Capitolo 27

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Casa di Malfoy era fredda.
Harry senza sfilarsi il cappotto estrasse la bacchetta ed accese il fuoco nel piccolo caminetto. Draco aveva acceso le luci e si dirigeva verso la cucina. Harry sentí il rumore di stoviglie e decise di dargli una mano.
La cucina di Malfoy era piccola, ma funzionale. Anche se secondo i gusti di Harry era decisamente troppo bianca.
-Vuoi una mano?- gli chiese il moro
- Va a farti una doccia Potter. Puzzi.-
Harry uscì dalla cucina e andò nella camera da letto. La sua valigia era rimasta dove l'aveva lasciata, tiro fuori un pantalone di una tuta, maglione grigio, boxer e calze di lana. Si guardò intorno e si rese conto di una cosa.
In casa di Malfoy non c'erano foto, ne li, ne in soggiorno. Andò verso un cassetto del comodino e lo aprí, la curiosità aveva sempre avuto la meglio su di lui; dentro c'erano carte di cioccorane, e lettere, molte lettere. Harry le prese erano tutte da e per un certo Paolo Bennati a Briton.
Sentí Malfoy muoversi dalla cucina e si sbrigò a rimettere apposto le lettere ed a avviarsi verso il bagno. Si chiese che chi fosse questo tizio.
-Sbrigati tra dieci minuti si cena.- gli disse secco Malfoy.
Harry se ne accorse. Il biondo aveva qualcosa che non andava.
-Draco qualcosa non va?- chiese l'auror.
Malfoy lo guardò un secondo asciugandosi le mani con lo straccio che aveva in spalla.
-Dimmelo tu ragazzo d'oro...ho qualcosa che non va?- rimbeccò sarcastico Draco.
Harry era perplesso. Poi capí. -L'incantesimo di tracciamento. Non l'hai digerito.... Mi dispiace.-
-Ah ti dispiace... Tutto qui. Tu non vedi un tizio da anni e siccome ti prendeva per il culo a scuola, decidi di tracciarlo perché pensi che sia un bastardo! E poi te ne esci con la frasetta del cazzo "Mi dispiace"! -
Malfoy era arrabbiato.
Era tradimento quello che Harry sentiva nella sua voce e un nodo gli si creò proprio sopra lo stomaco. Lui che non giudicava, aveva giudicato chi non avrebbe dovuto. Draco aveva coperto anche lui Ron ed Hermione, quella notte a villa Malfoy, con grande rischio. Aveva scelto la loro parte alla fine anche se non lo aveva fatto esplicitamente ed Harry non gli aveva mai dato una possibilità. Malfoy non era solo arrabbiato, ma offeso, deluso ed Harry per la prima volta nella sua vita, si fece schifo da solo. Entrò nella cucina, prese una sedia e si sedette. Draco gli dava le spalle. -Mi dispiace. Per tutto. Per tanto. Non ti ho mai capito... Non ho mai voluto capirti. Mi sono sempre difeso dietro al fatto che fossi un ragazzino anche io...ma in realtà... Forse è tutto più facile quando hai qualcuno con cui sfogarti, a cui dare la colpa. Poi diventi adulto, ma non cambia molto. I babbani dicono che chi nasce tondo non muore quadro e credo che abbiano ragione. La sanno lunga i babbani sulla vita. Eri al momento giusto al posto giusto. Il bersaglio perfetto. Mi hai salvato la vita e non ti ho mai nemmeno ringraziato...-
