Lei e James erano stati sistemati in un' ala del palazzo, le due camere da letto, incredibilmente sfarzose, avevano un bagno in comune, bagno che come fece notare James, era grande quasi quanto la cucina in Grimmauld Place. Entrambe affacciavano in un "salottino" privato. La camera che era stata assegnata a James era leggermente più piccola di quella di Ginny; entrambe avevano grandi letti a baldacchino intagliati in legno di ciliegio con motivi di colibrì per James, mentre erano state intagliate rose in quello nella camera designata per la signora Potter.
L' arredamento era stato modernizzato, ma dalle pareti si poteva vedere ancora quel sapore antico della casa. Sicuramente era appartenuta a persone facoltose, di certo non a lui, tantomeno l' aveva ereditata.
Ginevra si domandò come avesse fatto ad entrarne in possesso.
Benché fossero liberi di muoversi in quasi tutta la casa e fossero trattati più che bene, Ginny si sentì immancabilmente in trappola, ma non era per se che aveva paura. La sua unica preoccupazione era James, il quale si comportava in maniera esemplare, non aveva avuto neanche un istante di cedimento e se aveva paura non lo dava a vedere; le ricordava Harry. Somigliava a suo padre; mai come in quel momento aveva visto suo figlio somigliante a suo marito e ne fu fiera. Gli mancavano i suoi bambini. Albus e Lily erano al sicuro, ne era più che certa e non aveva motivo di preoccuparsi per loro, tuttavia aveva la ferma convinzione che avessero bisogno di lei, o meglio, era lei ad avere bisogno di loro. Pensò ad Harry, e dovette ricacciare indietro le lacrime, avevano litigato l' ultima volta che si erano visti e non se lo perdonava, gli mancava. Gli mancava la sua voce, il suo odore, la sua presenza, la sua intemperanza, gli mancava averlo vicino, le sue braccia il suo respiro. Doveva essere distrutto, ancora una volta nella sua vita era stato scelto per soffrire. Sapeva che li stava cercando ed era certa che li avrebbe trovati e quel bastardo avrebbe finito i suoi giorni ad azkaban. Cercò di non pensarci, ed usci dalla stanza.
James era seduto su una delle poltrone accanto al camino, aveva sulle ginocchia un voluminoso volume rilegato in cuoio, nel quale sembrava essersi perso, tanto che non si accorse neanche dell' arrivo della madre.
-Che stai facendo?- chiese la rossa al figlio. James sobbalzò, facendo quasi cadere il libro. -Ciao mamma. Sto leggendo.-
-Vedo. Di cosa si tratta?-
James chiuse il libro, tenendo l' indice come segno. -Casate magiche di tutto il mondo.- lesse. - Non è avvincente, ma interessante.-
Ginny si sedette accanto a lui. Voleva trovare qualcosa da dire, ma James aveva già infilato il naso nel libro, anche se lei sapeva che la stava tenendo d' occhio. Sentiva astio da parte di James, ma non sapeva cosa fare. Si alzò di nuovo ed iniziò a camminare avanti e dietro.James sembrava assorto, ma con lo sguardo seguiva la madre.
La madre conosceva il loro rapitore, anche lui aveva l' impressione di averlo già visto da qualche parte. Cosa voleva da loro restava comunque un mistero. Sperò che suo padre si sbrigasse a trovarli, lui era abbastanza tranquillo, perdere la calma non avrebbe giovato a nessuno, ma lo stesso non poteva dire per sua madre, ogni minuto che passava era sempre più nervosa. Avrebbe voluto avere accanto suo fratello. Pensava sempre a lui nelle situazioni difficili, Albus aveva una marcia in più, avrebbe saputo come fare. Si trovò a pensare anche alla piccola Lily, la sua appiccicosa sorellina, aveva voglia di stare con lei. "James sei un paradosso" pensò.
Sentirono bussare alla porta, ed entrambi rimasero di sasso. -Buongiorno miei cari!- esordì il nuovo arrivato. Ginny lo fissava senza batter ciglio, con odio. James avrebbe voluto che non lo guardasse così, non era prudente fare i forti in una posizione di svantaggio, era meglio fare i furbi; lo aveva pensato con la voce di Albus, per questo sorrise e rispose con il più cristallino e allegro dei "Buongiorno" che avesse mai pronunciato in vita sua. La madre lo fulminò, lui la ignorò e cosi fece anche l' uomo. -Tanti auguri James!- disse con un grande sorriso. Aveva tra le mani un grosso pacco incartato con una carta decisamente infantile per i suoi tredici anni, ma lui accettò come se non avesse mai visto niente di più bello. L' uomo sembrava soddisfatto. James lo era di più.
-Tanti auguri anche a te mia cara.- disse porgendo un pacco più piccolo a Ginny. Lei accettò sorridendo forzatamente.
-Bene! Non immaginate quanto io sia felice. Sarà meraviglioso. Il nostro primo Natale insieme. È tutto così perfetto. Vi aspetto al piano inferiore, ho dato un' occhiata alle cucine, ci sono state preparate meravigliose prelibatezze, ma non vi dico altro o vi rovino la sorpresa!- disse entusiasta prima di uscire.
"E' folle." pensò James. Posò il libro e si alzò. -Andiamo a prepararci.-

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Vorrei che piovesse
FanfictionFANFICTION liberamente inspirata al mondo di Harry Potter, non 19 anni dopo ma 15, una maledizione che sembra non voler lasciare la famiglia Potter. Una storia che sembra ripetersi, vecchie conoscenze che diventano indispensabili. DOPO 15 anni dall...