Capitolo 11

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Aveva camminato a lungo. I perché nella sua testa erano diventati talmente tanti che non entravano più. Non poteva capire il dolore o l' angoscia di Potter ne quella di Weasley, erano entrambi innamorati di quelle persone, anche se in modo diametralmente opposto, ma con la stessa profonda intensità.
Molto probabilmente non era dispiacere quella che provava, ma più una semplice e forte curiosità, non avendo fratelli, non poteva immaginare il dolore nel perderli e tantomeno il dolore nel perdere un nipote, o una moglie.
Semplicemente stava correndo troppo, magari erano vivi e presto i rapitori, si sarebbero rivelati per un riscatto.
Quante probabilità ci potevano essere che fosse così? Se veramente erano Mangiamorte non cercavano denaro, ma vendetta. Qualunque cosa fosse, forse era veramente dispiaciuto per Potter. Era famoso, bravo, bello e dannatamente sfortunato. Non aveva avuto niente dalla vita, ne una madre, ne un padre e ora neanche una moglie e un figlio.
Era arrivato fino a casa perso nelle suoi pensieri, ripescò le chiavi dalla tasca e apri la porta.
La casa era fredda, Malfoy rabbrividì, accese le luci e si tolse cappotto e sciarpa.
Decise di prepararsi un tè, non aveva voglia di cucinare. Mise su il bollitore e iniziò a mettere la legna nel camino, un bel fuoco era quello che ci voleva per togliersi il torpore di dosso, si sedette sul bordo del caminetto e iniziò, con molta cura a disporre la legna più piccola. Poi iniziò a piangere.
Pensava a sua madre, a suo padre, alla sua vita... Un  susseguirsi di delusioni e rammarichi. Il risultato era evidente. Era solo, completamente solo. Il silenzio era suo amico. Era riuscito a perdere tutti, un record che pochi potevano vantare, perfino Potter.
La vita del babbano infine non gli aveva arrecato gli effetti desiderati, lui pensava che se si fosse mischiato tra persone che non sapevano niente del suo passato, che quindi non avevano pregiudizio su di lui, le cose sarebbero state diverse; le persone non avrebbero avuto aspettativa e questo sarebbe stato più facile per intraprendere un nuovo cammino.
Singhiozzava come un disperato, senza riuscire a fermarsi senza capire perché stesse piangendo e poi si fermò di colpo. Così come aveva iniziato, aveva smesso. Rimase qualche secondo in ginocchio davanti al camino guardando la legna "Stai invecchiando signor Malfoy, cominci a essere bipolare" pensò.
Tuttavia aveva individuato il problema. Avrebbe potuto fingere di essere un babbano per tutta la vita, ma non lo era. Lui era un mago. Poteva lavarsi a mano i suoi vestiti, o accendere in fuoco con fogli di giornale, o viaggiare in bus, ma era un mago. Il destino prima o poi te lo ricorda.
Si alzò di scatto, si asciugò gli occhi, il bollitore aveva appena iniziato a fischiare. Andò in camera sua e apri l' armadio, tirò fuori un grosso baule con le cifre D.M. e lo aprì.
C' erano diverse copie di giornale, una divisa scolastica, qualche libro, due pergamene, sei piume e poi lei, la sua bacchetta.
La prese in mano e la rigirò tra le dita, sembrava più piccola e il suo legno più scuro, ma non era estranea al suo tocco e senti che il suo bracciò era completo, stranamente non si sentiva più solo. Andò in cucina e girò la manopola del gas spegnendo l'acqua. Puntò la bacchetta verso il camino, che un attimo dopo scoppiettava davanti ai suoi occhi. Si sedette su uno sgabello in contemplazione del fuoco. Si sentiva bene.
Harry Potter rimase fino a tardi a rivedere la lista dei mangiamorte, stilata con Malfoy. Aveva trovato vita, morte e miracoli di ogni singolo individuo. Soprattutto la morte. Aveva iniziato a stilare una personalissima lista di tutti i parenti relativi a ogni singolo mangiamorte. Alle due del mattino ne aveva scartati solo sei.
Non voleva pensare a dove fossero Ginny e Albus in quel momento; erano feriti? Erano affamati? Erano vivi?
Harry si prese la testa tra le mani, poggiando i gomiti sulla scrivania.
Mentre teneva gli occhi chiusi, sentì la porta aprirsi. Alzò d scatto la testa, Ron era entrato e si era seduto di fronte a lui.
-Sono stato a casa, mi hanno chiesto quando pensi di rientrare..-
- I ragazzi stanno bene?- aveva chiesto Harry
-Si sono con i miei.quando torni a casa?- rimbeccò Ron.
Harry scosse la testa -Rientrerò solo con Ginny e James.-
Ron lo guardò, gli avrebbe voluto ricordare che aveva altri due figli e che forse loro più di chiunque altro avevano bisogno di lui, ma non lo fece. - Se ti serve qualcosa sono nell' archivio.-
Harry lo ringraziò e lo seguì con lo sguardo, fino a che il suo amico non si chiuse la porta alle spalle. Poi tornò alle sue ricerche.

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