CAPITOLO 14

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Appena arriviamo a scuola facciamo il nostro debutto: facciamo finta di essere modelle, tutti ci guardano, ci salutano e ci sorridono.
Tutto troppo bello per essere vero, infatti poco dopo arriva una ragazza bionda, seguita da due ragazze uguali.
Ragazza:« Guarda, guarda. Tu sei nuova, vero? Comunque io sono Johanna, loro sono Kate e Kathrine... tu sei?»
A:«Alice, Alice Menson»
J:«Oh! La figlia di Luoisa Menson! La proprietaria della mega ditta! È un piacere conoscerti»
A:« Anche per me»
Guardo Anne e Susane che si guardano in modo interrogativo.
J:« Spero che ci sarai alle selezioni delle cheerleader, mi farebbe piacere averti in squadra»
A:« Bene, ci sarò»
J:« Ottimo! BYEE» e se ne va seguita dalle 2 gemelle.
A:« Allora, ora confermo le mie teorie: è una stronza.»
Anne e Susane mi guardano incredule.
A:« Non vi ha neanche guardate, preferisco voi a quella troia lì» e le abbraccio. Subito dopo sfortunatamente suona la campanella e Susane si deve dividere da noi.
Così io e Anne andiamo in classe e inizia lezione.
M:« Hey! Alice!»
Oddio, non è possibile.
A:« Ciao FANATICO»
M:« E va bene! Comunque... lui è Michael.» noto il ragazzo alle sue spalle. Devo ammeterlo è un gran fico.
A:« E allora?»
M:« Era solo per farvi fare conoscenza»
In quel preciso istante entra il prof in classe e tutti ci mettiamo a posto.
Dopo mezz'ora sentiamo l'allarme antincendio.
Prof:« tranquilli, sarà solo una prova» ci rassicura il professore.
Andiamo tutti ordinatamente verso l'uscita, ma quando siamo là lo vedo: è Austin.
E dietro di lui ci sono un sacco di rose sparse e ha in mano 2 pizze e il mio drink preferito di starbucks.
Inoltre noto solo dopo che dietro di noi c'è uno striscione con scritto"SCUSA, SONO UN'IDIOTA"
Poi il silenzio viene interrotto dalla sua voce.
Au:« HEY! So che non sapete chi sono, o meglio non lo sapevate fino a ora. Mi chiamo Austin, Austin Redpol. Vengo direttamente da New York, con buone intenzioni.
Qui, intorno a voi, c'è una persona, che è importantissima per me, ma per colpa della mia stupidità, l'ho persa. Voglio che questa persona, mi perdoni e che ritorni tutto come prima. Questa persona sei tu, Alice»
Tutti mi fissano. Oddio che imbarazzo!! Mi avvicino a lui.
A:« Ammetti di essere stato uno stronzo?»
Au:« si, ma voglio farmi perdonare. Perché mi piaci, perché ti amo, Alice»
A:« Calma la sdolcinità e dimmi una ragione per cui dovrei perdonarti»
Non mi sono scordata di ciò che mi ha fatto.
Au:« mi manchi, e in più... Ho chiuso con Antonie»
A:« Perché ci hai chiuso? È stata lei a mollarti o tu?»
Au:« lei... ma»
A:« ah, ecco mi pareva strano. Tu che torni strisciando, perché Antonie ti ha mollato e per CHI?»
Au:« Beh... Antonie innanzitutto teneva a te, ma amava anche Karl» questo si che fa male.
A:« Infatti, lo sapevo. Tu ora non hai più nessuno e torni strisciando. Ma ritirati va» e così dicendo rientro nella scuola senza farlo finire di parlare.
Mi nascondo nello sgabuzzino dei bidelli e mi siedo a piangere. Austin è uno stronzo. Nient'altro che un lurido cane.
Vengo interrotta dal mio piagnisteo da qualcuno che bussa alla porta. Mi ricompongo.
A:« chi è?»
M:« Sono io, il FANATICO.»
A:« non entrare»
M:«invece sì» e così apre la porta.
M:« è uno stronzo.»
Restiamo lì, seduti a non parlare per alcuni minuti.
M:« posso chiederti perché lo hai rispinto?»
A:« Perché è uno stronzo...»
M:«non perché ti sei innamorata di qualcun'altro?»
A:« no»
M:« ah»
Mentre lo dice si avvicina e mi sfiora le labbra con le sue.
A:« Matteo... non voglio ricominciare una relazione... lasciami tempo, e poi ci conosciamo da meno di un giorno»
Lui si stacca.
M:« scusa hai ragione... però promettimi che dirai la stessa cosa agli altri»
A:« agli altri chi?»
M:« ai miei amici»
A:« i "fanatici 5?»
Lui annuisce.
A:« te lo prometto»
Mi guarda sorridendo. Non credo di amare Matteo, ma non ne sono ancora sicura.

TU SEI LA MIA BAMBINADove le storie prendono vita. Scoprilo ora