Il mattino successivo mi risvegliai di buon umore. Tra mia madre e George era andato tutto benissimo, avevamo cenato assieme e avevamo avuto modo di trascorrere un po' di tempo assieme.
Mamma aveva conosciuto Kira, la nostra cagnolina, che fino a quel momento non aveva mai visto. Aveva ricevuto molte feste da parte dell'animale e la sua serenità era stata tangibile.
Quella serata rilassante mi aveva calmato un po' dopo un periodo davvero molto teso.
Mia madre poi nel dopo cena era tornata a casa sua ed io e il mio compagno eravamo andati a letto sereni, parlando del più e del meno, persino delle galline. Sapevo che avrei dovuto tornare ad affrontare l'inferno l'indomani mattina, però almeno avevo conosciuto un attimo di tregua.
Non mi sbagliavo, poiché la giornata che mi attendeva fu piena di colpi di scena che ancora ricordo perfettamente.
Giunta a lavoro, Virginia mi accolse con il suo solito bel sorriso. Fu in quel momento, per la prima volta, che feci caso a quel cliente assiduo che spesso si intratteneva volentieri a parlare con lei. Si tratta di un signore di una certa età, dall'apparenza gentile.
Mentre la mia datrice di lavoro stampava scontrini e maneggiava monetine, lui si posizionava lì a fianco alla cassa e non mollava di un centimetro. Idem la signora non sembrava disdegnare tale presenza.
Nei giorni precedenti avevo notato la presenza dell'uomo ma non ci avevo fatto caso, d'altronde capitava seppur di rado che qualche avventore avesse voglia di scambiare due parole con la rigida proprietaria. Ora tuttavia mi sembrava tutto alquanto più strano.
Mentre di tanto in tanto riservavo qualche occhiata incuriosita ai due, lavoravo di buona lena. Per fortuna ero già multitasking.
Alla fine a strapparmi dalle vicissitudini lavorative e dalla mia curiosità fu un'improvvisa apparizione. Un donnone che aveva appena varcato la soglia del locale e che aveva un'aria tremendamente famigliare.
Quasi mi si rovesciò la tazzina di caffè che stavo per servire al primo tavolo.
E quella figura cercava me, ed era... lei.
Irina.
Un momento di vuoto, quello successivo. Ero certa, ormai l'avevo riconosciuta.
Anche lei mi aveva visto e subito si mosse verso di me.
Porsi in fretta la tazzina all'avventore e restai a fissarla mentre si avvicinava.
"Cosa ci fai qui?" sibilai non appena l'ebbi a portata di voce. Ero... non sapevo nemmeno come definirmi... forse sconvolta, sul momento. Presa in contropiede, eppure allo stesso tempo così desiderosa di sfoderare le unghie e di difendermi.
Mi aspettavo che fosse giunta fin lì per attaccarmi. Sapevo che mi avrebbe colpito, ero in attesa del suo affondo, eppure non appena mi fu vicina notai che non mi stava affrontando, anzi, era a testa bassa.
Irina si affrettò a passare un fazzolettone bianco sul suo viso.
"Io dovere parlare" si limitò a dirmi.
"No, a me invece non va affatto" ribadii arrabbiata e con tono perentorio, "sto lavorando, non vedi? Sloggia!".
Al cospetto della mia aggressività da persona ferita, il donnone parve rincassarsi nelle spalle e farsi più piccola.
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Il Principe Azzurro arrivò a Mezzanotte
RomanceIsabella è una ragazza come tante altre, senza alcuna pretesa di troppo dalla vita. Tuttavia, da quando la relazione con il suo ragazzo è entrata in crisi, la felicità ha lasciato spazio alla più profonda tristezza. Quello che non sa è che, a volte...