capitolo 36

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Pov Jenny.

Ascolto il mio lento respiro, l'unica cosa che sento, come se fossi rinchiusa in me stessa, non posso muovermi, parlare, guardare... solo sentire e nulla di molto importante, poi di colpo dei bep... no... non di nuovo... per quanto io odi gli ospedali mi ci ritrovo sempre dentro, senza ricordare mai all'istante cosa sia successo o cosa io abbia fatto per stare qui e con la paura di quando ricorderò, ogni volta che ricordo cosa mi abbia portata in ospedale a stare su un lettino, un mal di testa arriva di colpo, senza preavviso con l'intenzione di spezzarmi in due la testa, ad un tratto delle grida e il buio inizia a sparire con lentezza, cerco di capire di cosa si parla e lo capisco dopo qualche secondo abbondante.

"Le dico che funzionerà!", "Non si può! Siamo in un ospedale!", "Giuro che se non mi fa mettere almeno una canzone inizio a cantare io e si fidi che sono stonato come una campana, potrei romperle i vetri" qualche minuto di silenzio poi di nuovo la stessa voce "okay, inizio a cantare, fra tre...", "Sta riprendendo conoscenza... Jennifer... mi sente?" vedo delle luci sugli occhi e apro gli occhi, annuisco lentamente e di colpo mi sento sfinita, come se tutte le mie energie se ne fossero andate a prendere il caffè ed è rimasta a farmi compagnia la parte più piccola di energia utilizzata per muovere di pochissimo la testa, l'infermiera sfila il respiratore dalla mia bocca secchissima .

"Jennifer..." mormora una voce e mi stringe la mano, "A-Andrew" sussurro e sento l'infermiera rimproverare Andrew "Non le faccia sprecare energie... deve riprendersi.", "Qualcuno le ha mi detto che è davvero antipatica?", "E a te che sei sgorbutico?" mi giro verso Andrew, lo guardo mentre fa la linguaccia all'infermiera che ora è uscita dalla stanza. Di colpo un flash, io che sbatto la porta in faccia a Andrew, mio padre in casa, io legata, gli spari a Lucas, io che picchio mio padre, Lucas....

L'emicrania arriva di colpo e stringo gli occhi per poi cercare di alzarmi "Heyheyhey!" mi blocca Andrew e apro gli occhi guardandolo "L-Lucas dov'è.... ?" mormoro e lui mi guarda, fa un piccolo sorriso che non mi lascia intendere nulla e poi mi aiuta a rimettermi giù "Al momento potresti pensare a te che devi riprenderti e riposare?" mormora ma nella sua voce c'è qualcosa di strano... vorrei protestare ma l'unica cosa che riesco a fare e stringere la sua mano e chiudere gli occhi cadendo di nuovo in un sonno lungo ed essenziale.

"Jen..." sento in un sussurro e apro gli occhi guardando Anne che mi sorride, "Scusa, non volevo svegliarti, solo mi hanno detto che devo farti bere, respiri con la bocca." Accenna un sorriso e mi accarezza la guancia, la guardo senza dire nulla e poco dopo annuisco, mi giro e vedo Andrew che dorme sulla sedia accanto a me mentre mi stringe la mano. "Non si è mosso di qui per tre lunghi giorni..." sussurra e sorride per poi mettere delicatamente la cannuccia fra le labbra, faccio un piccolo sorso e poi mi bagno le labbra.

"Come ti senti?" mi accarezza le braccia e noto che sono piene i lividi, di nuovo, accenno un sorriso e annuisco lentamente, lei sorride e mi imita per poi stringere la mia mano, "Hai avuto un bel coraggio... davvero..." stringo le mani stringendo quindi la mano di Andrew e di Anne dolcemente, di colpo Andrew apre gli occhi con il fiato corto e poi mi guarda, guarda Anne e si alza "Vado a prendere una boccata d'aria..." mormora pallido.

"tranquilla sarà solo la stanchezza, quella sedia non sarà poi così comoda" accenna un sorriso ma io guardo Andrew che esce dalla stanza. Sospiro e guardo Anne, "Si, forse hai ragione..." o forse è solo stanco di me e dei miei casini, ha pure ragione, mio padre è talmente crudele che farebbe di tutto per farmi del male... con me rischia solo la vita...

"Hey, vuoi qualcosa da mangiare?" mormora Anne facendomi ricordare di Lucas... devo sapere se sta bene.... Devo vederlo e dirgli che mi dispiace averlo trattato male... guardo ancora Anne e io faccio no con la testa mentre metto tutta la forza che ho nelle braccia e cerco di mettermi dritta, ma quando lo faccio urlo dal dolore, alzo le coperte per vedere il punto doloroso e Anne continua a dirmi di rimettermi giù, ma la voce si fa sempre più lontana, guardo un grosso taglio cucito sul mio fianco, cerco di mettermi in piedi ma la testa gira di colpo, poggio una mano sul letto mentre Anne chiama aiuto, barcollo e sento le macchine staccarsi dalla mia pelle lacerandola, il dolore arriva al limite e per poco non urlo di nuovo, devo andare da Lucas, devo arrivare da Lucas, perché Anne sta facendo tanto casino?

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