Harry era arrivato al ministero con una buona mezz'ora di anticipo, perciò rimase molto sorpreso di constatare che non era il solo a non aver dormito.
Seguì il rumore e si affacciò all'ufficio di cooperazione magica, dove una donna alquanto sconvolta rovistava tra una pila di fogli, con un espressione che diveniva sempre più apprensiva e aggrottata.
Muoveva freneticamente le mani, leggeva ancora più velocemente e scuoteva la testa con amarezza. Harry non sapeva se annunciare la sua presenza o andarsene silenziosamente, tuttavia ci pensò troppo, perché la donna alzò lo sguardo ed emise un gridolino:- Harry! Mi hai spaventata, credevo fosse lei.. stavolta mi ucciderà veramente.-
Harry guardò per un momento la bellissima Fleur Weasley, alla quale sembrava che gli anni avessero solo giovato, che aveva ripreso la sua frenetica ricerca -Chi ti ucciderà?- domandò Harry, facendo un passo avanti.
Fleur smise di cercare, poggio le mani sulla scrivania e guardò Harry in faccia: -Chi secondo te, potrebbe uccidermi se non trovo il fascicolo della delegazione russa che sarà qui tra meno di un' ora?- Fleur aveva gridato e il grazioso viso si era arrossato e contratto dalla rabbia.
-Ah..Hermione. -dedusse Harry.
-Bravissimo! Sei un grande auror! - gridò Fleur continuando a rovistare. Harry iniziò a cercare insieme a Fleur che lo ringraziò con uno sguardo. Silenziosamente cercarono per buono un quarto d'ora, quando Fleur, emise un gridolino di gioia tirando fuori da sotto uno scatolone un voluminoso fascicolo blu. -Finalmente!- esulto la francese, ringraziò Harry con un bacio sulla guancia e filò via in sala riunioni per preparare tutto prima che Hermione fosse arrivata. Ed Hermione, arrivava sempre in anticipo.
Harry le sorrise e infilandosi le mani in tasca, se ne andò a passo lento verso il suo ufficio.
Erano solo due mesi che lui e Ron si erano ritrovati Fleur ed Hermione con vicine di ufficio, da quando il terzo piano aveva reclamato una ristrutturazione vera e propria. Fleur ed Hermione non erano esattamente quello che si definisce un gruppo affiatato, tuttavia insieme erano produttive, Hermione era la pragmatica e Fleur quella cortese e la cosa funzionava; fermo restando che Fleur era terrorizzata da Hermione, la quale sosteneva che non l'aveva mai sgridata, ma che le aveva solo fatto notare delle sue mancanze.
-Allora Fleur deve essere sorda, senti Hermione come urla.- aveva fatto notare Ron dal loro ufficio, durante una delle sfuriate della moglie.
Harry entrò in ufficio, quando qualche camino aveva iniziato ad accendersi, presto quel posto avrebbe smesso di essere cosi silenzioso.
Senza capire di preciso come, il salvatore del mondo magico si sentiva stranamente sconsolato e triste; l'animata foto sulla sua scrivania non aiutò. Erano tutti li sorridenti, i suoi genitori, Sirius, i genitori di Neville, Lupin. Perfino Moody sembrava sereno, lo stesso Moody che gli aveva dato quella foto anni fa e che lui aveva accettato con rabbia.
Harry avrebbe voluto essere diverso, avrebbe voluto una vita diversa. Tristezza ,rabbia, rancore, si mescolavano in lui e non lo abbandonavano mai; persino quando nacquero i suoi figli.
Era felice di avere tra le braccia James,il giorno più bello della sua vita, tuttavia era diventato triste pensando al fatto che suo padre e sua madre non lo avrebbero mai fatto. Ron cercò per molti anni di tirarlo fuori dai ricordi e farlo tornare alla realtà. Ciò che era stato non sarebbe tornato, così come era inutile rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere, era inutile cullarsi nelle varie possibilità che il destino avrebbe potuto offrire. Col passare degli anni Ron aveva rinunciato a vedere meno cupo il suo migliore amico, il fratello che la vita gli aveva donato, e accettava la realtà con muta rassegnazione.
Si rese conto di essere rimasto catatonico per venti minuti, si riscosse e inizio a lavorare afferrando il suo fascicolo ''sull'erede'', così lo chiamavano Harry e Ron; si trattava in realtà di qualcuno che inviava al ministero biglietti del tipo: '' l'erede sta tornando'' oppure ''le cicatrici rimangono per sempre'', cose di questo genere, ne aveva mandati circa diciotto in tre mesi e tutti sembravano indicare Harry come destinatario anche se il mittente non ne dava mai conferma. Potevano essere i messaggi di un esaltato adorante di Tom Riddle, o di un folle tormentatore di Potter, tuttavia l'esperienza aveva insegnato che tutto quello che riguardava Harry non andava preso sotto gamba. Forse era niente come potevano essere i messaggi di un mangiamorte che sfuggito al braccio della giustizia stava organizzando un attacco da qualche parte, o forse proprio a danno dei Potter;
Harry e Ron tenevano conto di qualsiasi ipotesi plausibile, tuttavia non ne venivano a capo.
Harry posò le varie lettere sulla scrivania e poggiò la testa allo schienale della sedia. 'Magari è Malfoy che le manda', pensò guardando il soffitto.
-Buongiorno! Come andiamo?- Ron fece capolino dalla porta con un sorriso smagliante.
-Buongiorno a te. Stavo riflettendo sul nostro caso, non so cosa pensare.- Rispose Harry; Ron sbuffò sonoramente -Ti stai facendo il sangue amaro già di prima mattina? Andiamoci a prendere un caffè e poi ci mettiamo a lavoro.- Harry si alzò, andò verso Ron e i due si girarono in direzione della caffetteria. Ron lo stava letteralmente rimbambendo con il racconto troppo dettagliato dell' arresto della barista giapponese, invischiata in un riciclo di oggetti magici all'estero, Ron l' aveva agganciata in un pub e aveva iniziato a corteggiarla per arrivare alla banda, lei ci aveva creduto e aveva perso la testa. Quando lo aveva capito, lei era scappata e Ron si era beccato un sonoro ceffone per averla solo usata, tuttavia riuscì a mandare un gufo dove diceva a Ron che lo avrebbe perdonato, era stata Hermione a leggere il messaggio, cosi gli schiaffi divennero due. Quella sera Ron dormì da Harry.
Ron continuava a blaterare su quali gesti eroici aveva compiuto la sera precedente, catturando anche gli altri due membri della " banda del pupazzo". Harry neanche lo sentiva.
Arrivarono nella caffetteria consapevoli che non sarebbe stato facile arrivare al caffè, erano le nove del mattino e già era piena di gente. Ron ed Harry cercarono in tutti i modi di intrufolarsi tra un impiegato e l'altro, ma neanche il più duro allenamento da auror poteva essere di loro aiuto; tuttavia era destino che quella mattina il caffè non lo avrebbero preso, perché proprio mentre Ron stava allungando la mano, Gregory Spellet, una delle nuove reclute auror, correva a tutta velocità verso di loro. Si fermò ansimando: -E' esploso un negozio in Diagon Alley! Credono si tratti del Tiri Vispi!-
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Vorrei che piovesse
FanfictionFANFICTION liberamente inspirata al mondo di Harry Potter, non 19 anni dopo ma 15, una maledizione che sembra non voler lasciare la famiglia Potter. Una storia che sembra ripetersi, vecchie conoscenze che diventano indispensabili. DOPO 15 anni dall...