Capitolo 35

164 18 11
                                    

- Prego?- domandò Malfoy.
Harry distolse lo sguardo, -Il cancello... Ci ha fatto entrare con la sola promessa che ti avrei ucciso... Perciò.-
-Perciò cosa? Vuoi farmi fuori Harry?-
Harry sembrò pensare. Aveva abbassato lo sguardo. A Malfoy tremavano le labbra, poi le distese in un sorriso, amaro.
-Ovvio... Non ti servo più.-
-Non ho intenzione di ucciderti... Non ci ho pensato neanche un'istante.-
Ron, James e Ginny,  non si permettevano di professare parola. Eppure. Ginny aveva una strana sensazione, ma era certa di sbagliarsi. Certo sentire Harry che diceva di non aver mai pensato ad uccidere Draco, sapeva di bugia, ma non erano state le parole che aveva detto a colpirla, bensì come. Le aveva sussurrate, dolce. Con lo stesso tono che si usa con un amante. Lo stesso che usava con lei. "Mi sbaglio" pensò, ma l'altra voce diceva: "Sicura che ti sbagli?" e Ginny la ignorò. Era ssolutamente impossibile. Conosceva suo marito. "Davvero?" continuò imperterrito il suo subconscio. Ginny lo zittì, "Hai torto" pensò.
Stavano continuando a parlare, ma lei non li aveva sentiti. Si ridestò quando Malfoy quase la travolse, con la bacchetta in mano e con lunghe falcate, usciva dalla casa. La faccia deformata dalla rabbia. Harry lo seguì e di riflesso anche lei, Ron e James.
Draco percorse il giardino dritto per dritto, poi alzò la bacchetta puntandola sul cancello. -Nonnino!?- ringhiò. Il volto di Abraxas Malfoy fece appena in tempo a prendere forma, prima di essere investito in pieno dall' ardemonio.

Mentre il metallo si scioglieva sotto le grida di Abraxas, Draco lo guardava con un lieve sorrisetto. Le fiamme che si riflettevano nelle chiarissime iridi dell'uomo, gli conferivano un'aria vagamente demoniaca.
-Neanche tanto "vagamente"- aveva asserito Ron.

Fù quando le fiamme si estinsero, e di Abraxas non rimaneva che fumo e ferro sciolto,  che il quintetto decise di separarsi.
-Ora che succede?- domandò Malfoy.
-Ci vediamo domani. Per la deposizione ufficiale...poi faremo passare le feste e ci sarà la causa. Potrebbero chiamarti come testimone.- rispose Harry.
-Maddai Potter... Non mi dire? Non ci avrei mai pensato...sai ho così poca esperienza a riguardo... Intendevo Malfoy Manor genio.-
Harry sorrise...-Già, ovvio...scusa. Beh, é di nuovo tua signor Malfoy. Te la sei meritata.-
Draco ne era felice,  ma non voleva darlo a vedere. -Così facile?- chiese con un sorrisetto.
-Beh...sei l'uomo che ha salvato il figlio del ragazzo che é sopravvissuto... Mi sembra abbastanza.- rispose Harry stando al gioco.

Si smaterializzarono a Grimmauld Place, dopo che avevano ringraziato Draco. James si fece strappare la promessa di qualche dritta sugli incantesimi, che Draco accolse con un sorriso. -Non mancherò- gli disse.
La famiglia Weasley riempiva l'intera cucina. Ginny venne stritolata più volte da Molly, la quale non mancò di strizzare ben bene anche il nipote. Harry, invece, si trovò faccia a faccia con il suo secondogenito che solo dopo cinque giorni sembrava non vedere da una vita. Gli sembrava addirittura più alto. - Mi dispiace non esserci stato... Veramente.- sussurrò al figlio.
-Lo so papà... Ottimo lavoro.- rispose sorridendo Albus. Harry lo abbracciò così forte che il bambino  lo prese a colpi sulle spalle. - Ok. La forza non ti manca. Concetto chiaro.-

Molly aveva preparato la più deliziosa della cene, ovvero la cena di Natale mancata. Eppure nell'aria si avvertiva una strana sensazione, tensione che attraversava tutti i presenti. Nessuno parlava del sequestro e nessuno aveva chiesto di chi si trattava. Ad Harry sembrò decisamente strano, ma non ci pensò, aveva ben altro per la testa.
I primi a ritirarsi furo Ron ed Hermione. A causa dello stato avanzato della gravidanza, la donna si stancava con estrema facilità, a vantaggio di Fleur che finalmente aveva un po' di respiro. Poi se ne andarono Bill e Charlie, seguiti rispettivamente da George ed Angelina, ed infine i signori Weasley. James, Lily ed Albus si erano rintanati nella camera della bambina molto prima per poter parlare dei fatti loro. Nella cucina di Grimmauld Place erano rimasti Ginny ed Harry, chiusi in un opprimente silenzio, ognuno con molte domande che non osava rivolgere all'altro.
-Avevo la certezza che ci avresti trovato.- disse Ginny rompendo il silenzio.
Harry la guardò di sfuggita. -É stato un lavoro di squadra.-
- Anche Draco fa parte della squadra?-
-Vi ha salvato lui. A modo suo.-
-Quindi avete appianato le vostre divergenze?-
Ad Harry lo stomaco si stava contorcendo come un'esca sull' amo. Non riusciva a guardare in faccia la moglie. Era successo di tutto in quella casa, tutto quello che gli altri non potevano vedere. Abraxas gli aveva chiesto di uccidere Draco e lui avrebbe voluto farlo esplodere li sul posto quel cancello di merda, poi aveva iniziato a riflette. Se Draco era nei guai anche James avrebbe corso pericoli e allora doveva entrare a tutti i costi, anche scendendo a patti con quel bastardo. "Doveva tirarli fuori entrambi" aveva pensato nascosto tra le siepi... A Ginny non aveva pensato per niente e si era vergognato e sorpreso di questo. Era preoccupato per un suo nemico e non per sua moglie, e quando era entrato, a fatica si era trattenuto dall'abbracciarlo. Ginny lo aveva preso tra le braccia come tante volte, ma a lui aveva dato fastidio. Poi aveva detto a Draco che doveva ucciderlo, aveva sicuramente scelto le parole sbagliate, ma la faccia di Malfoy quando gli aveva detto "Ovvio... Non ti servo più" , erano state le parole più azzeccate, lo aveva ferito, tanto. Non avrebbe mai potuto ucciderlo perché lo amava. Lo amava. Era un pensiero fisso. Quando si erano smaterializzati voleva seguirlo, mangiare i suoi orridi cibi precotti e dormire con lui. Un bisogno impellente di dormire con lui...
-Harry?-
La voce di Ginny lo riscosse.
- Cosa é successo li dentro?- domandò ignorando la domanda della moglie.
Ginny non calcò sul fatto che non le aveva risposto. Aveva in groppo in gola e la strana sensazione cominciava a prendere sempre più solidità nella sua testa, mandandola in confusione. Gli raccontò per sommi capi cosa era accaduto, Harry in silenzio, la guardava negli occhi.

Stava mentendo. Harry ne era certo. Conosceva Ginny fin da quando era bambina, sapeva quando non stava dicendo la verità. Si, li aveva rapiti a sua insaputa, ma lei non era così sorpesa o disperata o distrutta o felice ... Non dava dimostrazioni di nessun genere. Perciò mentiva. Dean non era una novità per lei. Harry iniziò ad avere seri dubbi.
-Avresti mai pensato a Dean. É stato un grande alleato.. Siete stati insieme... O meglio hai lasciato lui per me.. Ma é accaduto così tanti anni fa che mi sembra impossibile. Da quanto non eri in contatto con lui?-
- Dal 1999. Dopo i diplomi.- rispose Ginny.

Ecco. Harry sentì la bile salirgli in bocca. Aveva risposto troppo velocemente, una risposta preparata da tanto tempo. Ora Harry Potter era più che convinto che sua moglie stava mentendo. Come era coinvolta non era ancora chiaro, o forse Harry voleva non averlo chiaro,  ma era inconfutabile sul viso della donna,  la parola menzogna. Aveva avuto a che fare con troppi bugiardi per non riconoscerne uno.

Si alzò di scatto. Ginny sobbalzò.
-Esco. Non aspettarmi sveglia.-
Harry sbatté il portone di casa, prima che Ginny riuscisse ad alzarsi da tavola o a replicare. "Cristo Santo....lo sa." disse la voce nella sua testa. Questa volta Ginny Weasley fu d'accordo con lei.

Vorrei che piovesseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora