XXX

39 6 0
                                    

"Minneapolis Institute of Art:
l'impatto dell'amore"

"Che cazzo 'sto fischietto!" disse Malika infastidita saltando dal suo sedile.

Non aveva certo ricevuto il migliore dei risvegli, ma quella sua reazione mi divertí fino a farmi ridere.

"Non è divertente" disse mettendo il broncio, per poi abbandonarsi alle risate anche lei. "Okay, forse un po' lo è"

"TUTTI IN PIEDI RAGAZZI, SI SCENDE, SIAMO ARRIVATI!" annunciarono i docenti a gran voce.

Malika sembrava elettrizzata, e finì per contagiare anche me.

Entrati nella galleria d'arte, dopo aver fatto perquisire gli zaini, arrivammo finalmente al cospetto dei quadri.

Ci presentarono la nostra guida, una donna sulla quarantina dal volto simpatico e disponibile.

"Milo, io non voglio seguire la guida" mi sussurró Malika.

"Uhm? Sei pazza? Non possiamo andarcene per conto nostro!"

"Dai, non ci vedrà nessuno!"

"Non capiremo nulla di questi quadri se non ascolteremo la guida!" le feci presente.

"Un'opera d'arte non va spiegata" disse, "va sentita".

Vedendomi ancora scettico, giró il coltello nella piaga.

"Sarò io la tua guida" propose.

Seppur riluttante, acconsentii.

Non appena ci invitarono ad andare avanti verso la seconda sala, Malika mi prese per mano ed insieme tagliammo il percorso fino alla sala 5.

"Cosa c'era nelle altre sale?" chiesi.

"Lo scopriremo dopo. Volevi vedere Monet, no?" disse con sguardo malizioso.

"Aspetta, mi stai dicendo che-"

"Monet è proprio nella prossima sala"

Ora quello elettrizzato ero io.

Avevo sempre sognato di ammirare uno dei suoi quadri, e nel giro di qualche istante avrei realizzato il mio desiderio.

Fui il primo ad entrare nella sala 6, seguito da Malika.

Rimasi a bocca aperta.

Di fronte a me c'era un muro semicircolare sul quale era stata appesa una grande tela curva raffigurante uno stagno con delle ninfee, rappresentato con grandi pennellate pastose e dense e impasti colorati di varie tonalità di verde e di blu. 

Malika assunse la mia stessa espressione e avanzó verso l'opera fino ad esserne distante poco meno di un metro.

Mi avvicinai a lei.

Alcune ciocche ricce le erano cadute di fronte al viso. Sembravano fluttuare ad ogni suo respiro per poi ritornare al loro posto negli attimi di pausa.

La sua bocca era socchiusa, estasiata dalla bellezza del capolavoro che stava contemplando. L'arco di cupido era ben delineato da una matita color malva.

Alcuni punti del suo viso sembravano risplendere: sul naso, sotto le sopracciglia, sugli zigomi.

I suoi occhi erano accattivanti, sempre furbi e vispi, arzilli e svegli.

Erano attenti a tutto ciò che la circondava, ogni dettaglio, ogni movimento.

Le sue ciglia lunghe fendevano l'aria ad ogni battito di palpebra.

Broken Hearts ClubDove le storie prendono vita. Scoprilo ora