XLVI

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"Scelgo me"

"Okay, c'è davvero qualcosa che non va"

Qualche giorno dopo mi trovavo lì al club per chiedere consiglio ai miei amici e, sì, magari anche sfogarmi un po'.

"Spara" disse Zoe.

"Mi sta palesemente evitando, visualizza e non risponde ai miei messaggi..."

Cole fece una faccia dolorante stringendo i denti.

"...qualche giorno fa la vedo nel pomeriggio e prima di correre via mi fa 'dovresti starmi lontano'... mi evita tutti i giorni a scuola e se provo a parlarle mi tratta in modo freddo... non so che le prenda!" continuai.

"Ha mai fatto così?" chiese Ty.

"No, mai!" feci disperato.

"Beh, mi pare ovvio, devi parlarle" disse Zoe.

"Ma mi evita! Come faccio!"

"Trova un modo, mio dio! Ingegnati!"

"Ugh!"

"Dai, suggeriscigli qualcosa, sembra disperato" la pregò Tyler.

"Devo pensare sempre a tutto io? Beh... che so, fermala quando meno se lo aspetta, oppure... chessó, valla a trovare in un posto che frequenta!"

"Ma non frequenta nessun posto a parte-" mi fermai a pensare e mi venne un'idea.

Guardai l'orologio. Sì, era l'ora giusta.

"Ha la faccia di uno che sta per fare un casino" indovinó Cole.

Mi alzai dalla sedia e ruppi il cerchio.

"Grazie mille Zoe, devo andare! Scusate!"

Tutti mi guardarono un po' straniti.

"Aehm... è un inguaribile romantico" mi giustificó il mio migliore amico.

Non attesi un secondo di più e lasciai l'aula.

Non avevo una macchina e il pullman sarebbe passato di lì ad una mezz'ora.

Non potevo aspettare, quindi presi a correre.

Raggiunsi il primo fioraio in zona e le preparai un mazzo di girasoli, pensando si intonassero perfettamente ai suoi colori.

Dopodiché, con i fiori al petto per proteggerli dal vento iniziai a correre verso l'unico luogo in cui avrei avuto la certezza di trovarla: a casa sua.

Lo so, lo so, stavo rischiando grosso.

Se ci fosse stata sua madre sarebbe potuto essere un problema, ma di solito lei mi avvisava tutte le volte in cui doveva venire.

E con il padre cosa avrei fatto?

Boh, che ne so.

Non avevo un piano ben preciso effettivamente, ma cogliendola così alla sprovvista avrei potuto estorcerle qualcosa, magari una spiegazione.

Wow, era così alla sprovvista e mi sentivo sprovvisto anch'io!

Lasciamo stare, non so che mi dicesse il cervello.

Ero solo poco lucido, probabilmente.

Comunque sia in un modo o in un altro raggiunsi casa sua, mi sistemai sul pianerottolo con il mazzo di fiori in mano e suonai il campanello.

"Chi è?" sentii dire attraverso la porta.

La voce era proprio quella di Malika.

"Baba, tum ho?"

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