L'intervento andò bene, fortunatamente.
I medici ci impiegarono circa una mezzoretta abbondante, e quando mia madre fu poi pronta per ricevermi nuovamente la trovai sveglia e ben vigile.
"Ho sofferto un gran male, pensavo di morire. Ma adesso sto molto meglio", mi disse, prontamente, non appena mi vide.
"Meglio così, no?".
Le sorrisi, poi tornai a stringerle le mani, e mi lasciò fare. Ero stata molto in pensiero per lei, non avrei mai accettato che le accadesse qualcosa di male, e a primo impatto mi sembrava sicuro che potessi tirare almeno un mezzo sospiro di sollievo.
"Oh, Isabella! Visto, la mamma sta benone", esordì Piergiorgio, facendo anche lui il suo ingresso nella camera.
"Sì, l'ho notato. Grazie", gli dissi, timidamente.
"E di che? Far stare meglio le persone è il nostro mestiere", affermò, raggiungendomi a fianco del letto su cui era distesa mia madre, e dandomi una dolce e amichevole pacca sul mio braccio destro. Poi, sospirò.
"Sono venuto a sincerarmi della sua situazione, signora Castaldini. Ho supervisionato il lavoro dei miei colleghi, e tutto è andato alla perfezione. Lei accusa dei problemi o un qualche disturbo?", tornò a chiedere il medico, rivolgendosi alla paziente.
"Tutto a posto! Grazie, dottore" rispose mia madre, che continuavo a vedere molto sollevata. Doveva stare davvero molto meglio, siccome fino a prima del piccolo intervento era parsa molto agitata.
"Bene. Ora starà qualche giorno qui con noi, e cercherà di stare serena, poi se tutto continuerà ad andare bene potrà tornare a casa".
"Ho capito".
Piergiorgio si chinò su mia madre e le controllò un attimo quei fili che le partivano dal petto e che in parte erano coperti dalle garze bianche, sicuramente sensori per controllare il battito cardiaco e chissà cos'altro.
"Bene, è tutto a posto", sussurrò sovrappensiero.
"Isa".
Mia madre mi chiamò, e mi costrinse a distogliere la mia attenzione dai movimenti del saggio dottore.
"Puoi tornare a casa. Ci sto da sola", mi disse, e mi ricordai che anche quella mattina dovevo recarmi al lavoro. Ed erano già le otto meno un quarto. Imprecando dentro di me, mi accorsi finalmente che, essendo così sovrappensiero per mia madre, non mi ero neppure ricordata di cercare di contattare la mia datrice di lavoro in tempo per sostituirmi. O, almeno per avvisarla che quel giorno non mi sarei potuta presentare.
"Telefono a Virginia e le dico che oggi non riesco...", riuscii a dire, in piena confusione. Avrei voluto battere la testa contro il muro che avevo di fronte, per chiarirmi le idee.
Mi sentivo così abbattuta, così confusa... forse anche a causa della nottata disagiata e piena di paura che avevo appena trascorso.
"C'è qualche problema, Isabella?".
La voce di Piergiorgio mi ricordò che lui era ancora lì che ci stava ascoltando, chino su mia madre.
"No, niente di che...", mi premurai, tutta concentrata a ricercare il mio cellulare immerso nel caos della mia borsetta.
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Il Principe Azzurro arrivò a Mezzanotte
RomansIsabella è una ragazza come tante altre, senza alcuna pretesa di troppo dalla vita. Tuttavia, da quando la relazione con il suo ragazzo è entrata in crisi, la felicità ha lasciato spazio alla più profonda tristezza. Quello che non sa è che, a volte...