Capitolo 5

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-Nemici dell'erede temete. Perché mi suona familiare?-
Era stato Ron a rompere il silenzio, cercando di avere una voce sarcastica, che invero gli riuscì malamente. Harry sembrò non sentirlo, continuava a fissare la scritta che aleggiava sopra di loro, come in trance. Ron gli toccò una spalla, scuotendolo dal suo stato di apparente shock, d' altro canto Florean Fortescue sembrava soddisfatto. -Che dice signor Potter, si tratta di mangiamorte?- domandò saccente. Harry ne rimase infastidito e deciso a non dargli soddisfazione rispose: -E' da verificare-. Il vecchio aveva storto la bocca con un mugugno, ma non aggiunse niente. Harry era soddisfatto.
Uscirono tutti e tre dal negozio, in strada sia lui che Ron presero un bel respiro di aria fresca. -Sai che molto probabilmente si tratta di mangiamorte, o di loro simpatizzanti?- Gli aveva sussurrato Ron vicino, attento che Fortescue non lo sentisse. Harry lo guardò per un secondo. -Spero di no, anche se è più probabile che sia come dici tuse cosi fosse la faccenda è più seria di quella che sembra. Potrebbe essere inerente ai messaggi che ci hanno mandato.-
Ron era assorto, camminava lentamente -Che diciamo alla stampa?- chiese ad Harry. Il moro scosse la testa, -Rapina Ron, finche non ne sappiamo di più meglio dire una rapina, cerchiamo di non allarmare troppo la gente, avverti gli altri. Io vado al ministero per farci assegnare il caso.-
Il rosso lo aveva guardato e aveva annuito, intanto Spellet, il loro tirocinante si avvicinava di gran carriera, rivolgendosi verso Ron come se Harry non fossi li accanto a loro. -Mi scusi signore, dovrei parlarle.- disse impacciato il ragazzo, da sopra la spalla di Ron, guardava Harry preoccupato. Ron capì qualcosa e prese Spellet per un braccio e si allontanarono di qualche passo. Harry rimase li impalato a guardarli, era infastidito, tuttavia era più preso a guardarli: Ron aveva la testa china verso il ragazzo, che gesticolava freneticamente, evidentemente nervoso, ad un certo punto Ron si accorse che Harry li stava guardando e si girò in modo da dare le spalle al suo collega e coprire per buona parte il tirocinante. Harry sentì montare la rabbia e una stana agitazione, qualcosa non andava.
Harry stava per avvicinarsi, quando Ron si girò e come se fosse medusa in persona, Harry rimase li di pietra. Il suo amico aveva la fronte aggrottata, le labbra serrate e gli occhi leggermente lucidi. Cominciò a chiamare auror da tutte le parti a gran voce, perfino quelli che stavano raccogliendo le deposizioni dei testimoni si fermarono per un momento a guardarlo. Era evidentemente sconvolto. Harry si avvicinò,- Si può sapere che succede?- chiese rabbioso verso Ron. Il rosso lo aveva ignorato e aveva iniziato a impartire ordini a destra e manca, -Chiudete la strada! Che nessuno se ne vada! Interrogate tutti, se vi sembrano anche solo leggermente titubanti ricorrete al Veritaserum. La zona deve restare chiusa fino a nuovi ordini.-
Harry si girò verso Gregory Spellet. -Che sta succedendo!- aveva gridato questa volta. Il ragazzo aveva preso a contorcersi le mani guardando con espressione spaventata, senza dire una parola. Harry si inferocì ancora di più.
-Portateli tutti e tre! Sottoponeteli a Veritaserum! Se stanno mentendo li sbatto ad Azkaban!- gridava Ron verso Eleanor Catery la quale si fece indietro e sparì alla velocità della luce.
