Capitolo 29

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In sostanza avevano passato una bella giornata, per lo meno visti da qualcuno che non sapeva cosa guardare. James aveva trascorso tutto il tempo sorridendo alle battute più squallide e risposto cortesemente alle domande più odiose; invero per tutto il giorno aveva studiato l'ambiente circostante. Pensava costantemente ad un modo per comunicare con suo padre.
Fù davanti alla voliera, nella passeggiata che fecero il pomeriggio di quello stesso giorno, che gli venne in mente di prendere uno dei gufi e spedirne uno al padre.
Inutile dire che sia la voliera, il palazzo e qualsiasi angolo di quella stramaledetta casa, fosse sorvegliato da uno o più elfi; ciò comportava un più che modesto ostacolo all'impresa di prendere un gufo senza essere visti. Per un momento James aveva anche preso in considerazione di coinvolgere nel suo piano Rufus, l'elfo che l'aveva preso in simpatia. Il ragazzo era quasi convinto del fatto che se gli avesse chiesto aiuto, molto probabilmente l'elfo lo avrebbe aiutato, ma la lealtà degli elfi é cosa ragirabile e se il suo padrone gli avesse ordinato di parlare, Rufus non avrebbe potuto tirarsi indientro, finendo nei guai. James non voleva assolutamente questo,Rufus gli era a modo suo caro. Accantonò per il momento la possibilità di un messaggio via gufo e pensò ad altro. Quando rientrarono, decisamente infreddoliti, James filò velocemente verso il camino e fù proprio davanti al fuoco scoppientante e allegro, che gli venne in mente la cominicazione tramite camino. Certo avrebbe dovuto trovare la polvere, questo era forse ancora più difficile di rubare un gufo.
Forse nelle cucine, magari in un posto sorvegliato. Aveva visto gli elfi smaterializzarsi, ma initile dire che erano stati predisposti incantesimi antismaterializzazione che avevano vanificato i tentativi della madre; ma l'uomo era uscito, ne era sicuro e non dalla casa ma tramite camino, quindi doveva esserci della polvere in casa. Ma dove!

Si rigirò nel letto, non riusciva ne a dormire, ne a smettere di pensare. Se solo avesse trovato la polvere, avrebbe potuto parlare con suo padre. Ma una cosa così piccola in una casa così grande... L'ago nel famoso pagliaio. Doveva essere comunque ben nascosta o lui e sua madre l'avrebbere usata per fuggire....fuggire.
Si mise a sedere sul letto, non pensava più a parlare con suo padre, ma una vera e propria fuga.  Se avesse trovato la polvere tanto valeva usarla per fuggire. Stava diventando pazzo.
Si alzò dal letto e si infilò le ciabatte, senza far rumore, entrò nel salottino e si sedette sulla grande poltrona di fronte al camino.
I raggi lunari entravano dalle finestre, illuminando tetramente la stanza. James si guardò intorno. Regnava un silenzio surreale, freddo, triste.. Odiava quella casa. Si domandava come aveva fatto il ragazzo della foto a viverci senza uscirne folle. O forse chissà era impazzito.
Si allungò e prese il libro delle grandi casate magiche di tutto il mondo ed iniziò a sfogliarlo distratto. Poi lo chiuse di colpo. Lo rimise sul tavolino e si alzò.
Doveva rischiare.
Uscì dal salottino, richiudendosi la porta alle spalle. Scese i gradini fino alla grande sala dove avevano pranzato, ringraziando mentalmente chiunque avesse messo la moquette. Percorse la stanza in fretta, in realtà senza una metà ben precisa in mente e senza neanche un piano.
Appena dietro le colonne ai lati del grosso camino, vide un filo di luce filtrare da sotto una porta. James si accostò alla parete tendendo bene le orecchie.
Sentiva due voci distinte, una era quella dell' uomo l'altra sembrava proprio quella di Rufus.
-Padrone siete sicuro? - domandava l'elfo.
-Purtoppo si. Non ho altra scelta. - rispose l'uomo.
James ebbe paura che i due si riferissero a lui. Speró vivamente che non fosse così. Sentì ancora il rumore di passi dietro la porta, poi lo scatto della maniglia che veniva aperta ed un fascio di luce che illuminava la stanza. James si schiacciò ancora di più al muro e trattenne il respiro.
- Useremo la cosa a nostro vantaggio. - disse ancora l'uomo dando ad intendere che la discussione era conclusa. Uscì una figura più piccola a giudicare dall'ombra che proiettava mentre l'uomo era rimasto sull'uscio della porta.
-Bene padrone. Attendo vostri ordini.-
Era Rufus. Fece due passi e si fermò quasi davanti a James. Il ragazzo sentiva lo stomaco contorcersi e i palmi delle mani sudate. Pregò, ma fù assolutamente inutile. Rufus lo aveva visto. Si giardarono per un attimo, James si ritrovò di nuovo a pregare con lo sguardo, supplicò l'elfo di tacere. L'altro lo guardava con la coda dell' occhio senza espressione.
-Rufus. Perché sei ancora li?- domandò l'uomo dall'interno della stanza. James era come pietrificato, dipendeva da Rufus, per un attimo ebbe paura che lo avrebbe tradito. L'elfo sembrò riflettere, poi rispose: -Mi chiedevo a che ora vi devo svegliare domani mattina, signore.-
-Alla stessa ora di sempre.- rispose secco.
-Bene signore, vi auguro la buonanotte signore...- si congedò con reverenza, senza ottenere risposta. L'elfo si avviò verso le scale mentre la porta da dove era uscito si chiudeva alle spalle dell'uomo e la luce veniva spenta.
James espiro fortemente, gli sembrava di non respirare da secoli, la fronte era matida di sudore e sentiva le gambe e le braccia tremare. Aveva avuto paura. Senza la sua bacchetta si sentiva inerme ed indifeso, mai ne aveva sentito la mancanza come in quel momento. Rimase un minuto poggiato al muro, per riprendere fiato. Di chi parlavano? Quale cosa avrebbe volto a suo vantaggio? Aveva voglia di interrogare Rufus, ma sarebbe stato saggio?
Rufus lo aveva difeso in fine, magari se faceva pressione sull'elfo, magari avrebbe confessato al suo padrone di averlo visto, poi avrebbe dovuto affrontare quell'individuo. Domande e supposizioni si accalcavano nella sua testa. Decise di tornare sui suoi passi e tornare a letto, senza fare cose stupide... Per quella notte aveva dato.
Uscì da dietro le colonne e a ritroso percorse il salone, gli si parò davanti Rufus a braccia conserte; Quasi gridò, ma fulmineò si tappo la bocca. L'elfo lo guardava inespressivo e gli fece segno con il capo di seguirlo. In totale silenzio arrivarono fino alla camera di James e  chiusero la porta. L'elfo fece in gesto con la mano. -Sei pazzo!- Gridò. James tese le mani in avanti -Sta zitto! Ci sentiranno!- bisbigliò terrorizzato.
-Incantesimo muffliato hogwartsiano, dovresti averlo studiato.- rimbeccò l'elfo ad alta voce. Il ragazzo si calmò e si sedette sul letto.
-Allora, moccioso, cosa pensavi di fare?-
James si torceva le mani, avrebbe dovuto mentire? Forse no...infondo Rufus non lo aveva stanato. Decise di essere sincero.
-Devo andarmene di qui. Io e mia madre. Lo capisco vero?-
Rufus lo guardo a lungo. -Sei un idiota lo sai?-
James corrugò la fronte, - So che sarà difficile, ma devo tentare. Penso di farcela, anche se ormai credo che dipenderà da te...-
Rufus sorrise, -Si, sei decisamente un' idiota. Lui sa. Sa che sai e che cosa hai intenzione di fare.-
-Come fa a saperlo?- domandò James sbigottito. Rufus sorrise di nuovo. -Hai un bel faccino, ma poco cervello. Ha notato come ti studi la casa, tutti noi lo abbiamo notato. Hai preso un libro dalla biblioteca, e che libro hai preso?- proseguì senza attendere risposta - "Storia delle casate magiche di tutto il mondo", non proprio un libro per ragazzi...osservi, studi, calcoli..non sembri proprio sospetto.- concluse ridendo di gusto.
James sospirò sconfitto, si era sentito in gamba e all'altezza della sitazione, invece era stato soltanto un idiota che si crede meglio degli altri, ora tutto era senza senso.cosa poteva fare adesso?  Se l'uomo sapeva come poteva comportarsi, ma poi perché non aveva preso provvedimenti?
- Quindi...sono fregato.- concluse James.
Rufus aveva smesso di ridere e per la prima volta sembrò titubante. - Ora sai anche tu, agisci di conseguenza. Ma...- si interruppe.
James si sporse verso l'elfo, -Ma? Va avanti.-
-Voleva ucciderti ragazzo. Poi ci ha ripensato. Tu sei l'esca, sta aspettando tuo padre.-
-É pazzo...mio padre é un auror ben addestrato non ha possibilità.
-Sciocco ragazzo, anche il grande Harry Potter é un'uomo e soprattutto un padre.-

Vorrei che piovesseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora