Capitolo 8

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-E tu me lo dici così! Quello lo ammazza!-
Ron guardava la sua consorte con gli occhi sbarrati, lei aveva le braccia conserte e lo osservava.
-Guarda che non è un imbecille. E' andato solo prima che lo facesse Neville, o i mangiamorte quelli seri.- Ron la squadrò -Pensi che lui non ne sappia niente?-
Hermione sbuffò -Malfoy? Neanche da mangiamorte sembrava un mangiamorte, figuriamoci progettare un rapimento, lui può sapere qualcosa solo perché partecipava, di certo non per le sue doti.-
-Per me lo ammazza.- sentenziò Ronald sorseggiando il suo caffè.
Harry e Draco uscirono da uno dei camini del ministero. Draco si guardava intorno come un bambino. Ricordava il ministero molto più grande, con molti più camini e meno affollato... non bei ricordi comunque. L' auror lo condusse fino al suo ufficio; Hermione era ancora li, Ron beveva il caffè beato, questo provoco in Harry un moto di stizza. Draco fece un cenno verso entrambi, Hermione sorrise e lanciò uno sguardo verso suo marito comunicandogli: "è vivo visto?" Ron smise di bere e poggiò la tazza di caffè sopra la scrivania, volendo dar intendere che si stava alzando, ma Harry fù più svelto.
-Siediti.- comandò, Draco si sedette accavallando le lunghe e sottili gambe, per nulla toccato dal tono "minaccioso" dello sfregiato. Ron guardò Malfoy. - Allora?- Domandò in direzione del collega.
-Forse ci può aiutare, anche se, a detta sua non frequenta più certi giri.- disse Harry.
-Dammi il veritaserum e riponi la domanda se il tuo "collaboratore" non ti soddisfa.- gli rispose Malfoy ironico.
-Allora.- iniziò Harry. -Da quanto fai l'eremita?-
Malfoy spostò gli occhi su di lui, un brivido percorse la schiena di Potter, non ricordava gli occhi di Malfoy cosi freddi. -Tecnicamente da sei anni, Quando ho venduto la villa, da allora leggo solo l' Evening Standard il The Guardian e il The Sun, viaggio in autobus, guadagno sterline e faccio le scale a piedi.- Ron aggrottò la fronte, guardando gli amici in cerca di aiuto. Malfoy se ne accorse.
-Certo Weasley, che per aver sposato una nata babbana ne sai davvero poco delle sue origini.-
-Ovvio che lo sapevo.- mentì Ron, -La cosa che non capisco è come possa uno come te, fare la vita da babbano. Credi veramente che io ci creda?-
-Come vuoi... Non mi interessano i tuoi pensieri.- rispose Malfoy indifferente.
-Hanno fatto esplodere la saracinesca di Fortescue e dentro abbiamo trovato questo.- Disse Harry porgendogli una foto. Draco la prese tra le dita, gli vennero i brividi. - "Nemici dell' erede temete". Mi suona vagamente familiare. Tocca a te Hermione.- disse alla ragazza porgendole la foto. Hermione la prese.
-Che vuol dire che tocca a lei?- chiese Ron.
-Mi risulta che anche nell' occasione in cui siete incappati in questa frase, sia stata lei a darvi la soluzione dell' enigma. Anche da pietrificata.- Draco sorrise. -Io ho la vaga sensazione di essere superfluo, dato che non so come aiutarvi.-
Harry lo guardò:- Io invece credo che ci aiuterai. Dacci una lista dei mangiamorte e dei loro parenti, tutto quello che ti ricordi.-
-E se non lo facessi?- incalzò il biondo.
Harry si sporse sulla scrivania e abbassò la voce. -Credo che riuscirei a trovare un modo per sbatterti ad Azkaban.- Malfoy fece altrettanto. -Allora prendi carta e penna sfregiato, che aspetti?- Harry si riaccomodò sulla poltrona. Ron lo guardò per un momento poi si alzò - Ok vado a prendere un caffè.-
-Vengo con te.- disse Hermione prendendo la palla al balzo. Entrambi uscirono con un certa velocità, Harry non aveva spostato lo sguardo da Draco.

-Continua a essere un grande stronzo. Non è cambiato per niente.- sentenziò Ron fuori dall' ufficio. -E' cambiato Ron.- gli disse Hermione seria.
-E da cosa lo intuisci?- rimbeccò suo marito. -Mi ha chiamata per nome.- rispose Hermione deviando verso il suo ufficio. Ron scosse la testa e se ne andò in caffetteria.
Malfoy aveva sostenuto il suo sguardo senza batter ciglio. Poi iniziò a parlare:- Allora ci stava la moglie e il figlio di Rosier, e il boia per conto del ministero come si chiamava?-
-MacNair?-propose Harry. -Si esatto.- rispose Draco.
-Morti.-
-Mmmmh... vediamo Dolhov?-
-Morto un paio di anni fa.-
-Non sei di aiuto Potter. Sto facendo schifo al compito in classe.-
Harry posò la penna -Forse sarebbe più facile se ti facessi io la lista di chi è ancora vivo.-
-Bhe forse almeno riuscirei a non prendere un Troll, non ci sono abituato.- disse Draco sorridendo.
Harry detestava il tono del suo interlocutore. -Si può sapere che ti è successo?- gli chiese.
Il biondo si allungò sulla sedia e si incrociò le dita all' altezza dello stomaco. -La domanda vera è cosa è successo a te.-
-Che vuoi dire?-
-Davvero vuoi che te lo spiego? Sembri un' anima in pena, non hai nemmeno l' ombra del tizio che ha fatto il culo al più grande mago di tutti i tempi. Quando hai deciso di diventare una larva?- chiese ironico Malfoy.
-Io sono sempre lo stesso, potrei alzarmi e riempirti di botte se mi andasse.- ringhiò Harry.
-Non ne dubito, guarda che capolavoro hai fatto qui.- disse indicandosi il livido violaceo che prendeva forma. -Ma credimi, potrai picchiare, urlare e sbraitare come vuoi hai perso carattere.-
-Pensi di ferirmi furetto?- Harry si stava alterando.
-No di certo, chi può ferire il Grande Harry Potter!- disse Malfoy allargando le braccia in gesto teatrale.
Harry si lasciò andare contro lo schienale e sorrise - Quanto ti brucia non essere più il signor Malfoy? Quello a cui tutti chinavano la testa al suo passaggio, con il bastone da passeggio, con l' aria da gran signore, il padrone di tutto e tutti.... Quanto ti brucia Draco?- aveva detto Harry a denti stretti.
-Abbastanza.- rispose Malfoy, arricciando il suo labbro superiore. -Però ce l'ho ancora il bastone da passeggio.-
Harry si rassegnò -Continuiamo.-

Vorrei che piovesseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora