Capitolo 1

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Perchè si scrive un diario?

Molti risponderanno, per poter rileggere tra qualche anno quello che ci tormentava da giovani; quanto sciocco sia, che siamo più maturi, che ciò che ci toglieva il sonno allora, sia futile adesso. E ci lascia l' amaro in bocca di anni andati via per sempre e mai vissuti realmente....
Troppo sentimentale? Proviamo così.
Si scrive un diario per riassumere eventi importanti o di spicco nella vita di un individuo, riportando date, nomi e fatti relativi ad un solo o più persone.
Pragmatico...magari allora così.
Si scrive un diario perche ci si sente dannatamente soli.
Questo era ciò che pensava Draco Malfoy, chiudendo il libricino con la copertina rossa, dove aveva appena finito di riportare i fatti della sua monotona giornata. Lo lasciò sulla scrivania in soggiorno come sempre e si alzò, andando alla finestra appannata. Guardò giù osservando un fiume di ombrelli colorati, che riparavano dalla forte pioggia i ritardatari carichi degli ultimi regali per il Natale alle porte.
Decise di unirsi alla folla, magari lo avrebbe scosso dal malinconico torpore che si era infilato fin dentro le sue ossa, come il freddo di quel 22 dicembre.
Prese il cappotto blu scuro e la sciarpa, appartenuta a suo padre, il cappello e l'ombrello che osservò per qualche secondo e rimise al suo posto.
Sarebbe uscito così...la pioggia gli piaceva.
Scese le quattro rampe di marmo grigio, aprì il portone e si immise nello sciame di persone, nella Londra babbana.
Percorreva il marciapiede senza fretta, camminando lentamente e soffermandosi davanti le vetrine più belle ad osservarle. Le decorazioni, gli ricordavano Hogwarts quando veniva addobbata per il Natale: Il guardiacaccia che trascinava dentro il castello gli enormi alberi, il professor Flitwick che li decorava, il cibo, le risa, l'aria piena di magia...quella senza bisogno di una bacchetta e solo in quel momento si rese conto che uscire non era stata una buona idea, il rimpianto arrivava veloce; quanto era stato sciocco a non godersi gli anni della scuola quando avrebbe potuto.
Camminava perso nei suoi pensieri, quando urtò una bambina che usciva da un negozio tenendo in mano un grosso orsacchiotto marrone con tanto di fiocco rosso.
-Scusi signore!- gli disse la bambina. Aveva un bel viso a forma di cuore, pieno zeppo di lentigini, I capelli rosso fuoco scompigliati, e gli occhi nocciola brillanti, animati di una luce che solo gli occhi dei bambini riescono ad avere.
-Scusami tu, non ti ho vista.- rispose Draco sorridendole. La bambina lo guardò ancora per qualche secondo, poi si voltò verso l'interno del negozio guardando un uomo stracarico di pacchi che si accingeva ad uscire e davanti a lui una donna che si stava infilando un berretto di lana grigio, doveva essere sua madre a giudicare dall'identico colore dei capelli della bambina.
Malfoy aveva distolto lo sguardo e ripreso a camminare, quando si sentì chiamare. Si girò trovandosi faccia a faccia con una versione più adulta della bambina che aveva avuto di fronte. La donna avanzo di qualche passo, tenendo lo sguardo fisso negli occhi di Draco. Malfoy era stupito allo stesso modo, mai e poi mai avrebbe creduto di trovarsi davanti la più piccola dei Weasley, che tanto piccola non era più, e dietro di lei Harry Potter in persona.
Harry raggiunse sua moglie e scrutò Draco, la bambina faceva rimbalzare lo sguardo dai suoi genitori al signore di fronte a loro.
-Malfoy.- disse secco Potter.
Draco lo guardò per un secondo e cercando di essere il più sprezzante possibile disse: - Potter.- Ci riuscì.
-Che ci fai qui?- rispose scontroso l'altro.
-Stavo passeggiando- disse cercando di rimanere il più altezzoso possibile, senza rendersene conto aveva anche cambiato postura, mettendosi a schiena dritta.-Suppongo voi stavate facendo acquisti...- Disse per colmare il silenzio, senza riuscire a trovare effettivamente le parole giuste da dire in mezzo ad un'affollata strada babbana.
Con Potter d' altronde non esistevano mai le parole giuste.
-Si.. Tu non fai acquisti?- domandò canditamente,quasi dolce, la Weasley.
Draco spostò il suo sguardo verso la donna e altrettanto fece il marito, entrambi sorpresi.
Malfoy non fece in tempo a rispondere. -Dobbiamo andare Malfoy, buona serata.- tagliò corto Harry prendedo la bambina per mano e trascinandola letteralmente attraverso la strada, sua moglie d'altrocanto lo segui, senza però non degnare prima Draco di uno sguardo dolce e compassionevole. Malfoy rimase li qualche secondo leggermente schifato, non si spiegava il motivo, ma poteva affermare che se lui cercava di rimanere  orgoglioso e sprezzante, Potter di sicuro era rimasto terribilmente stronzo.
Riprese la strada al senso contrario e tornò a casa, preparandosi un thè, sedendosi alla sua scrivania, e annotando sul suo diario l' incontro del pomeriggio.

Quando venne varcata la soglia del numero dodici di Grimauld Place, la scena era questa: una bambina molto eccitata correva su per le scale scricchiolanti tenendo ben stretto tra le braccia il suo regalo, una donna si toglieva sciarpa e cappotto sull' ingresso ed un uomo,che alquanto infuriato procedeva a passo spedito verso la cucina con un paio di pacchi.
Harry Potter iniziò a mettere in ordine la spesa, in silenzio e con gesti rabbiosi, sua moglie entrò in cucina e si pogiò con un fianco al tavolo, con le braccia conserte ad osservare il salvatore del mondo magico.
-Che c'è?- Scattò lui rabbioso guardando la consorte.
Lei che era una giocatrice di professione e di fatto, sapeva come giocare con Harry, lo guardò impassibile non dando segni che la furia del marito la colpiva.
Anche se avrebbe voluto prenderlo a schiaffi, si limitò a rispondere:- Niente, credo solo che alla fine non sei così speciale.-
Harry si girò a fronteggiare Ginny.- Che intendi dire?-
-Quello che ho detto, amore, che alla fine non sei così speciale.-
Harry scostò la sedia dal tavolo e si sedette. -Di tutte le persone che potevamo incontrare abbiamo beccato la feccia della feccia.-
Ginny lo imitò, accomodandosi accanto a lui -Credo che abbia espiato le sue colpe.-
-Dopo tutto quello che ha fatto,nessuna punizione è sufficente.-
-Non sarà mai abbastanza?-
-No.-
-Lo hai deciso tu?-
Harry fissò Ginny per qualche secondo, poi si lasciò cadere sulla sedia senza togliere lo sguardo dagli occhi nocciola della moglie.
-Quindi secondo te avrei dovuto conversare amabilmente con Malfoy, magari invitarlo a prendere un caffè e perche no? Far sedere Lily sulle sue ginocchia come fosse un vecchio zio, chiedergli che cosa avrebbe fatto per Natale e portarcelo per le feste a casa di tuo fratello, che sarebbe senz'altro felice di ritrovarselo davanti , per non parlare di tua madre.- disse senza riprendere fiato Harry.
Ginny si alzò con sguardo rassegnato -Iniziò a preparare la cena.-
Harry rimase seduto al tavolo per un po', con lo sguardo perso nel vuoto, in balia dei suoi pensieri, sentiva il rumore delle stoviglie, tuttavia era come se non fosse nella cucina di Grimauld Place in effetti Harry Potter in quel momento era ad Hogwarts quindici anni prima.

Vorrei che piovesseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora