Capitolo 28

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Corro su per le scale chiudendomi nella mia camera.
Forse ho sbagliato, forse Chuck non aveva alcun fine stando con me.
Tutta colpa di quello stronzo di Nate che mi mette in testa certe idee.
Mi cambio mettendomi qualcosa di più comodo. Prendo il mio computer e scrivo dei messaggi a Serena raccontandole tutto ma non scrivo più di tanto perché so che è a fare colazione con Dan.
Sento bussare alla porta della camera.
"Signorina Blair è lì?"
"Sì Dorota, che c'è?"
Apro la porta e mi ritrovo Dorota con Nate dietro.
"Vi lascio soli." Dice per poi scendere di sotto.
"Che ci fai qui?"
"Posso entrare?"
Gli faccio spazio ed entra dentro sedendosi sul letto.
"Ti ho vista uscire di corsa dall'hotel piangendo."
"E allora?"
"Cos'hai?"
"Cos'ho? Per colpa tua ho litigato con Chuck."
"Per colpa mia? Che ho fatto?"
"Beh mi hai messo in testa l'idea che per lui sono solo una preda da scopare."
"Beh è così."
Mi avvicino nervosa a lui.
"Tu non dovresti proprio parlare Nate Archibald!"
"Blair ti ho detto che mi dispiace. Non ero io quella sera. Non l'avrei mai fatto."
"Ma è successo. Non puoi semplicemente scusarti. Mi hai fatto troppo male."
"Lo so."
Poggia la fronte sulla mia.
"Blair... Eravamo così felici insieme."
"Ma tu hai rovinato tutto." Sospiro.
Una lacrima cade sul mio viso e Nate la ferma con le labbra dandomi un bacio caldo sulla guancia.
"Cosa c'è tra te e Chuck?"
"Niente. Non c'è nulla."
Sono arrabbiata e triste per la violenza con cui mi ha fatto male.
Ho bisogno di dimenticare tutto per qualche ora. Di sentirmi leggera.
"Che ne dici di dimenticare tutto con un bel po' di alcool?"
"Ahahah stai scherzando vero? Vuoi ubriacarti?"
"Dai Nate. Lo abbiamo fatto tante volte."
Ricordo tutte le serate in cui stavamo da me a guardare qualche film e bevevamo così tanto da non ricordare più nulla e divertirci più che mai
"Si ricordo. Ci divertivamo come matti."
Ridiamo al ricordo di quelle serate.
"Aspettami qui."
Scendo di sotto ed entro nel salotto senza farmi vedere e prendo dal bancone due bottiglie di Wodka liscia.
Corro il più veloce possibile e salgo di sopra in camera.
Apro la porta e la richiudo velocemente con il fiatone.
"Vodka liscia? Sul serio? Due sorsi di questa e tu sei già in coma etilico."
Dice ridendo.
"Ah ah ah divertente Nate."
Prendo la bottiglia e ne bevo un bel po'.
La gola mi brucia e la sensazione è stupenda.
Nate se la ride.
"Prendi anche tu."
Gli porgo la bottiglia e anche lui beve.
Dopo averla quasi finita siamo entrambi quasi ubriachi fradici.
Metto la musica così che Dorota non possa sentire che siamo ubriachi.
Mi alzo e inizio a ballare come una scema con la bottiglia in mano e continuando a bere.
Inizio a cantare e a muovermi in modo sensuale.
Mi piace come mi guarda Nate.
Mi avvicino e mi siedo a cavaccioni su di lui continuando a muovermi.
Non so bene cosa stia facendo. Il mio corpo si muove da solo.
Non ci penso più di tanto. Voglio solo divertirmi.
Le nostre intimità sono a contatto e questa cosa mi fa un po' eccitare.
Inizio a muovermi con le sue mani poggiate sui miei fianchi.
Ride, non so per cosa.
La prima bottiglia è finita.
Mi alzo per poggiarla e prendere l'altra.
Ho un po' di capogiro.
Rido senza alcun motivo.
"Fa caldo qui."
"Anch'io sento caldo."
Mi tolgo la maglietta rimanendo in reggiseno.
"Che fai Blair?" Chiede ridendo.
"Sto morendo di caldo."
"No, Blair fermati. Non lo faresti mai."
Mi blocca le mani prima di poter togliere anche i pantaloni.
Rimango ferma per un secondo. È vero. Non lo farei mai.
Rimetto la maglietta e mi siedo accanto a lui.
"Blair che ti prende?"
Che mi prende? Vorrei saperlo pure io. Come posso star male per uno come Chuck Bass...
"Non so Nate... Questi giorni sono stati strani."
"Cos'è successo?"
"Non so più cosa vuole il mio cuore...
Non so più cosa sia giusto e cosa sbagliato. Non so più di chi fidarmi."
I miei occhi bruciano e cade qualche lacrima sul mio viso."
Mi abbraccia e mi accarezza la testa.
"Blair, io ho bisogno di te... Come anche tu hai bisogno di me."
Forse è vero. Forse ho bisogno del mio caro amico Nate. Ho bisogno di lui più che mai... Ma non riesco a guardarlo con gli stessi occhi di una volta. Non è più il bravo ragazzo di cui mi sono sempre fidata ciecamente. Ho bisogno di lui, sì, ma non cancellerò mai dalla mia testa quel dolore lancinante al ventre, quelle spinte interminabili, quelle urla... No. Mai.
"Blair, dì qualcosa..."
"Ho bisogno di prendere aria. Usciamo?"
Annuisce.

Abbiamo fatto una lunga passeggiata per il parco.
Non ho spiccicato una parola da quando siamo usciti. Un pregio di Nate è che sa stare in silenzio quando serve senza ronzarti attorno.

"Come stai Nate?"
Non si aspettava quella domanda.
"Uhm? Cosa?"
"Come stai? Non ti ho più chiesto nulla su tuo padre."
Rimane in silenzio. Non insisto più di tanto.

Ci sediamo accanto un albero sull'erba.
Questo silenzio è diventato imbarazzante adesso.
Per fortuna lo rompe.
"Sto bene, mi basta non stargli accanto."
Invece no, non sta bene per niente. I suoi occhi parlano da soli.
"L'hai più visto?"
"Si."
"Quando?"
"Poco prima di venire da Chuck stamattina."
"Avete parlato?"
"Parlare? È inutile con lui. Da quando è di nuovo libero è diventato violento. Non lo riconosco più."
Mi avvicino accarezzandogli il viso.
Solo ora noto una ferita nascosta sotto la maglietta.
"Nate."
"Sì?"
"Alza la maglia."
"Perché dovrei? No."
"Nate. Per favore."
Fa come richiesto con la faccia un po' scocciata.
Lividi e graffi su tutto il suo petto e come se non bastasse un taglio profondo sotto un pettorale.
"Cazzo Nate! Non puoi continuare a farti trattare così! Devi andare alla polizia!"
"Non se ne parla. È mio padre. È solo un periodo orribile."
"Ma Nate tu stai.."
"Discorso chiuso Blair."
Sì alza di scatto infuriato.
Mi alzo anch'io avvicinandomi e abbracciandolo.
"Lascia almeno che ti disinfetti la ferita."
Dico con un sussurro.

Al parco c'è un piccolo spazio riservato alle medicazioni. Da piccola mi facevo spesso male e mio padre mi portava lì per medicarmi.. ma meglio non pensare a lui in questo momento.

È una piccola casetta in legno posizionata alla fine del parco, una zona isolata.
Entriamo e lo faccio sedere sul tavolo in legno.
Prendo una cassetta di medicinali dentro uno scatolone e prendo alcool e qualche garza.
Inumidisco la garza con l'alcool e la poggio sulla ferita.
"Ahii!" Impreca.
"Lo so, brucia."
Dopo un po' non si lamenta più e rimane a fissarmi mentre mi prendo cura di lui.
"Non dovresti farlo. Non dovresti neanche essere qui con me per ora."
"Shh. Non dire nulla."
Lo zittisco poggiando la fronte sulla sua.
"Hai ragione Nate. Anch'io ho bisogno di te."sospiro ammettendolo a me stessa.
Mi alza il viso e succede tutto in una frazione di secondi.
Le sue labbra sulle mie. Non mi allontano. Quel bacio sotto sotto lo desideravo.
Ricambio il bacio con foga.
Scende dal tavolo e prendendomi per i fianchi fa sedere me.
Avvicino il mio corpo al suo.
Mi bacia di nuovo. Una mano è sotto la mia maglietta e sta accarezzando la mia schiena.
Non mi irrigidisco al suo tocco. Stavolta mi fido.
Non provo le stesse cose che ho provato quando le mie labbra erano a contatto con quelle di Chuck, ma non mi dispiace.
Le mie mano stringono i suoi capelli e lui mi bacia con più foga.
La sua lingua chiede accesso alla mia bocca e danzano insieme.
Mi toglie la maglietta.
Le sue labbra ora sono sul mio collo.
Mi piace.. però... Non è eccitante come quando lo da Chuck.
Cazzo Chuck... Vattene via dalla mia testa...
Ti odio... Ti odio così tanto...
Cerco di non pensare più a lui e mi lascio andare.

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Cosa ne pensate di questo avvicinamento?
Blair dimenticherà Chuck Bass o il suo cuore sarà ancora più in confusione di prima?
Scopritelo nei prossimi capitoli.❣️

~_Disaster23_~🌺❤️

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