Affittammo infine due pedalò, per suddividerci, siccome sorsero dei problemi quando provammo a richiederne solo uno. Eravamo in troppi.
Ne scegliemmo di conseguenza due di quelli dotati di scivolo, così potevamo divertirci di più.
Da parte mia, mi limitai a seguire Riccardo; era stato lui a volermi con loro, quindi era diventato un mio principale punto di riferimento, fintanto che non conoscevo tanto bene gli altri ragazzi.
Con noi salì Ilaria, che però si spaparanzò sulla seggiolina di plastica abbozzata a fianco dello scivolo blu.
Fummo quindi obbligati, per forza di cose, a prendere i posti di comando.
Gli altri tre ragazzi, nel frattempo, avevano già liberato il loro mezzo dall'ormeggio, e grazie alle possenti spinte di Federico e Mirco, stavano prendendo subito il largo. Riccardo finì di sciogliere il possente nodo che teneva ferma la nostra imbarcazione, e si posizionò subito al mio fianco sinistro, appoggiando immediatamente i piedi sui pedali.
Mi rivolse poi un veloce sguardo complice.
"Non vorrai che quei tre pezzi di merda ci tengano al largo, vero?", mi fece l'occhiolino, scherzoso, mentre Marta ci provocava facendoci un simpatico terzo dito. Il loro pedalò sembrava che stesse planando sull'acqua, dal tanto che era partito a razzo.
"Direi proprio di no", sancii, senza ombra di indugio. Non avrei mai voluto mettermi ai pedali, ma siccome non avevo il coraggio di lamentarmi con Ilaria, che continuava a starsene in silenzio e semidistesa a prendere il sole, alle nostre spalle, preferii tacere e investire tutta la mia forza.
"Guido io", disse il ragazzo a mio fianco, impugnando saldamente il ferretto che fuoriusciva dallo scafo e che permetteva al natante di cambiare direzione, "tu pensa a pedalare...".
Non me lo feci ripetere due volte. Pedalai con vigore, e Riccardo assieme a me, mentre tratteneva sempre in pugno quello che era diventato per noi come un timone.
Ci gettammo sulla scia dell'altro pedalò, ormai nostro rivale, quasi fosse un antico inseguimento navale.
"Non continueranno a lungo; presto Mirco si stancherà, e allora resterà solo Federico a mettercela tutta", sancì con sicurezza il mio nuovo amico, tutto preso da quella sorta di sfida.
Presto i nostri amici giunsero alla boa che sanciva il limite da non superare con il natante, e quindi cominciarono a fiancheggiare l'ipotetica linea. Noi tagliammo e ci dirigemmo immediatamente verso di loro.
In lontananza, il molo sembrava stagliarsi sempre più minaccioso verso di noi, con quella marea di vele multicolori che ondeggiavano a ogni minimo spostamento d'aria.
Come previsto, presto Mirco abbandonò la sua postazione e andò nel retro, parlottando e poi gridando contro Marta, che non aveva affatto intenzione di prendere il suo posto. Quindi, il giovane si gettò a capofitto nell'acqua, con un tuffo quasi acrobatico, e si mosse a grandi bracciate verso di noi, nuotando in modo fluido e costante.
"Ma... cosa...", borbottò Riccardo, notando quella sua mossa, ma non ci fu tempo per provare a pensare ad altro, poiché il ragazzaccio tatuato ben presto fu di fronte al nostro pedalò e ci costrinse a fermare la piccola imbarcazione, prima di finirgli addosso.
Allentammo quindi il ritmo, poi, con il fiatone, provammo a deviarlo. Il giovane in acqua però rise forte, e con un gesto che mi spaventò un po', si aggrappò con entrambe le mani alle basse sponde di acciaio che erano posizionate ai fianchi del nostro mezzo, e si issò immediatamente su di esso.
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Il Principe Azzurro arrivò a Mezzanotte
RomanceIsabella è una ragazza come tante altre, senza alcuna pretesa di troppo dalla vita. Tuttavia, da quando la relazione con il suo ragazzo è entrata in crisi, la felicità ha lasciato spazio alla più profonda tristezza. Quello che non sa è che, a volte...