十九 ; diciannove

3.9K 240 75
                                    

Jungkook era stato portato nel soggiorno della casa in cui era cresciuto, nella costosa villa che suo padre aveva fatto costruire pochi anni prima della sua nascita. Il ragazzo era stato scaraventato sul divano, che era l'unica cosa ancora distinguibile in quella stanza: tutti gli altri mobili erano stati distrutti dall'ira del padre, la tv, il tavolino di cristallo, la credenza.

Jungkook era davvero spaventato. Essendo a conoscenza di quello che il padre aveva fatto alla madre per diversi mesi, era terrorizzato dall'idea di essere picchiato da quell'uomo.

"Adesso te ne stai qui buono. Se provi a muoverti giuro che non uscirai mai più di casa nella tua misera vita." iniziò suo padre con le vene del collo che pulsavano e il viso rosso dalla rabbia.

Jungkook non rispose ma cercò di mantenere il contatto visivo per non mostrarsi debole agli occhi dell'altro.

"Ascolta bene quello che ho da proporti, frocio. Di te non me ne può fregare meno di niente adesso che so che ti piace il cazzo." dopo quest'ultima frase scoppiò a ridere ironicamente e Jungkook rabbrividì.

Quell'uomo che non poteva più chiamare padre era un mostro, un pazzo. Meritava tutti i mali del mondo.

"Ho però bisogno di tua madre. Sai com'è, lei deve soddisfarmi. Cosa che forse tu non puoi nemmeno capire, dato che probabilmente sarai un passivello, mh?" lo provocò il padre schiaffeggiandogli le guance più volte per poi abbassare lo sguardo verso il cavallo dei suoi pantaloni e fare una faccia schifata.

Jungkook cercò di mantenere la calma e di non reagire anche se, per uno come lui, era difficile starsene fermi e subire.

"Quindi ora o mi dici dov'è tua madre o giuro che ti sbatto fuori di casa e ti lascio marcire in strada. Ti dò ventiquattro ore per dirmelo, se non lo farai beh, ti aspetterà la fine dei tuoi giorni. Succhiacazzi." sussurrò quella parola quasi come un ringhio e a pochi centimetri dal viso dell'altro che strinse le mani in due pugni e digrignò i denti trattenendosi.

Jungkook non aveva alcuna intenzione di portare quell'uomo da sua madre, perché le voleva bene nonostante tutto.

Inutile dire che per Jungkook quelle ventiquattro ore furono infernali.

******

Jimin si strinse a Taehyung quando Hoseok comunicò loro che Jungkook non era venuto a scuola e che non l'aveva visto in classe.

"Andiamo a parlare da un'altra parte." disse il migliore amico di Jungkook invitando gli altri due a seguirlo fuori dalla scuola.

Fortunatamente c'era un'ora di assemblea, quindi potevano sgattaiolare fuori dalla classe senza beccarsi una sospensione diretta. 
Hoseok li guidò in un angolo del cortile dove nessuno li avrebbe potuti scoprire, poi iniziò a parlare.

"Dovete sapere che Jungkook non ha una bella situazione in famiglia, ma non chiedetemi di più, non posso spifferare in giro le sue cose private. Ho deciso di ospitare lui e sua madre per una notte, poi si sarebbero trovati una camera d'hotel in cui avrebbero alloggiato per, bah, forse mesi.."

Jimin collegò il tutto e giunse ad una conclusione: ecco perché Jungkook era in condizioni penose, perché era stato costretto a "dormire" fuori casa.
Si sentì subito in colpa per qualche strano motivo, rattristendosi ancora di più quando pensò al fatto che il moro fosse stato obbligato a prenotarsi una misera camera d'hotel in cui abitare.
Avrebbe tanto voluto esserci per Jungkook, mentre stava vivendo quell'orribile situazione.

"Ora io avrei un'idea. Sono sicuro al novantanove percento che Jungkook si trovi nella sua casa, quella vera. Non posso obbligarvi a venire con me però dopo la scuola io-"

bumblebee | jikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora