Capitolo 30

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-Una volta mi disse che ero importante. Più importante di qualunque cosa.- Harry Potter era decisamente brillo. Si era vestito in fretta e furia dopo l'uscita del primo ministro ed era rimasto una mezz'ora al bagno per smaltire la vergogna. Poi era entrato in sala e si era seduto. Malfoy aveva già messo tutto in tavola e lo stava aspettando, con l'ombra di un sorriso che non aveva intenzione di eliminare troppo in fretta. L'auror si era proposto di aprire il vino e il biondo non aveva protestato, neanche quando Harry si era scolato l'intera bottiglia.
-Ma non mi dire..- rispose Draco divertito.
-Ero importante... Mi sentivo importante, poi ho capito di non essere nessuno, solo un coglione con uno sfregio in fronte.- biascicò stravaccato sulla sedia.
-Alleluia!!!!- esclamò Malfoy, versandogli altro vino.
-Parlo sul serio. Sono un fallito... Solo uno strumento arrugginito nelle mani di Dio..-
-Ti prego Potter, no sbornia triste. É Natale, giorno di gioia, pace, serenità e tutte quelle stronzate.-
Harry tirò un sorriso, sembrava essersi fissato sul proprio bicchiere e aveva un'espressione seria.
"Ahia" pensò Malfoy, sembrava che l'uomo stesse per piangere. Invece lo prese in contropiede.
-Perché mi ami?- domandò a tradimento. Malfoy fù preso in fallo ma recuperò subito.
-Perché ami i tuoi figli?- gli domandò di rimando.
-Loro sono parte di me..- iniziò, ma Draco con un gesto della mano lo interruppe.
-Scusami hai ragione, non c'è paragone che si possa fare. Allora, perché vuoi bene alla Granger?-
Harry alzò lo sguardo dritto sul biondo, - Ma che cazzo di domande fai?-
-Tu rispondi.-
Il moro fece spallucce, - Non lo so... É mia amica.- disse allargando le braccia. -Come Ron, loro sono come fratelli per me..-
-Quindi non hai scelto di amarli, li ami e basta.-
Harry si ammutolì, pensieroso. - Non si può scegliere chi amare.- disse infine.
-Bravo Potter. Oggi mi sorpendi.-
Harry lo guardò a lungo senza dire una parola. Malfoy non riusciva a sostenere il suo sguardo e si interesso agli avanzi nel suo piatto, molestandoli con una forchetta; qualcosa nello sguardo del moro lo metteva a disagio. Harry distolse lo sguardo e prese il bicchiere gustando una lunga sorsata di Pinot bianco.
-Ok, non possiamo scegliere chi amare... Ma perché io?- chiese l'auror.
Draco lo guardò di sfuggita, -É dai tempi della scuola che non ti vedo come un amico... O un nemico, come preferisci... Suppongo ti secchi.- rispose. Harry sembrò riflettere -Mi incuriosisce in realtà. C'erano molti ragazzi a scuola e molto più belli di me... Sicuramente avresti avuto un rapporto migliore con loro, piuttosto che con me.-
-Nessuno era come te...nel bene e nel male.- sentenzió Malfoy.
-Fortunatamente?- provò Harry arricciando un labbro.
Draco sorrise timidamente.
-Fammi capire. Sono quindici anni che ti porti dentro questo "segreto"? Chiese il moro, rimettendosi composto, con gli avambracci poggiati su tavolo e sporgendosi. Draco si versò altro vino.
-Diciassette in realtà.-
Harry si ritrasse poggiandosi allo schienale della sedia.
- É immondo Malfoy, che tu non abbia mai pensato di affrontarmi. Perché?-
-E quando di preciso? Quando cadevo in disgrazia? Quando seppellivo i miei? Quando ti sei sposato? O meglio ancora, quando la tua cara mogliettina ha iniziato a sfornare marmocchi?-
Harry aveva dedotto di aver fatto la domanda sbagliata, ma non aveva modo di rimediare. Si alzò, Malfoy lo seguì con lo sguardo, si stava domandando se forse non aveva esagerato.
-Diamo una pulita... Che ne dici?- chiese Harry titubante. Draco annuì e si alzò iniziando a raccattare le posate,  Harry sentiva di non essere totalmente lucido, ma percepiva una certa rigidità nel biondo, senza calcolare il silenzio che si stava facendo sempre più pesante ed imbarazzante. Malfoy andò verso la cucina l'auror lo seguì. Draco sentiva lo sguardo di Harry sulla nuca, sembrava attraversarlo; mai come in quel momento avrebbe voluto tanto da fare, anche costruire una intera casa dal nulla, pur di non guardarlo in faccia. Harry da parte sua restava fisso sull'altro, con l'assoluta intenzione di non mollare..o forse lo fissava perché era ubriaco e basta.
-Ok fallo adesso...dimmi quello che vuoi adesso.- Harry aveva parlato senza riflettere. Si, era decisamente ubriaco.
Draco si voltò a fronteggiarlo. -Ok.- disse, poi si rigirò e caricò la lavastoglie, facendola partire. Tutto con snervante calma, ma Harry era rimasto in silenzio e fermo per tutto il tempo; paziente e in attesa. Draco lo prese per un braccio e lo trascinò fino alla camera da letto. Harry si era lasciato guidare; fù solo quando lo voltò e lo spinse sul letto, che iniziò a preoccuparsi.
-Malfoy... Che fai?- biascicò perplesso.
Draco lo guardò sorridendo. - Ah Potty.... Ti piacerebbe.-
Il biondo si voltò ed andò verso l'armadio, lo aprì e tirò fuori il vecchio baule della scuola.
-Qui c'è tutta la mia vita.- disse Draco.
Harry si mise a sedere sul letto. -É un po' piccola per una vita. Non trovi?-
-No, se la vita é stata insignificante.- rispose Malfoy aprendo il baule e mettendosi in ginocchio davanti ad esso. Harry scivolò sul pavimento accanto al biondo. Dentro a quell'affare c'era di tutto: figurine varie, fotografie, la divisa scolastica, la bandiera di dormitorio con il serpentesco stemma di serpeverde, pergamene, scatole di varia forma, dimensione e colore, lettere, piume inchiostri e un lieve strato di polvere omogenea.
- Da quanto non lo apri?- domandò l'auror.
-In realtà ho preso la mia bacchetta due giorni fa, ma non lo aprivo da anni.-
-Perché?-
Malfoy sbuffò -Sei nella fase dei perché Potter? Credevo l'avessi superata da un pezzo... Perché questo ragazzo non c'è più. É morto. Molto tempo fa. Ora c'è un tizio con il suo nome e la sua faccia che se ne va a spasso.- disse sorridendo.
-Ma che ha ripreso ad usare una bacchetta.- disse Harry sorridendo a sua volta.
Malfoy tirò fuori qualche foto e le passò ad Harry. Gli raccontò dei suoi nonni, dei suoi genitori, di quanta ammirazione mal riposta provava per il padre; del fatto che forse la vita sarebbe stata più piacevole con un fratello od una sorella. Sua madre, che lo amava sopra ogni cosa e di lei coraggio che lui purtoppo aveva scoperto troppo tardi. Parlo di Crabbe e Goyle, di Zabini, di Pansy, tutta gente che lo idolatrava, che fingeva di essere sua amica solo per accattarsi i suoi favori, o meglio, quelli del padre. Molti lupi ululanti alla luna, ma nessun amico. Di come aveva odiato Harry Potter amato da tutti e con due amici che sarebbere morti per lui, poi divenne ammirazione. Il coraggio del ragazzo, pronto a mettersi in gioco e in discussione per tutto. Il torneo tremaghi, lord Voldemort... Fino a quella faditica notte, mentre Harry scendeva le scale, andando in contro al suo destino. Alla sua morte, per un bene superiore. Poi i processi, i debiti, il fango sul suo nome e nella sua vita. Poi si fermò. Harry non aveva detto una parola e continuava a tacere. Draco infondo aveva iniziato a confessarsi e non aveva intenzione di finire, voleva dire tutto. Vomitare tutto il disgusto, il dolore, la noia, la paura, la disperazione che aveva dentro da una vita. Così continuò a parlare di come aveva deciso di rininciare alla magia, di come aveva deciso di vivere tra i babbani e di come la cosa almeno all'inizio avesse funzionato; del lavoro in libreria, di Paolo e delle relazioni occasionali.
Harry lo ascoltava, anche se dentro di se sentiva montare una rabbia senza fondamenta, non comprendeva se per il fatto che Malfoy avesse accettato passivo il suo destino o per la vita che il destino stesso gli aveva riservato. Si avvicinò a Draco ed istintivamente lo abbracciò. Il biondo ricambiò l'abbraccio, si sentiva svuotato, ma incredibilmente leggero e stranamente felice. Harry lo accostò a sé, poggiandosi al letto e portandosi Malfoy accanto.
-É finita Draco. Ricomincia da qui. Ricomincia ora.- gli sussurrò il moro all'orecchio.
-D'accordo- rispose il biondo allungando la testa per vedere l'orologio sopra il comodino.
-É tardi Potter, dovremmo dormire.-
Harry annuì. Malfoy si sciolse dall'abbraccio e si alzò, prese una coperta ed un cuscino e lo porse ad Harry. L'auror si alzò e prese il fagotto, pronto ad andare verso il soggiorno. Malfoy aveva iniziato a spogliarsi, -Buonanotte Harry- bofonchiò da sotto il maglione che veniva sfilato e gettato atterra. Harry era rimasto sulla porta in pensiero. Poi decise. Chiuse la porta, lasciando cadere le coperte sul baule. Draco si era infilato sotto le coperte e gli dava la schiena. Harry si spogliò e spostò le coperte dal letto di Draco.
Malfoy si girò di scatto, incredulo. - Che stai facendo?- gli chiese di getto. Harry si infilò nel letto e si tirò su le coperte.
-Buonanotte Malfoy.- augurò spegnendo la luce.

Vorrei che piovesseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora