Jimin osservava attentamente i vestiti che possedeva nell'armadio e realizzò di avere pochissimi abiti eleganti, non che fosse una novità comunque. Dopo svariati minuti a riflettere su come vestirsi, scelse un paio di jeans scuri, i suoi anfibi, una camicia nera e una giacca di pelle.
Si truccò appena, solo un po' di eye-liner sugli occhi e del fondotinta su tutto il viso. Verso le sette e quarantacinque uscì di casa chiudendo la porta alle sue spalle e piazzandosi davanti ad essa con il telefono in mano. Iniziò ad aspettare il moro mentre di tanto in tanto controllava il cellulare.
19.50, Jungkook non era ancora arrivato ma Jimin non se ne curò più di tanto; il loro appuntamento sarebbe stato alle otto.
20.00, Jimin si guardava attorno cercando l'altro con lo sguardo, ma della figura snella e slanciata si Jungkook non c'era traccia.
20.10, forse Jungkook era uno di quelli che arrivavano in ritardo agli appuntamenti per farsi desiderare.
Sì, Jungkook sembrava proprio il tipo che si faceva desiderare.20.20, Jimin controllava in maniera ossessiva il suo cellulare alla ricerca di qualche messaggio da parte del moro, ma nulla.
20.30, iniziò a piovere, ma a Jimin non importava bagnarsi. Per riuscire a scorgere Jungkook uscì dal piccolo vialetto che collegava la porta della sua casa al cancelletto. Rimase lì a guardarsi attorno, perché Jungkook sarebbe arrivato.
20.40, la pioggia si fece sempre più fitta, Jimin sempre più fradicio e Jungkook sempre più in ritardo.
20.50, Jungkook non si presentò all'appuntamento.
Jimin rientrò in casa.
Si sentì usato, un oggetto che sarebbe servito a Jungkook per soddisfare i suoi bisogni da adolescente arrapato.
Le lacrime scesero inevitabilmente sulle sue guance assieme alle gocce della pioggia che ricadevano lungo i suoi capelli biondi e i suoi vestiti.
Senza nemmeno preoccuparsi della possibilità di scivolare, Jimin corse in camera sua, stendendosi sul letto a pancia in giù.I sentimenti che provava erano contrastanti. Da una parte odiava Jungkook, lo detestava. L'aveva solo illuso con i suoi baci e i suoi finti complimenti, mentre il biondo si stava innamorando di lui.
Ed ecco l'altra parte, la parte che Jimin odiava ancora di più di Jungkook stesso, ma anche la parte più vera. Jimin si stava lentamente innamorando di Jungkook, il problema era che si trattava di finzione, tutto un gioco per raggirare Jimin.
Rimase su quel letto a riflettere e a piangere lacrime silenziose per un'infinità, non accorgendosi nemmeno del tempo che passava. Si fece molto tardi, ma Jimin era come incollato sul suo letto, avendo la voglia di alzarsi per cambiarsi gli abiti umidi sotto zero. Ad un tratto il suo cellulare squillò e, con fatica, si sporse verso il comodino per afferrarlo.
Taehyung.
Jimin accettò la chiamata portando il telefono all'orecchio, aspettando che fosse l'altro a rispondere per primo."Jiminie?" chiese Taehyung dopo qualche secondo, non ricevendo alcuna risposta dall'altro.
"Mh." disse Jimin emettendo un suono forzato.
Taehyung capì immediatamente che qualcosa non andava nel suo migliore amico, ma decise di sviare per un secondo l'argomento, cercando di concentrarsi sul vero motivo per il quale l'aveva chiamato.
"C'è ancora Jungkook con te?" a quel nome il biondo rabbrividì e si strinse nella camicia ancora bagnata.
Non riuscendo a parlare di Jungkook, Jimin scoppiò a piangere e a singhiozzare sommessamente.
"Tae..." sussurrò il biondo con voce tremante.
"Jiminie, che succede? Ti ha fatto del male?" domandò Taehyung preoccupato per il suo migliore amico.
L'altro, sentendo quelle parole, pianse ancora più forte.
