capitolo 20

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Mi spinge in auto e aspetto seduta nel sedile, composta ed educata, un errore in più e sono fuori, morta... ma non ora, non sono pronta...

Entra nel lato guidatore e guida in modo perfetto, la schiena dritta in maniera eccellente, davanti a tutti sembra un padre freddo ma buono, invece non è così, non è buono ma è cattivo, e ciò mi fa sentire sbagliata...

Chiudo gli occhi e cerco di calmare il respiro, li riapro poco dopo, guardo fuori dal finestrino e aspetto che il mio ladro mi venga a prendere, che il mio ladro eroe apra lo sportello e mi tiri fuori al volo, anche se è scientificamente impossibile non lo è nella mia fantasia, cosa che non ho mai avuto, almeno non dopo la morte di mia madre, la realtà buttana mi si è buttata addosso senza darmi il tempo di respirare e di colpo mi sono ritrovata grande.

"oh piccola... ma che combini?" mormora la voce di mia madre mentre mi prende in braccio, nell'aria solo il mio pianto mentre guardo mia madre "papà mi odia, lui non mi vuole! Non mi ha mai voluto e io gli voglio bene, non dovevi farmi... è colpa tua"

"Che dici piccola? Papà ha un suo modo di dimostrare il bene alle persone, ad esempio, nonna e nonno come ti dimostrano che ti vogliono bene?" mormora e sorride, tiro su con il naso e la guardo "Nonno mi attacca le scarpe e nonna mi fa la torta! Papà neanche mi vede, mi rimprovera soltanto" riscoppio a piangere.

La sensazione di sentirsi sbagliati, quando a scuola entravi in classe e tutti iniziavano a deriderti, "sei grossa", "sei bassa", "hai gli occhi brutti", "perché non te ne vai?", i tuoi quaderni sotto i piedi dei tuoi compagni mentre ti guardavano e ridevano, la stanchezza nelle strade per tornare a casa, i pianti della mattinata infernosa, ma pronta ad entrare a casa aspettandoti di ritrovare tua madre che ti sorride e ti accoglie e il padre che dice di averti comprato un regalo... come faceva la famiglia delle altre mie compagne in classe.

Ma non era mai così, sentivo le urla di mio padre da fuori, entravo e trovavo sempre mia madre all'angolo e lui che con potere gli sputa in faccia tutti i suoi difetti, tutti i punti deboli della famiglia, urla il mio nome con disgusto quando mi vedeva, quando mi notava e iniziava a gridare anche contro di me, un uomo che urla contro una bambina di 7 anni, no... scusate per l'errore, non si può chiamare uomo un essere del genere.

Mio nonno mi sussurrava all'orecchio che quando tutto andava male, dovevo andare in camera mia e dormire, il giorno dopo sarebbe stato un giorno diverso, ho capito che non sarebbe mai cambiato due anni dopo la morte di mia madre, ormai era tutto ordinario e lo è stato fino all'arrivo del ragazzo cascuto... oh nonno, oh mamma, oh nonna, perché illudere le bambine? Perché non dirgli la verità? Potrebbe essere anche difficile da affrontare ma perché mentirgli? Basta avere modi e modi, se lo dici gentilmente io posso anche non capirlo ma lo so, so quello che mi succede attorno.

L'illusione di un bambino, ecco cos'è che invidio nei bimbi, invidio il loro sguardo rivolto al mondo, tutto da un'altra prospettiva. Loro riescono a dirti la verità, riescono a trovare soluzioni stupide a soluzioni serie che possono servire realmente, invidio la loro fantasia, la loro positività verso il resto del genere umano, la loro inconsapevolezza del male... quello che io avevo...

Sento la macchina fermarsi e guardo casa mia davanti i miei occhi che si riempiono di lacrime, com'è possibile morire a 17 anni sotto le mani di quello che chiamano padre? Com'è possibile levare una vita a questo mondo, forse non dovevo nascere ma sono nata, è successo quello che è successo ma io voglio vivere.

Lo sportello si apre e lui mi afferra un braccio con la sua presa stretta e ferra, mi tira in casa e le lacrime iniziano a uscire. Neanche il tempo che la porta si chiude alle mie spalle che mi tira un pugno sul viso che mi fa cadere per terra, gemo e urlo "Io voglio vivere! VOGLIO VIVERE!" urlo piangendo ma con un calcio alle costole mi toglie la voce e anche il respiro.

ᵀʰᵉ ᴮᵒʸ ᴴᵉˡᵐᵉᵗ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora