capitolo 34

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Poco dopo si ferma e scende levandosi il casco, neanche mi aspetta e va verso una porta di ferro, alzo gli occhi a cielo e mi tolgo il casco, vedo il suo casco buttato a terra e scendo dalla moto di corsa, prendo il suo casco e lo pulisco dalla polvere che c'è sulla stradina di pietre e cemento, passo una mano sul nero che diventa di nuovo lucido e lo guardo, quanti ricordi in un oggetto così stupido e abituale, sento lo sguardo di Andrew addosso e lo poso mettendolo accanto al mio, vado verso di lui senza guardarlo e quando mi tiene la porta aperta per entrare, neanche lo sfioro mentre entro.

Mi guardo intorno e vedo tanti specchi attaccati alle pareti, una stanza gigante con il pavimento per metà rivestito da tappetini mentre l'altra metà è semplice parquet, due sacchi di box in due angoli della stanza, in un altro angolo gli specchi si bloccano per dar posto a delle scale che portano ad un piano superiore, sento un bum e sussulto, vedo Andrew che tira un pugno ad un secondo armadietto che si apre subito dopo, mi guarda e fa spallucce "Trucco del mestiere, funziona così qui." Mormora e fisso lo sportello dell'armadietto notando quanto sia ammaccato in certe parti, mi avvicino a lui mentre esce delle cose da lì dentro, lo guardo e lui prende una mia mano, inizia a fasciare le nocche con una fascia sporca di sangue "oddio, ma che schifo!" mormoro con un'espressione disgustata sul volto.

"oh, facci l'abitudine e poi non credo che sia sangue di quello che li portava ma di quelle che le prendeva" dice accennando un sorriso e passa all'altra mano "Che spiritoso" borbotto alzando gli occhi al cielo. Una volta finita anche l'altra mano si mette in ginocchio davanti a me, "è arrivato il momento in cui mi chiedi di sposarti per farmi correre?" accenno un sorriso ironico e lui mi guarda "Perché dovresti correre?" chiede alzando un sopracciglio mentre lega delle ginocchiere alle mie ginocchia appunto.

"Per scappare, mi sembrava ovvio, no?" mi guardo intorno e lega l'altra ginocchiera più stretta, "Ahio" borbotto e gli tiro un colpo sulla testa facendolo ridacchiare. Idiota.

Si rialza e mi sento improvvisamente bassa, bassissima, un puffo. Esce dei guanti da box neri e li infila nelle mie mani. "Piano, cafone!" sbuffo e lui alza gli occhi al cielo infilando il secondo con la stessa delicatezza della prima. "Pensavo che i guanti da box fossero tutti rossi" li fisso e lui mi guarda ridacchiando "Non siamo in Rocky o in un film di combattimento." Mormora ma non lo ascolto, in realtà lo ascolto ma non lo do a vedere, sto facendo un giro per la stanza, tiro un pugno ad un sacco e spalanco la bocca tenendomi la mano dolorante con l'altra. Merda, mi sono rotta la mano.

"Stai bene?" sento e mi metto dritta lasciando la mano, mi giro verso Andrew che si è tolto la felpa e mi guarda mentre si sistema il suo guanto, scusate, ma questa vista dovrebbe essere illegale, ecco, ho già perso, non ho più forze, le ho sprecate tutte nel distogliere lo sguardo da lui e annuire. Oh, ma che palle!

"Vieni qui" dice guardandomi, subito amore! Aspetta, io ero arrabbiata con lui, quindi devo riprendere la mia dignità e sbattergliela in faccia o sul petto, bhe... preferirei sul suo petto... oh insomma! Vuole vestirsi quest'idiota?! A passo lento lo raggiungo e mi metto d'avanti a lui, lo guardo dritto negli occhi, anche perché se guardo altro mi distraggo e voglio uscire di qui senza stuprare nessuno... vorrei piangere.

"Che sai di queste cose?" mi guarda e io alzo un sopracciglio "Sei sicuro di volerlo davvero sapere?" mormoro ricordandomi tutte le prese, le bloccate, le maniere di fare del male, e ricordo come subito mentre mio padre le metteva in mostra, la sua forza neanche paragonabile alla mia. Sento la gola chiudersi e lui stringe la mascella. "No. Fammi vedere e basta" mormora e annuisco, prova a tirarmi un pugno, un fleshback di circa 3 secondi mi ricorda come mio padre l'ha parato, 11 anni e ho provato a tirare il mio primo pugno, primo e ultimo...

"Jennifer, concentrati solo su di me" mi dà un colpetto sulla guancia, segno di aver preso in pieno il pugno, annuisco "Rifacciamolo" mormoro e lui fa di nuovo il gesto di tirarmi il pugno, lo blocco con la mano destra e con il gomito sinistro do un colpetto al braccio di Andrew, lui schiude le labbra guardandomi "mi avresti rotto il braccio, brava", un mese col gesso, ho dovuto come sempre dire di essere caduta dalla bici che neanche avevo perché non mi era concesso uscire di casa.

ᵀʰᵉ ᴮᵒʸ ᴴᵉˡᵐᵉᵗ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora