"Colpa del passato"

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FLASHBACK
"Che stai facendo?!"
"No, aspetta non è come sembra"
"Scuse solo scuse, ma la verità è che sei un bastardo" gli tira una schiaffo
"Per favore perdonami"
"Come puoi pensare che ti perdoni? Ti ho trovato a letto con un'altra capisci quello che intendo si?"
"Lo so ho sbagliato sono stato cretino ma credimi non ho amato nessuno come amo te"
"Sei solo patetico caro mio, io a te non ti voglio più vedere" detto questo va via

FINE FLASHBACK
E anche per oggi basta, mi sono distrutta abbastanza.
Infilo le cuffiette e faccio partire la playlist, la musica non so come ma mi capisce sempre.
Ogni volta che penso a quello che mi ha fatto Andrew faccio cose di cui poi mi pento ma poi puntualmente le rifaccio.
Non pensate non piango mica, non posso piangere per qualcuno che, come si è visto, non ci ha mai tenuto a me.
Comunque mi chiamo Rose Tiller ho diciotto anni, i capelli neri e gli occhi di un blu scuro e faccio ancora il terzo. Sono stata bocciata dato che lo studio non fa per me.
Non vado d'accordo né con me stessa né con gli altri. Amo stare da sola, o meglio sola con la musica l'unica che non mi tradirebbe a differenza di quello stupido di Andrew. Ma d'altronde me lo dovevo immaginare, lui è uno dei più fighi della scuola mentre io sono la ragazza di cui tutti hanno paura. Mi sono solo illusa che qualcuno potesse innamorarsi di me, ho sbagliato tutto e ora mi ritrovo a soffrire. La mia vita è solo una serie di delusioni, con la mia famiglia non vado più d'accordo però con gli altri per niente. Ho solo il mio migliore amico Julian. Neanche di lui mi fido ciecamente ma lo conosco da quando sono nata quindi è strano ma non riesco più a fidarmi di nessuno dopo quello che mi hanno fatto tutti e non solo Andrew.
"Ehi Ros" richiamò la mia attenzione Julian
"Dimmi" risposi fredda, infondo così mi faccio vedere dagli altri ma in realtà sono fragile
"Non fare la scorbutica con me, io so come sei"
"Si, ma ora entriamo" dico anche se a prima non entro che ho l'interrogazione di chimica e non ho studiato nulla, mi voglio risparmiare un altro due
"Va bene ci vediamo all'uscita"
Magari facesse la mia stessa classe, lui fa il quinto, non è stato bocciato come la sottoscritta.
-
-
Sono le nove e mezza, il docente di chimica se ne sarà andato da un pezzo, ho scampato un altro due, quindi posso entrare in classe ci sarà sicuro quell'altro.
Come mio solito neanche busso, entro direttamente senza degnare uno sguardo di saluto al prof e mi siedo al mio banco.
"Buongiorno signorina, mostri un po' di educazione almeno al nostro ospite" dice il prof
"Non si preoccupi è tutto apposto" risponde una voce a me sconosciuta
"No, io pretendo che la saluti, non ci si comporta così" insiste sempre il prof
"Ma che mi frega di questo, non so nemmeno chi sia" finalmente parlo anche se un po' brusca.
D'un tratto vedo tutti gli occhi dei miei compagni puntati addosso, ho solo risposto male a sto coso qua, che hanno?
"Lo sai che è Ultimo,vero?" mi rivela la mia compagna di banco Laila
"Chi?"
"Lasciamo stare va"
"Per questa volta chiudo un occhio per il suo comportamento ma non si ripeta più" si intromette ancora Donatis, il docente.
Non rispondo, accascio la testa sul banco e senza accorgermene mi addormento.
"Signorina Rose si vuol svegliare"
Sento una voce che urla ma non mi interessa e la evito.
"Si svegli, non lo ripeterò più"
"Che minchia vuole?" bene, mi ha fatto svegliare pure con la luna storta
"Vada subito in presidenza" mi ordina Donatis
"Ci sono abituata ormai"
Mi alzo in malo modo e vado dalla preside, indovinate un po' entro come faccio sempre e mi ritrovo quello che stava in classe prima a parlarle.
"Ma si entra in questo modo?"
"Bhe direi" rispondo ovvia
"Che cosa ha combinato ora?" mi chiede Ileana, la dirigente, al culmine della pazienza
"Si è solo addormentata,mentre spiegavo che verrò qui il pomeriggio due volte a settimana ad insegnare canto"si intromette il moro, già non l'ho sopporto
"Ti devi sempre far riconoscere mia cara"
"Certo"
"Che cosa vuoi fare, partecipi?" cambia discorso il nuovo "insegnante"
"A sta merda..."
"Attenta a come parli" mi rimprovera la donna sui cinquanta, classica bionda con qualche capello bianco e occhi azzurri, seduta sulla sedia davanti alla cattedra.
"Non mi va di fare sta cavolata, so pure stonata tra l'altro" cerco di rispondere educatamente cosa non da me
"Va bene" termina la nostra conversazione colui di cui non so il nome
"Preside me ne vado" e così faccio sbattendo la porta.
La sento sbraitare ma non mi interessa perché ormai si è abituata al mio comportamento.
Prendo una sigaretta me l'ha accendo e vado verso casa.
Quel ragazzetto comunque non è niente male, ha degli occhi nocciola bellissimi e quel sorrisetto sotto sotto è pure carino.
Aspetta ma perché penso a uno che nemmeno sapevo fosse un cantante tra l'altro pure famoso?
Bha.
-
-
"Allora come è andata oggi" mi domanda Julian all'uscita da scuola
"Sono andata per la terza volta in due giorni in presidenza, che bello!"
"Mi raccomando fatti boccia per l'ennesima volta"
"Se vuoi ci provo" scherzo sorridendo
"Oh mio Dio allora ce l'hai i denti, stai sorridendo"
"Che simpaticone" gli do una pacca sulla spalla
"Dai sali in macchina che ti accompagno a casa" non me lo faccio ripetere due volte.
"Oggi da noi è venuto Ultimo,da te?"
"Si"
"Farai quel corso?"
"No"
"Sai meglio di me di avere delle potenzialità, vai e fai vedere chi sei"
"Non mi va"
"Ma"
"Niente ma...questa è la mia decisione, chiuso il discorso" lo interrompo all'istante
"Ok" e entra in macchina
Durante il tragitto nessuno dei due ha parlato c'era solo la radio accesa. Arrivata a casa entro e come al solito non ce nessuno, so che sono a lavoro per me e per la famiglia in generale ma comunque vederli un po' più spesso a casa mi farebbe piacere.
Salgo in camera senza nemmeno pranzare e vado a dormire.
Un ticchettio alla porta mi fa svegliare, accendo il telefono e vedo che sono le otto sicuro sarà mamma per dirmi che è ora di cena.
Mi alzo svogliatamente e vado ad aprire.
"Che vuoi"
"Ciao anche a te, comunque devi scendere ci sono i nonni e stanno tutti aspettando te per la cena"
"Non ho fame"
"Almeno vai a salutare"
"Tanto non frega un cazzo a nessuno di me quindi" non faccio in tempo a finire la frase che mi arriva uno schiaffo in pieno viso
"Modera i termini con me signorina e non fare la vittima" dice fredda
"Esci" rispondo al limite della pazienza
"No, devi scendere"
"Vattene" marco lettera per lettera
"Puoi ascoltarmi per una buona volta?"
"tu puoi evitare di rompermi i coglioni sempre?" domando vedendo le lacrime apparire sul volto di quella che dovrebbe essere mia madre
"Va bene ho capito, vado via" e si avvia fuori
"Finalmente" dico prima che la sua figura scompaia dalla mia vista.
Tengo molto a loro, anche se non sembra, però dopo quello che mi hanno fatto sto cercando di distaccarmi sempre di più, piano piano.
Prima che iniziassi a tagliarmi mi drogavo, stavo in un girone di persone pessimo.
Julian lo scoprì e lo disse ai miei.
Essi invece di aiutarmi mi hanno lasciato sola perché secondo loro dovevo vedermela da sola così casomai imparavo a non fare più cazzate del genere.
È solo grazie a Julian se oggi ho smesso con quella roba, mi vuole un gran bene di più di quello che gliene voglio io.
Ha sempre avuto un debole per me ma a me lui non piace.
Comunque però abbiamo messo le cose in chiaro e siamo solo migliori amici.
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7:45
"Oh sta sveglia" accendo il telefono per vedere l'ora
"Oddio non ci credo è tardissimo" mi alzo di scatto dal letto prendo un jens nero strappato e la felpa delle scuola sempre nera e vado in bagno a cambiarmi, lavarmi e darmi una truccata leggera.
Stranamente oggi non mi sono vestita scollata.
Scendo di sotto i miei non ci saranno per una settimana per lavoro e mi tocca badare a mio fratello più piccolo.
Si chiama Logan ha dieci anni,occhi verdi e capelli neri come la notte.
È sabato e quindi non deve andare a scuola, fortunato lui, lo lascio dormire e esco di casa.
Ormai ci siamo abituati a stare tutto sto tempo lontani da loro.
"Grazie fortuna, sei sempre dalla mia parte" metto il cappuccio e mi copro la testa dalla pioggia.
Qualcuno suona il clacson mi giro e vedo lui che accosta e apre lo sportello.
"Ehi, entra" dice
"Sicuro?"
"Si si ti do un passaggio a scuola tanto devo andare anche io per firmare per le lezioni di canto"
«Ok»
Accosta la macchina davanti l'entrata della scuola, apro lo sportello per scendere ma mi afferra il polso e mi gira di scatto, riesco a sentire il suo respiro caldo su di me e mi perdo nei suoi occhi nocciola.
"Non si ringrazia" mi sussurra nell'orecchio
"No"
"Tieni" mi da un foglio per firmare le lezioni di canto
"Ti ho detto che non vengo"
"Pensaci un altro po' su dai"
"Nooooooo" urlo e gli restituisco il foglio andandomene.
"Ti convincerò"
Sento dire da lui prima di varcare la porta d'entrata della scuola.

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Ciao a tutti! Io sono Lara e questo è il mio primo "libro",non sono una scrittrice quindi non sono bravissima e sicuro ci saranno errori grammaticali ma capitemi faccio solo il primo superiore e non so scrivere benissimo.
Spero vi piaccia e se è così votate per favore.

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