XLI

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"Vacanze di primavera"

La vita da studenti è dura, e su questo non ci piove.

Tutto ciò che si aspetta sono le vacanze.

Si cerca di arrancare andando avanti a stento in attesa di pochi giorni per riposarsi.

Per noi, la tortura venne temporaneamente interrotta dallo spring break, 7 giorni di vacanza, Pasqua compresa.

Finalmente, aggiungerei.

Essere un bravo studente, collezionare A, era stancante.

Il primo giorno di vacanza lo dedicai alla mia ragazza.

Uscimmo a mangiare qualcosa per poi fermarci a casa mia e passare del tempo insieme.

Non feci in tempo ad entrare in camera che Mal mi iniziò a baciare.

Amavo quando faceva così.

Mi piacevano i suoi attacchi a sopresa.

Mi eccitavano da morire.

Entrando in stanza a tentoni arrivammo a sederci sul mio letto.

Io ero completamente andato.

Malika mi faceva letteralmente perdere la testa.

Con un gesto audace si sedette a cavalcioni addosso a me.

Le nostre parti intime si sfioravano, ero sicuro potesse sentire la mia erezione.

Tuttavia aveva deciso di farmi impazzire.

Era una tentatrice, smetteva sul più bello.

Ma io lo accettavo.

Mi ero ripromesso che la nostra prima volta sarebbe dovuta essere speciale.

Fatto sta che a volte non riuscivo proprio a contenermi e arrivavo al limite, costringendola ad allontanarsi necessariamente da me.

Questa era una di quelle volte.

"Aspetta, aspetta" le dissi con voce soffocata staccandomi.

Vidi il suo sorriso furbetto.

In risposta mi diede un altro bacio, poi un altro ancora.

Mi staccai di nuovo.

"Tu mi vuoi male" rincarai la dose.

Lei rise. "Okay, okay, scendo"

Andò a sedersi sulla poltrona, lontana.

Eppure i suoi capelli scompigliati, le sue labbra gonfie, il rossetto sbavato, le davano un'aria così selvaggia che distrarmi appariva impossibile per me.

"Dimmi qualcosa di noioso" le chiesi.

"Noioso? Mmm..." si mise a pensare. "Ieri sono andata con Cam e Clare a fare shopping. Abbiamo visto un jeans bellissimo, sto pensando di prenderlo"

"Sono sicuro che ti starebbe molto bene" le dissi provando a concentrarmi sulla conversazione.

Eppure nulla di lei era noioso per me.

Mi avrebbe potuto raccontare di quando compra il pane, o si fa uno shampoo, o riordina camera e rimarrebbero sempre le cose più interessanti al mondo per me.

Perché è lei a farle.

Mi misi le mani nei capelli e le sfregai.

"Ha funzionato?" mi chiese lei.

Broken Hearts ClubDove le storie prendono vita. Scoprilo ora