Era davvero ferito in quel momento e non riusciva assolutamente a parlare di Jungkook."Ho capito, arrivo." disse Taehyung chiudendo la chiamata, correndo verso la casa di Jimin.
Jimin, in quel lasso di tempo, andò in bagno ad asciugarsi e a cambiarsi i vestiti, provando a trovare una soluzione per sentirsi meglio.
Successivamente tornò in camera sua per prendere una coperta calda, e infine scese di sotto ad aspettare il suo migliore amico.Taehyung arrivò dopo circa dieci minuti, suonando al campanello di casa Park. Jimin aprì la porta, invitando Taehyung ad entrare in casa e a togliersi la giacca coperta da piccole gocce d'acqua; il ragazzo non si era nemmeno portato un ombrello ed era corso direttamente dall'altro.
Un'amicizia come la loro era veramente rara da trovare."Jiminie." sussurrò il ragazzo dalla pelle abbronzata entrando, abbracciando forte il biondo.
"Vieni." disse poi prendendolo per mano e trascinandolo sul divano dove giaceva ancora la coperta.
"Dai racconta tutto al tuo Tae." concluse il più alto facendo spuntare un minuscolo sorriso sul viso di Jimin.
"Jungkook ed io dovevamo uscire questa sera, ma lui non si è presentato. Non mi ha scritto nemmeno un messaggio. Mi ero fatto bello per lui e lui non-" Jimin non riuscì ad andare avanti, coprendosi la bocca con le mani per evitare di scoppiare di nuovo a piangere davanti al suo migliore amico.
"Jiminie, ora ti dirò una cosa, ma tu mi devi promettere che non ti farai subito pensieri strani e che mi lascerai finire, d'accordo?"
Jimin, seppure confuso e con una grande tristezza addosso, annuì, aspettando che l'altro iniziasse il discorso.
"Stavo cazzeggiando con il computer quando ad un tratto mi è squillato il telefono. Credevo fossi tu, invece era Hoseok. Con una forza di volontà che non pensavo nemmeno di possedere gli ho risposto e.. penso di aver fatto bene." Taehyung fece una breve pausa controllando l'espressione dell'altro che rimase neutrale, poi continuò.
"Hoseok mi ha detto che Jungkook era uscito di casa per andare all'appuntamento con te ma che non è più tornato. Non so se vivano assieme o meno, ma questo è quello che mi ha riferito lui. Allora ti ho chiamato per sapere se ti avesse detto dove sarebbe andato, ma a quanto pare nemmeno tu lo sai..."
Jimin controllò l'orologio appeso alla parete. Mezzanotte? Era rimasto sul letto a piangere per così tanto?
Poi rifletté sulle parole del suo migliore amico: Jungkook non l'aveva usato, non si era approfittato di lui. Era quasi in procinto di sorridere ma poi si ricordò di una cosa. Era tardi e il moro non aveva fatto ritorno a casa.Cari lettori, vi ricordo che Jimin non aveva idea della situazione familiare di Jungkook. Non sapeva di suo padre, di sua madre, non sapeva proprio niente. Quindi pensò alla prima cosa che gli venne in mente, ovvero che il ragazzo avesse fatto un incidente.
Un'ansia incredibile invase il suo esile corpo e Taehyung lo notò.
"Ehi, Jiminie calmati. Jungkook potrebbe tornare verso le una o al massimo le due, okay? Aspettiamo domani mattina per vedere se si presenta a scuola. Se ciò non accade troviamo una soluzione, va bene?"
Jimin strinse l'altro in un abbraccio cercando di soffocare le paure nell'incavo del suo collo, anche se era consapevole che la notte stessa non avrebbe dormito egualmente, troppo preoccupato a pensare a Jungkook.
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Grazie per la lettura!
Le cose iniziano a farsi interessanti.. Cosa ne pensate dell'intera situazione? Vi piace la storia?Feds🌻
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bumblebee | jikook
Фанфик"Bumblebee" narra la storia di Jimin e Jungkook e della loro cerchia di amici, adolescenti alla ricerca di nuove esperienze, con una grande voglia di vivere e di godersi la vita. Jimin e Jungkook si conoscono alla festa di Halloween della loro scuol...