Resto l'intero viaggio seduta sul sedile accanto quello di Andrew che guida, strano come due persone possano essere così vicine e allo stesso tempo così lontane... mi sento come se fossi in altri mondi mentre lui è qui...
Ci fermiamo dopo un po' davanti casa mia e scendo ma barcollo, diavolo. Ho ripreso le mie forse ma non del tutto, non riesco ancora ad alzare le sopracciglia senza farmi male, ho una faccia orribile e tanti punti in testa, i lividi sono ancora neri e dolenti, chiunque mi tocchi sembra che mi infilzi 10 lame nello stesso punto.
Chiudo lo sportello e sento di aver usato di nuovo tutte le mie forze, come se ogni giorno aumentassero di poco ma una volta consumate non si ricaricano in fretta. Le gambe cedono ma prima che finisca per terra, delle braccia forzute mi prendono in braccio, due occhi verdi mi scrutano e sospirano. "Sono il tuo braccio destro, la tua gamba, senza me non puoi andare da nessuna parte Jenny, sei tremendamente fragile e io devo evitare che ti frantumi..." mormora e mi porta in camera, resto a guardare i suoi occhi verdi pieni di preoccupazione e qualcos'altro... cosa diavolo sta succedendo dentro di lui?
Non riesco a leggere la sua mente, non riesco a capire cos'ho fatto ma sono sicura di ciò che gli è preso. È un ragazzo, ha solo 23 anni ed ha bisogno di divertirsi, invece è rinchiuso in una casa a badare ad una ragazzina stupida e deficiente, orribilmente malata e problematica...
Mi poggia sul letto dolcemente e mi fissa, di colpo mi richiudo come un ricciolo e stringo leggermente le mie gambe, avete presente la "Voce interiore"? quella che credevo fosse Andrew la prima volta? Bhe, di solito ti sta sul cazzo perché dice la verità, modi di ragionare strani, dice ciò che serve per farti tornare alla realtà. Bhe, la mia non è simpatica, ogni tanto tira battutine, si, ma non fa altro che ripetermi che sono sbagliata e tempo fa ho iniziato a crederci.
Sento delle braccia stringermi dolcemente e resto immobile sul punto di chiudere gli occhi e addormentarmi "esci stasera" mormoro. "Cosa? No. Sto con te" dice duro e apro gli occhi, mi giro a guadarlo e sospiro "Voglio stare sola" abbasso la testa, in realtà no, voglio che mi stai accanto e continui a tenermi stretta.
"Sono il tuo bastone, devi sopportarmi, non mi sopporti ma ti servo" sorride e alzo gli occhi al cielo. "devo dirti una cosa" il sorriso gli muore in gola e ora mi guarda serio. "Quando... bhe.... Tu mi hai detto... hai detto di amarmi... ma come...?" sussurra e lo guardo.
"Nell'istante in cui stavo perdendo tutto, io ho pensato a te, ho pensato che saresti stato triste, avresti perso un'altra persona e non lo meritavi..." mormoro e lui mi accarezza il viso. "Io non merito te" sussurra "Non credo che... io non so... non credo di amarti" mormora e credo di aver sentito i frantumi del mio cuore sbattere contro il pavimento duro e gelido.
"Va via" sussurro. E ancora una volta, le mie paranoie si mostrano realtà. "Scordatelo. Non posso andarmene, devo starti acc-" "Me ne frego di ciò che devi o non devi fare, vattene via da qui." Mormoro e gli do le spalle. Per la millesima volta, sto mandando via Andrew con il cuore spezzato e le lacrime ai occhi... non merito di essere felice, perché non vuole entrarmi in testa?
Sento il letto chinarsi e poi alzarsi di colpo, segno che si è alzato. Chiudo gli occhi e sento i suoi passi allontanarsi, lentamente sotto il suo respiro profondo e prima che chiuda la porta della mia stanza alle sue spalle, io sto già piangendo... non riesco a muovermi e sento il fiato mancare...
Lui non mi ama... mio padre aveva ragione, nessuno mi amerà mai.
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È passata una settimana e io mi ritrovo sotto le mie solite felpe giganti e i miei legghins neri, prendo il mio skate e lo infilo nello zaino una volta arrivata a scuola, per la prima volta di questo terzo anno, sono riuscita a prendere l'autobus che mi lascia a pochi isolati da qui, la mia scuola non è molto normale a parte il fatto che inizia il secondo quadrimestre e fa 3 mesi di pausa per poi finire a dicembre, non ho idea del perché, si divide in vari piani. Nel primo piano è tutto perfetto così che i primini restino, nel secondo è sopportabile, il terzo, visto che non hai più possibilità di andartene, inizia il putiferio, terze e quarte insieme a fondare casini contro i pazzi dei prof ormai troppo schizzofrenici per sopportarci. Al quarto ci sono alcune quarte e alcune quinte... non tutti arrivano al quinto. Queste informazioni però sono top secret, mai fare cattiva pubblicità alla tua scuola.
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ᵀʰᵉ ᴮᵒʸ ᴴᵉˡᵐᵉᵗ
ChickLitJennifer è la ragazza più chiusa della scuola, in passato ne ha ricevute di brutti colpi e ogni tanto continuano a tornare influenzando il suo presente e il suo futuro rendendola la ragazza più fragile di tutta la scuola, ma questo nessuno lo sa per...