Capitolo 12

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Cosa odio di più al mattino? La sveglia assordante delle 7:00. Chiunque l'abbia inventata merita un cazzotto di prima mattina.
Scendo di sotto per fare colazione.
"Buongiorno mamma."
"Buongiorno tesoro." Risponde mentre da un morso al cornetto.
"Ieri non ci sei stata tutto il giorno."
"Avevo quell'evento importante, non potevo non andare."
Prendo una ciambella e vado in camera mia senza dire nulla. D
Sono arrabbiata, delusa, triste. Mi manca passare del tempo con mia madre, ora più che mai.
Finita la ciambella vado in bagno a fare una doccia e mi preparo per le lezioni.

L'ora di matematica stranamente mi sembra un'eternità. Non riesco a stare attenta.
Sento Serena muovermi il braccio.
"Cosa c'è?"
Sono adesso mi rendo conto di essere stata ripresa più volte dall'insegnante.
"Mi scusi... Potrei andare in bagno non mi sento tanto bene."
"Prego."
Mi volto verso Serena mentre l'insegnante riprende la sua lezione.
"Ho bisogno di un po' d'aria non sto veramente male."
"Va bene. Se hai bisogno mandami un messaggio ed esco anch'io."
Esco dalla classe e mi appoggio al muro chiudendo gli occhi.
Non faccio altro che pensare a Chuck, alle sensazioni che ho provato, anche se lui ha detto di aver già dimenticato quello che è successo... D'altronde cosa potevo aspettarmi da uno come lui? Per non parlare di Nate, il suo giocattolino. E oggi sono pure di pessimo umore per le attenzioni mancate di mia madre. Fantastico no?

Decido di passeggiate un po' per il corridoio.
Sento delle urla provenire da un'aula di una quarta.
"Esca immediatamente prima che la mandi dal preside!"
"Vada a farsi fottere!"
Poi qualcuno esce sbattendo la porta.
Mi avvicino per capirne di più.
È Nate furioso.
Sono io quella furiosa con lui ma è stato pure sempre il mio migliore amico perciò mi avvicino cercando di capire cosa fosse successo.

"Nate che succede?"
"Fatti i cazzi tuoi ok?" alza il tono della voce, non l'aveva mai fatto con me.
"Cosa ti ho fatto per meritarmi questa risposta?!"
"Senti, devi lasciarmi in pace ok? Invece di perdere tempo con me va pure dal tuo amico Chuck a strusciarti."
"Che cazzo di problemi hai? Ti ricordo che tu mi hai presa per un giocattolino da sverginare e poi buttare ad un altro! Mi ha raccontato tutto Chuck, e io che pensavo di potermi fidare di te."
"E invece puoi fidarti di uno come Chuck? Scommetto che ieri sera ti ha scopata per bene mentre eri ubriaca fradicia! Vi ho visto mentre siete entrati nello stanzino e poi ti ha portata via. Non ha perso tempo a rubarmi il giocattolino non ancora usato!" Ride.
"Mi fai schifo." Gli tiro un ceffone.
"E per la cronaca non abbiamo fatto sesso. Non oso immaginare invece se fosse successa la stessa cosa con te. Probabilmente a quest'ora non sarei più vergine."
"Ho sbagliato ok?! Non dovevo farti questo. Adesso vattene. Ti credevo più furba invece sei subito caduta nelle braccia di Chuck come tutte le troiette di questa città."
Gli tiro un'altra sberla.
"Tu non hai proprio capito chi è Blair Waldorf. Più tosto, perché ti sei comportato così in classe?."
"Che t'importa?"
"Sei stato il mio migliore amico certo che mi porta."
"E adesso non lo sono più."
"Parlami Nate."
Alza il suo sguardo verso di me.
"Mio padre è stato arrestato. Traffici illegali."
"Quando?"
"Stanotte."
"Mi dispiace Nate..."
"A me no. Se lo meritava."
Mi siedo per terra accanto a lui e poggio la testa sulla sua spalla. Lui poggia la fronte sulla mia.
Lo abbraccio e gli accarezzo il viso asciugando ogni tanto qualche lacrime dalle guance.
"Avevo proprio bisogno di un tuo abbraccio. Credevo non mi avresti più rivolto la parola."
"È quello che volevo fare. Ma un vero amico non ti abbandona nel momento del bisogno. Io ci sono stata e ci sarò sempre Nate Archibald. Ma questo non significa che ti abbia perdonata. Sono troppo delusa."
"Lo so. Magari con il tempo riuscirai a perdonarmi, ho bisogno di te."
Gli sorrido. Guardo l'ora e noto che è già da un bel po'che suono fuori.
"Devo tornare in classe, ci sentiamo Nate." Faccio per alzarmi ma mi prende per mano.
"Grazie Blair." Gli sorrido e torno in classe.

L'ora che segue è infernale. Odio latino e tra poco penso di addormentarmi sul banco.
La professoressa viene chiamata perciò esce dall'aula e ne approfitto per raccontare a Serena del padre di Nate. 
"Mi dispiace un sacco, dev'essere dura per lui. Hai fatto bene a parlargli, ha bisogno di te più che mai."
"Mi fa stare male vederlo così..."
"Cambiando discorso, ieri ho chiamato Dan e dopo aver chiacchierato a lungo mi ha invitata a cena."
"Finalmente! Era ora. Sono felice per te! Mi raccomando, poi voglio tutti i particolari!"
Ridiamo.
La professoressa rientra e io non posso fare altro che sperare che l'ora passi in fretta.

Ti ho aspettataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora