Perlustrarono la cantina a fondo ma quello sembrava essere l' unico indizio. Quello e la casa al piano di sopra.
-Perché distruggere la casa?- chiese Ron, mentre uscivano fuori attraverso la cantina della ''simpatica'' donna che avevano avuto modo di conoscere un paio d' ore prima. Harry era perplesso, Ron pieno di domande e Neville si chiese se si erano rimbambiti.
-Credo sia abbastanza ovvio. Sono rimasti del tempo qui, forse erano impossibilitati ad andarsene, si sono dovuti nascondere ed hanno approfittato che i Newfire non ci fossero per usare casa loro. E' stato tutto progettato a puntino.- Harry e Ron si guardarono per un po'. La spiegazione era logica, ma sollevava una quantità infinita di domande. Constatatò che li non avevano più niente da fare, ripercorsero il tunnel fino alla cantina della signora Freime ed uscirono in strada, il freddo li investì in pieno, -Andiamo a dare un' occhiata alle macerie, magari troviamo qualcosa di utile.- disse Harry; Ron e Neville annuirono e si avviarono dietro di lui.
La casa si trovava esattamente dietro quella della signora Freime, ed appariva come un macabro gigante dormiente che guardava in direzione del delizioso ed innevato giardino di fronte.
Harry si avvicinò a quella che doveva essere stata una finestra, si guardò intorno: era incredibile che poco tempo prima quella era stata una casa, provò un po' di pena per i signori Newfire, pezzi di legno erano sparsi ovunque, da sotto una rete spuntavano gli avanzi bruciati di una tenda, che ricordò ad Harry la tappezzeria delle poltrone di zia Petunia in Privet Drive; un cumulo di mattoni stava per essere sommerso dalla neve; la neve rendeva tutto più pulito ed ordinato, eppure Harry sapeva perfettamente che aspetto avrebbe avuto se fosse stato in piena estate. Per un secondo fu catapultato a Godric's Hallow, che fosse anche quello uno stratagemma del rapitore per farlo tornare indietro con la memoria? Harry sorrise amaramente, non aveva bisogno di questi espedienti, spesso e volentieri passeggiava nel viale dei ricordi.
Sentì freddo sulle orecchie, ci si passò una mano sopra, il bordo della sciarpa era bagnato. Fù solo allora che Harry si rese conto che aveva ripreso a nevicare. Ron alla sua sinistra rabbrividì e ritrasse il collo nel bavero del cappotto.- Cosa cerchiamo?- gli chiese in un soffio. Harry scosse la testa, in realtà non sapeva nemmeno lui cosa cercare, ma forse avrebbe trovato qualcosa sul famigerato ''signor D.''
Neville era salito in cima e si giostrava in bilico su delle tegole, poi si accucciò -Potter!- gridò.
Harry lo raggiunse, facendosi spazio tra i pezzi di mattone. -Che hai trovato?- gli chiese.
Neville estrasse un foglio un po' bruciacchiato che porse ad Harry. -Guarda qua Potter.-
Potter, ( da quando Neville lo chiamava per cognome?) prese il pezzo di carta e sgranò gli occhi, una furia lo aveva investito, scese in fretta con la foto stretta tra le mani, non disse niente e si diresse fino alla casa della signora Freime, bussò forte alla porta e quando la donna aprì Harry quasi la scosto.- Devo usare il suo camino.- senza attendere una risposta entrò, lasciando che le spelacchiate sopracciglia della signora Freime arrivassero fino alla fine della fronte, si infilò nel camino e scomparve non prima sentendo la voce della donna che gli gridava dietro:-Villano!-
Un secondo dopo Harry Potter uscì da uno dei tanti camini del ministero della magia e si avviò a passo spedito verso il suo ufficio, non stava ragionando e tanto meno stava pensando a cosa avrebbe fatto, non riusciva a capire come diavolo fosse riuscito ad aggirare il veritaserum, ma con le arti oscure che aveva appreso da ragazzo in qualche modo lo aveva fatto, era intenzione di Harry comunque di farlo parlare, con le cattive stavolta. Spalancò la porta del suo ufficio, che trovò vuoto, la rabbia aumento, quasi ringhiò quando girandosi si ritrovo davanti Gregory Spellet, il suo tirocinante. -Dove sta quel porco!- abbaiò al ragazzo. Gregory Spellet era un giovane ragazzo, fresco di scuola, che idolatrava Harry Potter e tutti coloro che avevano combattuto la grande guerra; si trattava di un ragazzo mingherlino, ma alto, con folti capelli rossi e una pelle tanto chiara da sembrare bianca, aveva due occhi grandi e marroni; in sostanza Gregory Spellet poteva sembrare il classico ragazzo acqua e sapone, dolce e timido. Era di tutt' altra pasta, Greg era un tipo tosto, che non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno, dotato di coraggio e fiuto era una delle migliori reclute auror che di era guadagnato il rispetto di Ron dopo aver affrontato Hermione ed esserne uscito campione, senza contare le conquiste amorose, la stessa Fleur aveva una specie di '' cottarella'' per lui.
Sta di fatto che indietreggio di un paio di passi quando Harry gli chiese del porco. -Cosa dice signore?- chiese non capendo chi fosse il porco di giornata. Quando era in collera non era strano sentire Harry chiamare ''porco'' il delinquente di turno. Harry espirò forte dalle narici e chiuse per un secondo gli occhi, anche questo faceva spesso quando qualcuno non lo capiva al volo. - Sto parlando di Draco Malfoy, io l' ho lasciato qui quando me ne sono andato e ti posso assicurare che non lascio il mio mantello in giro, quindi Spellet, il porco dove è locato?-
-E' andato via signore, una mezz' ora fa.- rispose l' assistente.
Harry lo guardo come se avesse bestemmiato di fronte a dei bambini. -Cosa?-
-Non avevamo motivo di trattenerlo signore.- rispose sulla difensiva Gregory. L'auror lo ignorò e scese di nuovo verso uno dei camini, con un' altra destinazione in mente.''Perle ai porci''. Questo pensò Draco Malfoy quando varcò la soglia di casa propria. Lui era andato con le migliori intenzioni da quel bamboccio per dagli una mano e cosa aveva ricevuto in cambio? Un calcio in culo. Potter del cazzo. Lui è perfetto, non ha bisogno di aiuto, risolve tutto come una calcolatrice, capisce tutto come uno psicologo, è così coraggioso che Riccardo cuor di leone è una signorina in confronto, la sua scienza deduttiva è pari a quella di Sherlock Holmes, fascinoso e carismatico, il classico stronzo che ti fanno vedere sulle pubblicità dei profumi. La cosa bella è che ci crede pure. Il padre eterno rincarnato.
Malfoy era di pessimo umore, incazzato nero. Prese a calci il porta ombrelli e si vergogno di se stesso, che figura aveva fatto e di fronte a quelle mezze seghe. Era andato li tutto convinto di essere d' aiuto ed era stato trattato come uno zerbino, col cazzo che si sarebbe fatto fregare in quel modo.
Si sedette alla scrivania e tirò fuori il libricino di pelle rossa e scrisse tutti gli insulti possibili ed immaginabili che gli venivano in mente, pensando a Potter, non era così difficile.
Perché lo aveva fatto? Per il bambino.
Non gli importava niente di Harry fottuto Potter, ne di sua moglie, ma del ragazzo si. Non lo conosceva, non lo aveva nemmeno mai visto, ma si rivedeva in lui. Il ragazzo con il padre famoso ( anche se suo padre era famoso in altri ambiti) che deve tenere testa alle aspettative, che ogni minimo fallimento fa disonore al nome che porta, ogni successo ovvio, infondo è figlio del grande Harry Potter, in modo che ogni onore al padre e ogni onere al figlio. Sapeva come ci sentiva.
Posò la matita, si chiese se non stava prendendo un abbaglio, magari non era così, magari stava prendendo un grosso granchio. Scosse la testa al nulla. Doveva essere così.
Sentì sfrigolare il camino, corrugò la fronte, pensava che la comunicazione fosse chiusa, così si avvicinò. Non lo vide neanche in faccia ma sentì il pugno abbattersi su di lui e cadde all' indietro sul divano. ''Potter. E siamo a due''
-Dove sono! Lurido figlio di puttana! Bastardo! Giuro che ti ammazzo e me ne frego se mi sbattono dentro!- gridò cosi forte il moro, che Draco ebbe la certezza che sarebbe stato il protagonista della prossima riunione di condominio sotto la voce ''disturbatore della quiete pubblica''.
-Di che parli imbecille?- berciò Draco rimettendosi in piedi.
Potter era livido di rabbia, serrò un pugno e lo fece partire, stavolta però Malfoy era preparato, bloccò il braccio di Harry e chiuse la mano destra abbattendosi sulla mandibola dell'uomo con tutta la forza di cui disponeva. Harry carambolò verso la porta d' ingresso, gli occhiali volarono più in la, andando a sbattere contro l' appendi abiti. Potter si rialzò, pronto all'attacco. Malfoy fu più veloce. Prese la bacchetta dalla scrivania e lo pietrificò. Harry cadde a faccia avanti sul tappeto. Il biondo, guardingo si avvicinò e lo rigirò, gli occhi di Potter erano iniettati di sangue e Draco si guardò bene da non scioglierlo dall'incantesimo, lo guardò per un momento e gli scappò un mezzo sorriso, era esilarante con quella faccia . Si sedette sui talloni all' altezza del petto di Harry e lo guardò dritto negli occhi.
-Io non so dove vuoi andare a parare Potter, so che per te io sono il colpevole perfetto, ma ti posso assicurare che non centro una mazza in questa storia di merda. Quindi caro, qui le cose sono due: possiamo continuare a picchiarci, e ti faccio notare che al momento sei in una posizione di svantaggio; oppure puoi credermi, anche se pensavo di averti tolto ogni dubbio quando tu e carotina mi avete dato il veritaserum, quando ti dico che voglio aiutarti e perché credo che tuo figlio abbia già la croce di avere te come padre e non è giusto che soffra ancora. Ho già conosciuto un ragazzo che ha pagato per gli sbagli del padre e ne ho abbastanza. Voglio un posto nel mondo, e un posto comodo, sono stanco di essere considerato la feccia da te e da quei quattro deficienti come te, voglio riscattarmi. Voglio essere il tizio che ha salvato il figlio del ''bambino che è sopravvissuto''.-

STAI LEGGENDO
Vorrei che piovesse
Hayran KurguFANFICTION liberamente inspirata al mondo di Harry Potter, non 19 anni dopo ma 15, una maledizione che sembra non voler lasciare la famiglia Potter. Una storia che sembra ripetersi, vecchie conoscenze che diventano indispensabili. DOPO 15 anni dall...