Harry ne aveva abbastanza, - Dimmi Weasley, sono un tuo pari o sono anche io uno stupido tirocinante?!- gli urlo addosso
Ron non fece una piega. -Non ti assegneranno il caso e credo che non lo assegneranno neanche a me..- Ron guardò in basso, - Hai sentito Ginevra?- chiese il rosso al cognato, un pugno invisibile colpì lo stomaco di Harry. Ron riprese, -Quei tre sostengono di aver visto due tizi incappucciati prendere una donna, che hanno descritto come Ginny e un ragazzino che teneva per mano.- Harry era basito, - James e Ginny- sussurrò. Ron gli strizzò una spalla mandando giù un singhiozzo, -Non possiamo esserne certi.-
Harry svincolò dalla sua presa e annuì, - Vado a casa, ci vediamo in ufficio.- disse. Un secondo più tardi si era smaterializzato in Grimmauld Place.
Entrò di corsa, chiamando a gran voce la moglie. Da una delle camere si affacciò Lily. - Papà. Perché urli?-
Harry salì le scale di corsa e si inginocchiò di fronte alla figlia, -Dove sono la mamma e James?- domandò alla più piccola dei Potter cercando di avere un tono normale, per non spaventarla. Sembrò funzionare, - mamma e James sono usciti.- Rispose tranquillamente. Harry sentì la morsa allo stomaco stringere ancora di più. - E Albus, tesoro? Dov'è?-
Lily lo guardava confusa, Harry temeva che fosse andato anche lui. - E' in camera sua, mamma ha detto che non sta bene e non può uscire, Albus ha fatto i capricci perché voleva uscire per forza, io sono andata in camera sua. Gli ho detto se voleva giocare con me, ma ha chiuso la porta.- disse la bambina dispiaciuta.
Harry la abbracciò, Lily lo strinse forte, il salvatore del mondo magico sentiva le lacrime salirgli agli occhi e un fastidioso groppo in gola farsi strada. Guardò l' orologio infondo al corridoio, segnava le dieci meno cinque, perplesso si staccò dalla figlia, che aveva due grosse lacrime a solcargli le guance, -Perché Albus non gioca mai con me? Non mi vuole bene?- Chiese la bambina al padre. Harry scosse la testa, -Ha la febbre ecco perché fa cosi...senti tesoro, dov'è la nonna?-
-Non lo so.- aveva risposto la ragazzina un tantino infastidita del fatto che il padre non prendesse sul serio il suo problema.
Harry si alzò, appena in tempo per sentire lo scoppiettio del camino al piano di sotto, due volte.
-Torna in camera tua, Lily, torna a giocare, arrivo tra poco.-
La bambina annuì, e ignara di cosa stava accadendo tornò a giocare.
Harry andò al piano di sotto, non era la signora Weasley a ripulirsi dalla polvere, ma suo marito e un ancora più impolverato Teddy Lupin.
Il signor Weasley era sempre più stempiato e il suo viso gioviale e allegro era storpiato dalla paura. Teddy invece aveva il chiaro segno dell'apprensione sulla faccia, entrambi lasciarono Harry di stucco. Sapevano? Come era possibile che la notizia fosse giunta già alle loro orecchie?
-Speravo di trovarti qui Harry.- disse con voce flebile il suocero del prescelto, porgendogli una lettera. Harry la prese esitante, e dopo averla scorsa si sedette sul divano prendendosi la testa fra le mani. Ted gli sedette accanto, il signor Weasley sulla poltrona.
Stava piangendo, Harry lo aveva visto piangere solo una volta, non riusciva a guardarlo, -Sono riusciti a prenderla?-
Harry alzò lo sguardo e annuì
-Questa è una conferma.- disse Harry alludendo alla lettera.
Arthur Weasley si poggiò allo schienale, Teddy non aveva proferito parola, tutto quello che fece, fù alzarsi e sedersi vicino al padre di Ginny, lui piangendo gli afferrò un braccio e lo strinse scosso dai singhiozzi.
Harry si alzò -Li troverò Arthur fosse l' ultima cosa che faccio.- disse andando verso il camino. Una fiamma verde lo portò via.
Teddy guardò il fuoco fino a quando anche le ultime fiammelle si estinsero.

Vorrei che piovesseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora