"Sto tornando, aspettatemi"

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Pov's Rose
Torno a casa più triste del solito ma almeno ho capito molte cose.
Voglio impegnarmi nel migliorare ma la prima cosa che voglio fare è seguire il mio sogno cioè diventate una centaura vera e propria facendo corse e rischiando la vita.
Tutti pensano che le due ruote sono troppo pericolose e quindi cosa fanno non ti comprano la moto.
Molta gente la vuole solo perché è bella e vuole fa il fighetto o la fighetta ma io la voglio perché ne ho bisogno.
Nessuno ha mai capito questa mia necessità.
Tutti pensavano fosse solo una cosa passeggera ma non è così.
La gente non mi capisce e non è una novità.
Voglio fare le cose per bene, niente corse clandestine.
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Arrivo a casa in fretta e furia, voglio parlare al più presto con i miei.
Starò attenta, non gli prometto che non mi succederà mai niente però come gli dico sempre "Se morirò non piangete pensate che in quel momento ridevo ed ero felice" come se questa frase potrà mai allontanarli da dolore che proverebbero perdendo una figlia.
"Mamma" dico appena varcata l'entrata
"Finalmente ma dov'eri?" mi chiede preoccupata
"Ho fatto una passeggiata riflettendo su alcune cose che vi dirò ora, vi aspetto in sala a entrambi" le rispondo facendogli capire che deve esserci pure papà.
"Anche noi abbiamo qualcosa da dirti in realtà" fa papà appena si siedono sul divano
"Iniziate voi"
"No, vai tu"
"Voglio incominciare a fare le gare di moto ma non clandestine, insomma voglio entrare in un gruppo di centauri facendo le cose per bene. Non infrangete il mio sogno perché se mi dite di no poi farò tutto di nascosto perché ora mi sono stufata di non fare ciò che amo"
"A tal proposito la tua ducati"  fa mamma bloccandosi un attimo "L'abbiamo venduta"
Una fitta al cuore.
Non credo alle mie orecchie, a quello che ho sentito.
Ci ho messo anni prima di poter comprare quel bel gioiellino e ora l'hanno venduta e in più mi avevano anche promesso che non l'avrebbero toccata.
"Cosa avete fatto?" urlo
"Sai che siamo contrari a le moto"
"Quindi niente non me ne comprerete un'altra?" domando sapendo già la risposta
"No, ma lo facciamo per il tuo bene" dice mamma prendendomi la mano che io subito allontano
"Allora sapete una cosa io non farò più niente di quello che mi avete chiesto, non mi aprirò più con voi, scordatevi le sedute dalla psicologa e con il fumo bhe chissà cosa succederà e le lamette stessa cosa.
Voi siete ricchi sfondati e fate solo quel che volete voi, quello che amo non me lo fate fare mai, quindi fanculo" mi alzo e me ne vado in camera sbattendo la porta.
Mi cambio mettendomi un leggins nero con sopra una maglia a maniche corte nera raffigurante una rosa rossa.
Mi trucco con mascara, matita e rossetto rosso che si abbina alla rosa metto le mie amate puma e scendo.
"Ditemi a chi avete dato la mia fottuta moto"
"Perché?"
"Rispondete alla mia domanda con una risposta non con un'altra domanda"
"Ormai l'abbiamo venduta"
"Ditemi a ch l'avete data" ripeto
"Torna in te"
"Ci sono tornata non lo vedi" e me ne vado.
L'hanno fatta grossa ora.
Le lacrime rischiano di uscire ma non glielo permetto.
Non so dove andare ma non mi interessa.
Continuo a camminare quando vedo un tabaccaio entro e prendo le mie solite sigarette.
Ne metto una in bocca e inizio a fumare, mi era mancato il fumo.
Il mio primo tiro fu a quindici anni e mi piacque ma allora decisi di non iniziare a fumare ma poi stando male iniziai a sfogarmi con ciò.
So benissimo che il fumo non è un mezzo di sfogo ma a me aiuta e tanto.
Hanno venduto la mia moto non posso crederci, ancora incredula mi siedo su una panchina e chiamo Lukas.
"Ehy da quanto tempo"
"Possiamo parlare?" dico sicura che stia facendo cose non proprio appropriate
"In realtà no sono impegnato e ho dovuto interrompere proprio quando stava per iniziare..."
"Ho capito" e lo blocco non permettendogli di andare avanti con la sua storia
"Ma che mi devi dire angel?"
"Sai che odio quando mi chiami così"
"Dai cos'è che mi devi dire?" mi chiede nuovamente
"I mie hanno venduto la moto"
"Stai scherzando?"
"Magari"
"Vedo se posso procurartela un'altra"
"Grazie"
"Però non posso di certo spedirtela la"
"Tranquillo troveremo un modo e fatemi spazio che sto tornando"
"Perfetto"
"Ora ti lascio fare quel che stavi facendo" lo saluto.
Riattacchiamo e giurerei di aver sentito una risata in sottofondo, quella di Andrew.
Ho in mente di riprendere in mano la mia vecchia vita perché ora mi sono letteralmente stufata di soffrire.
Stavo facendo ogni cosa per bene, stavo tornando quella brava e gentile di tanto tempo fa ma penso che ormai non faccia più parte di me.
La vera Rose è quella da una botta e via, tossica e cattiva non quella fidanzata e dolce.
Subito dopo chiamo Ethan e gli chiedo di incontrarci, ormai è da giorni che vive con noi ma quando riprenderanno le lezioni all'università se ne deve andare e io lo seguirò.
"Non mi aspettavo che volessi uscire con me" mi fa appena ci vediamo
"Voglio solo chiederti se posso venire a abitare con te"
"Cosa?"
"Nel tuo appartamento"
"Ma è a Los Angeles"
"Voglio tornare nella mia città natale"
"I tuoi lo sanno?"
"Non mi frega di quello che rispondono, voglio tornare li"
"Per me non ce problema"
"Va benissimo" e ci salutiamo
Sto tornando, aspettatemi.
Quella di cui tutti hanno paura, quella acida, menefreghista e stronza è alle porte.

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Ciao raga.
Se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina e niente vi voglio bene.
A me la storia fa sempre più schifo quindi fatemi sapere se a voi piace.
Comunque inizierò a scrivere i titoli a ogni capitolo e ai capitoli già scritti vedrò che titolo mettere con il tempo.
Vi lascio una foto di quella che è Rose secondo la mia immaginazione:

Vi lascio una foto di quella che è Rose secondo la mia immaginazione:

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