XXXV

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"Spring"

Passarono i giorni che sfumarono in settimane, e prima che ce ne accorgessimo arrivò la primavera.

Brutto periodo per me, uno sfigato allergico al polline che sopravvive a questo periodo dell'anno ingerendo antistaminici come se non ci fosse un domani.

Ma lasciamo stare, parliamo di cose importanti.

Malika stava bene, era ritornata a sorridere e il nostro rapporto era ritornato quello di prima. Le ferite che ci avevano diviso lacerando la nostra amicizia si stavano rimarginando.

Lo scimpanzé non si fece più sentire e le uniche offensive che avanzò contro di noi furono degli sguardi di protesta lanciati a mensa o in cortile, ogni qualvolta ci vedesse insieme.

Insomma, andava tutto bene.

Quella mattina mi trovavo a casa da solo.

Decisi di rimanere a letto rintanato tra le mie soffici coperte mentre ascoltavo un po' di musica.

"I wanna follow where she goes
I think about her and she knows it
I wanna let her take control
'Cause everytime
that she gets close, yeah
She pulls me in enough
to keep me guessing
And maybe I should stop
and start confessing
Confessing, yeah
Oh, I've been shaking
I love it when you go crazy
You take all my inhibitions
Baby, there's nothing holding me back
You take me places
that tear up my reputation
Manipulate my decisions
Baby, there's nothing holding me back"

Il telefono vibrò bloccando momentaneamente la musica e facendomi distrarre dalle note di Shawn Mendes.

Malika mi aveva appena scritto. Aprii la chat.

"Hey, per oggi è confermato?"

Nel pomeriggio ci saremmo dovuti vedere per le ripetizioni di francese.

"Yup" risposi.

Mi arrivò questa foto che non poté fare a meno di farmi ridere, e anche molto rumorosamente

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Mi arrivò questa foto che non poté fare a meno di farmi ridere, e anche molto rumorosamente.

Quanto era carina? E quella bocca messa così?

Okay, dovevo smetterla.

"Ci vediamo da te?" le domandai.

"Aehm, no, meglio di no"

"?"

"C'è mia madre a casa"

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