capitolo 12

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Riapro gli occhi con il suono odioso della sveglia, mi guardo intorno e noto di essere in intimo, prima di addormentarmi mi sono coperta con delle stupide coperte, mi alzo e metto un paio di jeans e una felpa. Prendo le cuffie e lego i capelli in una mezza coda scombinata, metto il cappuccio della felpa e mi guardo allo specchio, ho gli occhi gonfi e rossi per il pianto durato una notte intera con le poche ore di sonno, sono digiuna e il rischio di svenire è sempre più alto ma di mangiare la mia voglia è sempre più bassa.

Metto lo zaino sulle spalle e le cuffie alle orecchie, scendo le scale e prendo lo skate, esco velocemente e inizio ad andare verso scuola, secondo giorno di libertà passato schiacciata sotto un masso gigante che chiamano delusione...

Arrivo lì davanti con qualche minuto di ritardo dal suono della campana, me ne frego, oggi non guardo in faccia nessuno, vedo il gruppo di James infondo e noto che i miei tre amici si avvicinano a me, ma neanche li guardo, entro andando sempre dritto.

Non meritano un'amica come me, gli causerei solo guai e problemi. Non meritano me.

Arrivo in classe e stringo il mio zaino, tengo le cuffie con la musica e mi poggio sul banco, mi addormento coprendo la mia faccia dentro il cappuccio enorme della felpa.

Sento qualcuno scuotermi e sbuffo "Cosa diavolo vuoi?" urlo e apro gli occhi, noto la mia prof restare a bocca aperta alla mia domanda. Oggi potrei anche ucciderla.

"Signorina, esca subito e impari un po' di educazione! Sappiamo che sei cresciuta sola ma questo non ti dà il diritto d..."

"Lei non sa un bel niente, inizi a farsi i cazzi suoi che forse ai 60 ci arriva visto che è già vecchia ai 40!" urlo alzandomi dal mio posto, vedo tutti girarsi a guardarmi a bocca aperta e prendo il mio zaino.

"Signorina! Informerò subito il preside dei suoi comportamenti! Vedremo cosa ne dirà suo padre!" urla e io esco dalla classe alzandole il medio.

Butto lo zaino all'angolo del corridoio e mi siedo al suo fianco.

Mio padre mi ucciderà ma a questo punto mi fa solo piacere, tanto arriva fra una settimana, ho una settimana per vivere...

Cosa dovrei fare?

Prendo le cuffiette e le rimetto visto che quella strega spregevole me le ha strappate di dosso, afferro la matita e inizio a scarabocchiare un foglio bianco, diventa un foglio nero, sono dei rami intrecciati con un unico spazio vuoto al centro.

"Death" scrivo ricalcandolo più volte.

Prendo un altro foglio bianco è disegno il viso di Caschetto, solo che quando prima era disegnato sempre come un angelo, ora è disegnato in versione demone, scura sulla maggior parte del viso, via al prossimo, mani, tante mani e un braccio al centro che cerca di uscire, ma le mani lo tirano in giù, lo tirano, lo continuano a tirare senza sosta.

Me...

Alzo il viso e mi ritrovo James che guarda i miei disegni, glieli sfilo e li metto nello zaino ma lui ne trattiene uno.

"Ti vedi così?" mormora con gli occhi lucidi mentre mi mostra il disegno che tiene in mano, c'è il mio viso, coperto di sangue con il male nei occhi totalmente neri.

Glielo strappo dalle mani e lo metto fra gli altri mentre mi alzo togliendo le cuffiette.

"Cosa ti ho fatto Jenny? Che ti ho fatto per meritare il tuo silenzio?" mormora mettendosi davanti a me.

Le mie lacrime arrivano ai occhi e resto a guardarlo, nulla James, ma se continui a starmi accanto ti farai male.

La campana suona e centinaia di persone compaiono al nostro fianco, dirette all'uscita, mi allontano da lui andando verso l'uscita come tutti gli altri.

ᵀʰᵉ ᴮᵒʸ ᴴᵉˡᵐᵉᵗ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora