Capitolo 6

222 16 3
                                    

Harry arrivò al ministero; a riceverlo Hermione, seguita da Fleur. -E' vero! Cosa sta succedendo?- Chiese rapida. Harry la scrutò un momento, era nervoso, Hermione se ne accorse subito.
Harry la afferrò per un braccio e si avviarono verso l' ufficio dell' auror.
La fece entrare, Fleur non era con loro. Harry non ci badò più di tanto, di tutte le persone che avrebbe voluto, solo Hermione sembrava essere la più giusta. Lei era quella ideale.
La ragazza si sedette su una delle due sedie di fronte alla scrivania. L' auror si chiuse la porta alle spalle e si girò verso di lei. -Ho motivo di pensare che hanno rapito Ginny e James.- disse sedendosi.
-Hermione si coprì la bocca con le mani, sconvolta.- Sei sicuro? Magari sta a casa.. Sei passato a casa?-
-Scusami....non ho motivo di supporre che hanno rapito Ginny e James, ne ho la certezza. - estrasse la lettera che gli aveva dato il signor Weasley.
Hermione la prese e la scorse veloce. -Mio Dio, Harry è terribile..- disse in un sussurro dopo aver letto.
-Ho bisogno del tuo aiuto, dobbiamo trovarli prima che questi pazzi gli facciano del male.-
Hermione lo guardava terrorizzata. -Pensi che siano più di uno?-
-Credo di si, abbiamo dei testimoni che sostengono di averne visti due, li abbiamo interrogati separatamente non potevano mentire.-
-Potevano essere d' accordo già da prima. Quanti sono i testimoni?-
Harry la guardò un momento, a quell'eventualità non aveva pensato..-Tre, due uomini e una donna.-
Hermione sospirò, come spesso faceva quando riteneva gli altri bambocci stupidi che avevano la verità sotto il naso e non la vedevano. -Harry. Non trovi strano che in una strada affollata come Diagon Halley, specialmente in questo periodo, ci siano solo tre testimoni?-
Harry si poggiò allo schienale della sedia, aveva gli occhi spalancati, fissi sull' amica e consapevole del fatto di essere un bamboccio stupido. Come diavolo aveva fatto a non pensarci? Che razza di auror era se non riusciva a ipotizzare queste cose basilari? Forse aveva ragione Ron, non gli avrebbero affidato il caso. Avrebbero fatto bene, non era lucido, a sue spese cominciava a rendersene conto.
Hermione si sporse e gli toccò un ginocchio, Harry trasalì, poi le prese la mano e la strinse forte, quella ricambiò, poi come non avrebbe saputo dirlo, la vista si era appannata. Le lacrime iniziarono a scendere irrefrenabili e calde, scendevano come se non avessero freni, come se una diga si era rotta. Hermione strinse ancora di più la mano al suo migliore amico. Lui si vergognava, ma non riusciva a smettere. Piano si iniziava a piegare su se stesso, scosso dai singhiozzi. Hermione gli carezzava la testa, calma e silenziosa. Tuttavia la sua testa non era silenziosa, se qualcuno avesse guardato gli occhi castani della ragazza, avrebbero rivisto la bambina della biblioteca, pronta a trovare un piano.
Ronald Weasley entrò correndo al ministero. Le fiamme del suo camino non si erano ancora spente che lui già stava premendo il tasto dell' ascensore per l' ufficio del ministro. Si tuffò dentro senza neanche bussare.
Il ministro non era solo. -Lo prendi tu, mi raccomando, lavora bene.- L' uomo si alzò, Ron era rimasto fermo alla porta, il tizio si rivelò essere Neville. Ron lo guardò per un momento, Neville ricambiò il suo sguardo con compassione. Gli avevano affidato il caso.
-Non può farlo! Si tratta di mia sorella e di mio nipote!- gridò Ron inferocito in direzione di Kingsley Shacklebolt.
Lui, come ogni fastidiosa volta, era calmo. -Proprio perché so chi sono, non posso affidarvi il caso, ne a te ne a Potter. in caso decida di fare irruzione da un momento all' altro.-
Ron si sedette in silenzio, sapeva che era la procedura, ma stava cercando disperatamente un appiglio per convincere il capo ad affidargli la faccenda. Non lo trovò.
Shacklebolt fece il giro della propria scrivania e si sedette accanto al suo agente. -Lo so quello che stai pensando, ma lo sai meglio di me qual è la procedura. Inoltre siete troppo coinvolti, il vostro giudizio verrebbe offuscato dal sentimento.-
Ron ne era consapevole e abbassò la testa. -Spero che Neville ce la faccia.- sussurrò. Il ministro gli poggiò una mano sulla spalla. -Certo che ce la farà, li troverà incolumi e arresteremo quei bastardi.-
Ron si alzò, -Lo sa che noi indagheremo lo stesso?- chiese al suo superiore.
Shacklebolt si alzò, e si lisciò la veste, -Lo so per certo, e so anche se in qualche modo mettete il vostro collega nei guai non saranno solo guai suoi, ma anche di tua sorella e tuo nipote.-
Ron annuì ed usci dall'ufficio, dove diavolo era Harry? Era convinto che già stava dal ministro, per dargli manforte, invece non c'era. Scese al proprio piano, con molta calma, stava riflettendo.
Entrò nel suo ufficio e trovò sua moglie seduta, Hermione si girò di scatto, Ron non fu mai così felice di vederla. -Hai saputo?- le chiese. Hermione annuì.
-Dove sta Harry?- Chiese, mentre veniva distratto dal cigolio della porta. Harry entrò, aveva gli occhi rossi, aveva pianto.
-Cosa facciamo?- chiese Ron cercando di non badare agli occhi rossi dell' amico.
-Dobbiamo capire chi sono. Hermione mi ha fatto notare che abbiamo solo tre testimoni, e la strada era piena.-
Ron annuì, -Ok, do istruzione che vengano interrogati con veritaserum. Poi?-
Harry alzò le spalle, Hermione si alzò in piedi, c'è ancora un mangiamorte in giro, potrebbe saperne qualcosa.-
Ron corrugò la fronte, - No, tesoro sono stati tutti presi o sono morti.-
Harry fece un passo avanti, -Vado a farmi dare il suo nuovo indirizzo, gli vado a casa direttamente, prima che ci pensi qualcun' altro.- girò sui tacchi e uscì.
-Amore, a casa di chi sta andando con precisione?- chiese Ron.
Hermione cominciava a convincersi che fossero proprio tutti bambocci. -Malfoy.-

Vorrei che piovesseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora