II

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"L'incompreso"

Entrai a passo cauto nell'aula chiedendo permesso e mi sedetti vicino ad un ragazzo dalla faccia simpatica.

"Ciao"

"Ciao" gli risposi educatamente con un sorriso.

"Io sono Tyler" mi porse la mano. "E tu?"

"Milo"

Annuí. "Prima volta qui?"

"Già"

"Ragazzi, forza, stiamo per iniziare" ci interruppe una ragazza alla mia sinistra.

"Scusatemi" risposi educatamente.

Quando fummo tutti in silenzio, uno di noi iniziò a parlare.

Aveva i capelli un po' ribelli e non molto corti con della barbetta inspida che gli cresceva sulle guance. La prima impressione che mi diede fu quella di essere molto paziente.

Sembrava incredibilmente saggio per la sua età, e anche molto maturo. Lo ascoltai attento.

"Salve a tutti, mi chiamo Andrew Stevens, ma potete chiamarmi Drew. Sono il fondatore.
Benvenuti nel club a chi è nuovo e bentornati a chi era già con noi.
Per i neomembri: vi spiegheró subito come funziona.
Ognuno di noi, quando interpellato, parlerà del motivo per cui è qui, si sfogherà un po' e discuteremo del suo problema insieme. Tutto chiaro?"

Annuimmo.

"Allora... chi vuole cominciare? Zoe?"

La ragazza alla mia sinistra, quella che prima aveva zittito me e Tyler, iniziò a parlare.

Era sicuramente una ragazza particolare. Aveva un naso sottile ma dal profilo importante, anche se sul suo volto non stonava, anzi, le stava bene. Mi incantai a guardare i suoi capelli, però: erano un po' cotonati ed oltre al suo colore castano, che presunsi fosse naturale, c'erano un paio ciocche dai colori più variegati e brillanti. Ne individuai alcune viola e altre blu. Tutto sommato erano molto belli.

La ragazza iniziò a parlare.

"Ciao a tutti, sono Zoe. Ecco... alcuni di voi lo sanno: frequento questo club da un paio di mesi e ne conoscerete anche il motivo, ma..."

"Ripetere serve per accettare" rispose Drew.

Lei fece un bel respiro e poi riprese a parlare: "Due mesi fa ho perso mio nonno materno. Una cosa normale direte, con la vecchiaia è inevitabile perdere un nonno. Beh, sì, ma io ero davvero legata al mio. I miei viaggiano sempre e quindi passo la maggior parte del mio tempo nella casa dei miei nonni. Ora sembra così... vuota senza di lui, e anche mia nonna sta male"

"Grazie mille Zoe. Qualcuno vuole aggiungere qualcosa?"

Decisi di rimanere in silenzio.

Di solito in situazioni nuove preferisco stare zitto e osservare.

Un altro ragazzo alzó la mano.

Aveva lo sguardo serio, accigliato, quasi scontroso. Ma poteva benissimo essere la faccia di chi dalla vita aveva subíto tante batoste e quindi si era rassegnato al pessimismo cosmico. I capelli erano corti, curati, molto lisci e castano ramato. Non potevo definire i suoi occhi scuri. Certo, non erano azzurri, o verdi, ma avevano una sfumatura nocciola molto chiara e l'iride sembrava contenere tante pagliuzze dorate. Il suo abbigliamento era molto indicativo. Aveva una giacca di pelle e dei jeans più o meno stretti. Mi piaceva il suo stile, pensai fosse un tipo tosto.

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