi, Alex», la salutò, vedendo con la coda dell'occhio di essere accompagnata da una nuova ragazza. «Cosa prendete? Come sta Maggie?».
«Maggie sta bene», sorrise, grattandosi il capo. «Non è come pensi, lei è la mia sorella-».
«Aspetta! Lena Luthor?». Alex spalancò gli occhi intanto che Lena alzava la testa e si mostrava alla giovane cameriera formando un flebile sorriso. «Non ci credo! Come stai? Mai avrei pensato di trovarti qui! Ne è passato di tempo... e non mi hai più richiamata! Aspetta... voi vi conoscete?», le indicò e Lena annuì.
«È la mia sorellastra».
La ragazza rise, mettendosi una mano sulla bocca. «Quanto è piccolo il mondo! Davvero da non crederci! Allora, sapete già cosa ordinare?».
Alex restò basita, guardando una e poi l'altra con occhi sgranati. Non poteva crederci. Era... cosa? Disse velocemente che prendeva la solita birra quando si accorse che aspettavano solo lei e poi attese che si allontanasse per fissare ancora Lena Luthor. Cosa. Stava. Succedendo? «Tu e lei... voleva dire?!», indicò anche se ormai era sparita dalla loro vista, continuando a fissare lei, non perdendosi ogni battito di ciglia.
«Sì», rispose con naturalezza, «Non sapevo lavorasse qui».
«Cosa? Come?!», borbottò e Lena la guardò a sua volta, con grandi occhi verdi.
«Ci siamo viste una volta».
«Ah...», spalancò la bocca in un sorriso, ancora incerta.
«O due».
Ma... «Capisco. Perdonami, pensavo fossi eterosessuale», alzò le sopracciglia, in attesa di una sua reazione.
«Non lo sono».

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