IX

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"Piacevoli visite al convenience store"

Per "mettermi a lavoro" intendevo sul serio... andare a lavoro.

Iniziavo il turno alle 5 p.m. e l'avrei finito verso le 10 p.m.

Non ne avevo davvero bisogno, la mia famiglia non aveva problemi economici, ma mio padre ha detto che è un modo per responsabilizzarmi e io volevo mettere qualcosa da parte ed essere autonomo con i miei guadagni.

Non dovevo sforzarmi molto nel mio lavoro. Solo stare alla cassa e far pagare quei 4-5 clienti che venivano ogni giorno nell'arco di quelle ore. Non c'era molta affluenza.

Preparai il mio borsone ed entrai nel negozio, dando il cambio al mio capo, un signore anziano che non parlava molto.

Mi sedetti ed iniziai ad ascoltare un po' di musica dal momento che non c'era nessuno.

"I'm so tired of love songs,
tired of love songs
Tired of love songs, tired of love
Just wanna go home, wanna go home
Wanna go home, woah
Party, trying my best
to meet somebody
But everybody around me
is falling in love to our song"

Fui distratto dalla porta che si aprì facendo suonare il campanellino al di sopra di essa.

Entrò Malika, con una borsa di stoffa al braccio.

L'entrata era abbastanza lontana dalla cassa, e i vari scaffali mi coprivano.

Potei vederla solo dalle telecamere di sicurezza.

Iniziai ad osservarla.

Non sapevo bene il perché, ma ogni suo movimento sembrava così ipnotico...

Si diresse verso lo scaffale dei dolci e prese delle tavolette al cioccolato bianco.

Andò poi in direzione dei farmaci e prese delle compresse per il mal di gola.

Una spesa ordinaria insomma.

Continuai a fissarla dalle telecamere senza rendermi conto che ormai era davanti a me.

Alzai lo sguardo al suo "Hey Milo"

Sobbalzai facendo cadere il mio telefono per terra.

"Ti ho spaventato? Oh... mi dispiace" aggiró la cassa cercando di aiutarmi e le nostre mani si toccarono.

Lei ritiró subito la sua, ed io recuperai il mio cellulare.

Attimi di tensione, girai lentamente lo schermo...

Spaccato. Cazzo.

Mannaggia a me.

La situazione non era così grave. L'urto aveva colpito solo lo spazio in basso a destra del cellulare, ma era comunque brutto da vedere.

"Magari se ci metti un cerotto si aggiusta..." fece lei.

"Divertente" commentai io. "Allora, devi pagare?"

"Questi" e depositó sulla cassa i suoi acquisti.

"Perfe-" mi fermai.

Solo in quel momento avevo notato un dettaglio di quella ragazza.

Broken Hearts ClubDove le storie prendono vita. Scoprilo ora