八 ; otto

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"Jungkookie, questo travestimento ti sta proprio bene, sai."

Una ragazza bionda ossigenata stava cercando di flirtare disperatamente con lui senza ricevere particolari attenzioni. Indossava una minigonna nera di pelle, le calze a rete e una camicetta scollata. Ogni ragazzo l'avrebbe trovata sexy e avrebbe approfittato delle sua avance provando a baciarla o a toccarla, ma Jungkook no.

Il ragazzo non provava niente, lo zero assoluto, anche se in quel momento non sembrava affatto preoccupato da ciò.
Egli era concentrato a fare altro, a guardare altro.

Osservava attentamente ogni movimento di Jimin che ballava al centro della pista. Le sue gambe magre avvolte dai pantaloni di pelle, la camicia che gli scopriva parte del petto lasciando intravedere la pelle bianca, il suo sedere piccolo e sodo.

Jungkook era incantato dalla visione eterea di quel ragazzo che tanto lo affascinava. Nella sua mente c'erano mille e mila immagini poco caste su Jimin e si maledì, perché non avrebbe dovuto avere quei pensieri riguardo ad un ragazzo. Non poté, però, farne a meno. Più lo guardava, più sentiva l'eccitazione salire dentro il suo corpo.

Arrivò ad un punto in cui non riuscì più a trattenersi e, ignorando la bionda che non smetteva di parlargli un secondo, camminò velocemente verso la pista, afferrando la mano di Jimin. Lo portò fuori dalla palestra e lo trascinò nello stanzino del bidello.

Gli prese le braccia e le tenne ferme alla porta per non farlo scappare via.
Non voleva assolutamente rivelare la sua identità a Jimin, anche se avrebbe voluto vederlo in faccia, quindi non accese la luce.

"Non voglio farti del male." gli confessò sinceramente nel buio dello sgabuzzino.

Ed era vero. Jungkook non voleva fargli del male, anzi, era l'ultima cosa che avrebbe voluto in quel momento. Jungkook credeva che se avesse affrontato la cosa si sarebbe finalmente liberato dell'immagine di Jimin che tanto lo tormentava.

"C-cosa vuoi da me?" chiese Jimin con un sussurro appena udibile.

"Shh."

Jungkook in realtà non voleva zittirlo anche perché la sua voce era musica per le sue orecchie, voleva semplicemente tranquillizzarlo. Poi si staccò dalle sue braccia e gli lasciò più spazio non volendo spaventarlo.

A quel punto Jungkook non si tirò nemmeno più indietro. Sapendo che l'altro non avrebbe mai scoperto il suo nome decise di buttarsi e di confessargli tutto.

"Io ti ho visto ballare e non ce l'ho più fatta. Io.."

S'interruppe quando realizzò quello che stava per dire. Era davvero sul punto di parlare in quel modo ad.. un ragazzo?

Fanculo, pensò. Ora o mai più.
Provò ad accarezzargli piano la guancia con la mano per fargli capire le sue intenzioni. Lo sentì rabbrividire sotto al suo tocco e sorrise perché capì di avere un effetto particolare su di lui.

"Io non so cosa mi sia preso, ma da quando ti ho visto non riesco a pensare ad altro se non a te. Mi stai facendo uscire pazzo, Jimin." continuò ad accarezzare la guancia morbida di Jimin godendosi quel contatto.

"Come sai il mio nome?" chiese il biondo, che tremava ancora.

Jungkook si sorprese quando sentì quella domanda. Effettivamente il nome di Jimin l'aveva scoperto grazie a Seokjin una settimana prima della festa. Chiaramente quello Jimin non lo doveva sapere.

La voce di Jimin, intanto, lo lasciava di stucco. Era così leggera, pura, dolce. L'avrebbe ascoltata per sempre.

"Non importa come lo so. E non è importante sapere chi sono io. Voglio solo liberarmi della tua immagine che  ormai infesta i miei pensieri."

bumblebee | jikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora