Capitolo 18

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Non ho dormito molto stanotte, le immagini di Nate su di me si facevano sempre vive. Sono rimasta a guardare Chuck e quando dorme è davvero meraviglioso.
"So che mi stai fissando." Sorride.
"Non ho mai visto così tanta bellezza."
Apre gli occhi, si stiracchia e si mette seduto.
"Che ore sono?"
Guardo l'orologio. "Le 6:30"
"Potevo dormire ancora.." sbadiglia.
È così buffo assonnato.
"È meglio se andiamo, se Lily ci scopre vorrà sapere cos'è successo e lo direbbe a mia madre."
Fa un sì con la testa, si mette le scarpe e prende il mio vestito di ieri per darmelo.
"No ti prego, non lo voglio..." Quel vestito mi fa venire in mente troppi ricordi...
Apro la camera seguita da Chuck e, come dei ladri, ci dirigiamo all'uscita in punta di piedi.
Prendiamo un taxi e andiamo all'hotel di Chuck.

Apre la sua suite e mi catapulto sul divano.
"Fa come fossi a casa tua." Rice scherzando.
Lo vedo andare in cucina e ne approfitto per prendere il mio cellulare.
Il mio cuore quasi si blocca alla visione di quel messaggio.
"Nate: Mi dispiace Blair..non sapevo cosa stavo facendo... Ero ubriaco. Ti prego perdonami. Ho bisogno di te.."
Perdonarlo? Ma neanche morta. Quello che mi ha fatto è ingiustificabile.
Butto il cellulare sul divano più nervosa che mai.

Chuck torna con con del caffè.
"Vuoi?"
"No grazie non bevo caffè."
"Cosa preferisci?"
"Non voglio nulla, davvero, grazie lo stesso."
Beve un sorso di caffè senza smettere di guardarmi negli occhi.
"Perché hai cambiato umore?"
"Non ho cambiato umore."
"I tuoi occhi si sono spenti di nuovo, stamattina erano pieni di luce."
Guardo il pavimento. Prendo il cellulare e glielo do facendogli leggere il messaggio.
Si alza di scatto, posa il mio cellulare sul tavolino e prende il suo.
Esce nel terrazzo e lo stento gridare.
"Cosa cazzo hai intenzione di fare?! Vuoi renderle la vita un inferno?! Devi toglierti dalle palle se non vuoi essere denunciato. Giuro che se ti avvicini a lei ti ammazzo con le mie stesse mani. Chiaro?!"
Torna dentro e si siede di nuovo.
"Chuck è il tuo migliore amico, non devi fare così."
"Sei impazzita per caso? Stanotte ti ho detto che provo un istinto di protezione verso te e tu credi che io possa stare accanto alla persona che ti ha fatto questo? Tu non hai capito proprio nulla! Io non ho mai fatto questo per una ragazza." Alza il tono della voce.
"Scusa."
"E ora perché cazzo ti scusi? Sai che c'è? Forse dovrei farmi i cazzi miei, questo non sono io, io sono Chuck Bass e non mi faccio scrupoli a ferire la gente. Vattene e sbrigatela da sola."
Ho le lacrime agli occhi...
"Ma cosa cazzo ti è preso? Che ho fatto?"
"Mi stai cambiando! E non mi piace per niente. Non voglio vederti. Vattene!!"
Corro fuori sommersa dalle lacrime.
Serena aveva ragione. Chuck è uno stronzo e non cambierà mai.
Esco dall'hotel e prendo il primo taxi facendomi portare al parco.

Da bambina venivo sempre qui quando ero triste e mi rilassava molto.
Mi siedo sulla mia panchina preferita e chiudo gli occhi ascoltando il cinguettio degli uccelli.
Starei qui per sempre.

Sento qualcuno avvicinarsi a me e quasi mi prende un colpo per lo spavento.
"Scusami non volevo spaventarti, sono Dan. Tu devi essere Blair."
"Ehm sì."
"Oggi niente scuola?"
"No."
"Ecco non so se Serena ti ha parlato di me..."
"Ooh sì, tu sei quel Dan! È un piacere conoscerti."
"Ahahah, passavo da queste parti e quando ti ho vista ho pensato di chiederti qualche consiglio."
"Dimmi tutto."
"Stasera volevo farle una sorpresa per poi dichiararmi ma non so assolutamente cosa fare."
"A Serena piacciono le sorprese semplici, quelle che vengono dal cuore. Non devi fare per forza qualcosa di sofisticato, lei apprezzerà di più qualcosa di semplice."
"Grazie, mi sei stata di aiuto! Se posso chiedere.. come mai se qui tutta sola?"
"Non mi va di parlarne. È successo tutto così in fretta... Da piccola quando ero giù venivo sempre al parco, perciò eccomi qui."
Sorride. È davvero un bel ragazzo, Serena ha scelto proprio bene.
"Anch'io venivo sempre qui. C'era una bambina che mi piaceva tantissimo. Aveva sempre un cerchietto diverso e dava sempre delle mollichine di pane a delle paperelle."
"Scommetto che una volta finito si metteva sempre su questa panchina." Sorrido.
"Sì, come lo sai?"
"Ahaha quella bambina ero io."
"Cavoli che imbarazzo. Non credevo che un giorno le avrei dichiarato il mio amore ahahah."
Guarda l'orologio.
"Ora devo andare, è stato un piacere conoscerti, spero di rivederti presto."
"Anche per me, ciao."

Sono di nuovo sola, prendo il cellulare e scorro le immagini sulla galleria.
La maggior parte sono quelle con Nate. Eravamo così felici... Perché l'ha fatto?... Perché farmi questo?.

Mi è venuta fame. Meglio andare da Fluffy's Cafe.

Ti ho aspettataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora