Il silenzio più totale. Dopo quella frase, il silenzio assoluto riempì la stanza d'hotel, dato che nessuno aveva il coraggio di aprire bocca.
A interrompere questa situazione scomoda fu Jungkook che si diresse verso l'attaccapanni, afferrando la sua giacca di pelle, poi prese il cellulare e le chiavi e se le mise nelle tasche.
"Ragazzi se volete andarvene vi capisco." disse il moro rivolgendosi a Taehyung e Yoongi.
"Amore mio vai a casa." sussurrò poi a Jimin accarezzandogli i capelli biondi.
"N-no Kookie, non ti abbandono adesso. Vengo con te." rispose Jimin appoggiando la mano su quella di Jungkook che lo stava accarezzando.
Il biondo sentiva di poter piangere da un momento all'altro non riuscendo ad immaginare che cosa sarebbe successo a Jungkook se la madre fosse ricaduta nelle grinfie del marito.
"Anche noi veniamo." disse Taehyung con tono serio più che mai, mentre Yoongi annuì deciso.
Jungkook sospirò profondamente e poi fece un cenno con il capo ai tre ragazzi.
"Andiamo allora." constatò Jungkook afferrando la mano di Jimin, guidandolo fuori dall'hotel, seguito da Yoongi e Taehyung.
Per loro fortuna Yoongi era venuto in macchina, quindi non dovevano preoccuparsi di prendere le varie fermate che li avrebbero portati a Seul. La prigione si trovava abbastanza vicina al centro, in una zona non molto trafficata e abbastanza triste, d'altronde non si può di certo definire un carcere il posto più felice del mondo.
Yoongi guidava la sua automobile mentre il navigatore gli dava le giuste indicazioni per arrivare a destinazione. Accanto a lui c'era Jungkook che tremava leggermente; l'ansia e la paura non l'avevano di certo abbandonato. Sui sedili posteriori c'erano quindi Jimin e Taehyung che, se si fossero trovati in una situazione del genere normalmente, avrebbero chiacchierato allegramente tra loro. Peccato che in quella circostanza non volava una mosca nell'automobile.
Parcheggiarono in una via poco distante dalla prigione e camminarono a passo sostenuto verso il grande edificio. Quando si ritrovarono davanti al grande cancello in metallo, Taehyung parlò.
"Ce l'ha il cellulare con sé?" domandò il biondo provando a far ragionare Jungkook.
"No, di solito al lavoro non lo usa mai. Poi l'avrei chiamata già un paio d'ore fa se avessi saputo che poteva rispondermi, no?" rispose in maniera arrogante Jungkook che probabilmente non aveva la minima idea di cosa fare per prendere sua madre.
Taehyung storse il naso ma non disse niente; poteva immaginare come si sentisse il moro ad avere la madre in tale pericolo.
"Kookie, guardami." provò a farlo ragionare Jimin mettendogli le mani sulle guance e spronandolo ad alzare gli occhi.
Il loro contatto visivo riuscì, infatti Jungkook incontrò le iridi di Jimin e Jimin quelle di Jungkook. Fu in quel momento che il biondo notò le lacrime sul viso del suo ragazzo.
Ne vide alcune di secche e altre appena scese, poi gli occhi arrossati come le labbra, il viso pallidissimo e i capelli scompigliati. Era davvero in un pessimo stato.
"Jiminie scusami ma io non ce la faccio." disse con voce flebile il moro scoppiando poi a piangere davanti al suo ragazzo.
Il biondo lo abbracciò forte facendogli sentire la sua presenza e gli accarezzò la schiena con le mani.
"Andrà tutto bene, vedrai Kookie." gli disse mentre Jungkook aveva affondato la testa nell'incavo del suo collo, lasciandosi andare in un pianto disperato.
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bumblebee | jikook
Fiksi Penggemar"Bumblebee" narra la storia di Jimin e Jungkook e della loro cerchia di amici, adolescenti alla ricerca di nuove esperienze, con una grande voglia di vivere e di godersi la vita. Jimin e Jungkook si conoscono alla festa di Halloween della loro scuol...