"Uniti"
Dopo aver preso le chiavi della camera, la tipa della reception ci indicò la strada per arrivare alla nostra stanza.
Io e Malika non ci rivolgevamo parola e i nostri silenzi si facevano sempre più pesanti.
Lei aveva tutta l'aria di qualcuno che avrebbe voluto trovarsi in ogni posto del mondo, fuorché lì.
Andiamo bene.
Che piano geniale il mio, eh?
Dannato me che volevo fare le cose in grande.
Qualche regalo semplice, tipo un ciondolo o un bel libro no, vero?
Certo che no.
Io dovevo farle qualcosa di speciale.
Ad ogni passo portavo avanti questo soliloquio interiore in cui continuavo a maledirmi.
Ancora. E ancora. E ancora.
"Dev'essere questa" disse lei mettendo a confronto il numero sulla chiave con quello sulla porta.
23.
"È la data in cui ci siamo messi insieme..." notó.
"Sì, l'avevo chiesta apposta..." ammisi corrucciato.
Lei inserí la chiave e la giró nella serratura.
Con uno scricchiolio la porta si aprì e Malika si addentró all'avanscoperta della camera.
Era proprio come l'avevo chiesta io.
Le luci erano soffuse. L'unica fonte luminosa proveniva da alcune candele che facevano atmosfera.
Dal soffitto basso pendevano dei palloncini rossi, mentre sul letto spiccava la scritta "Ti Amo" disegnata con petali di rosa (finti ovviamente, avevo comunque un budget ridotto).
Ma la stanza faceva comunque la sua porca figura.
Malika si arrestò per un attimo.
Era rimasta a bocca aperta.
Almeno aveva apprezzato, anche se in parte.
Si sedette sul letto ed io feci lo stesso, pur rispettando il suo spazio vitale.
"Cosa ti inventerai con tuo padre?" provai a spiccicare parola.
Lei mi guardò negli occhi, fece un bel respiro e prese in mano il cellulare.
Dopo aver digitato alcune cifre, avviò una telefonata.
STAI LEGGENDO
Broken Hearts Club
Teen FictionL'amore ha le sue ragioni che la ragione non conosce, e questo Milo lo sa bene. Se ne rende conto quando si ritrova in camera, da solo, con il cuore infranto, ridotto in pezzi dalla sua ormai ex-ragazza. Vuole riconquistarla, deve riaverla, gli manc...