Malfoy si girò, provava a mantenere uno sguardo duro. -Provasti ad uccidermi nei bagni, senza neanche chiedermi una spiegazione..- Harry lo guardò negli occhi e continuò -Lo so. Non so più cosa mi passasse per la testa...potrei dirti che era la parte di Voldemort dentro di me a suscitare quella rabbia, ma sarei un bugiardo. Tu eri tutto quello che odiavo. Ti ho guardato per ogni singolo giorno della mia vita senza mai vederti. Hai rischiato, hai perso tutto, basta vederti per rendersi conto che il ragazzo sulle scale della sala grande non c'è più. Eccoti qui a metterti in gioco per salvare la famiglia dell'uomo che per tutta la vita ti ha disprezzato... Sei raro Malfoy... Se vuoi me ne vado sedutastante e....anche se...ora non...ha molto senso...voglio che tu sappia che...mi dispiace.- Harry aveva un groppo in gola e la vista gli si appannava sempre più, calde lacrime iniziarono a scendergli sulle guance, ma il moro non riusciva a fermarle. Stava piangendo sommessamente. Draco lo guardò e si avvicinò a lui sfilandogli gli occhiali. Harry spostò il suo sguardo sul viso del biondo, nei suoi profondi occhi grigi. Malfoy si chinò leggermente su di lui
-Ha molto più senso ora, di quanto ne avrebbe avuto anni fa.- sussurrò quasi dolce. Harry piangeva. Era un pianto liberatorio, come se vent'anni di odio, paura, dolore e rammarico si stessero sciogliendo proprio li, in quella stanza. Draco era sempre chino verso di lui lo scrutava, come se lo stesse studiando, come se stesse riflettendo sul da farsi. Poi si avvicinò al suo viso e lo baciò, delicato e leggero. Le sue labbra erano calde e morbide, diverse da quelle di Ginny, ma in egual modo dolci. Harry sussultò per la sorpresa, ma non si mosse. Quando Draco si ritrasse rimase per un attimo con il viso parallelo a quello di Harry. Il moro lo guardò: non c'era malizia o scherno nei suoi occhi, erano limpidi, sinceri... Erano bellissimi, il grigio più intenso che Harry avesse mai visto, come un cielo in tempesta. Le ciglia fitte e chiare, quasi bianche. Gli zigomi alti e affilati, le labbra sottili e rosse sopra la pelle candita. Era bello ed Harry si sentì confuso. Pensò che era un uomo, che lui aveva una famiglia e mai si era trovato in una situazione del genere con uno del suo stesso sesso. Si chiese se fosse sbagliato avere pensieri del genere, ma poi ritornò alla sua mente quella notte ad Hogwarts, lui pronto a morire e Malfoy stravolto e malmesso ai piedi di una colonna. Si erano gurdati per un secondo, non un istante di più, eppure solo Harry capiva ora quel suo sguardo, lo stesso che aveva in quel preciso momento. Forse era sbagliato, ma era giusto. Era quello che voleva.
L'auror gli prese il viso tra le mani e lo baciò, con passione, Malfoy perse l'equilibrio e cadde all'indietro portando giù anche Harry, il quale non si staccò e continuò a baciarlo.
Dopo un attimo di sorpesa il biondo rispose al bacio, chiudendo gli occhi e lasciando che la lungua dell'altro si muovesse all'interno della sua bocca. Le mani di Harry si spostarono dal suo viso alle sue spalle fino a scendere sulla schiena. Draco faceva forza su un braccio per non cadere del tutto all'indietro, l'altro invece, lo aveva passato dietro le spalle di Harry, ma quest' ultimo era decisamente troppo forte e pesante e il braccio cedette, portando Draco sulla schiena ed Harry sopra di lui. Non dovendosi più sostenere, Malfoy ne approfittò per abbracciare bene il moro che rispose al suo abbraccio con maggiore intensità, strappando al biondo un gemito.
Harry lo stringeva a sé e Draco ricambiava. Passò un minuto o forse un'eternità. Si stacarono e si guardarono, Draco aveva le labbra e le gote arrossate, Harry non ci vedeva. Si rialzò e afferrò gli occhiali, Malfoy si mise in piedi a sua volta e si girò sulla pentola che aveva sul fornello. Harry si sentiva imbarazzato, come diavolo gli era venuto in mente?
Il biondo restava in silenzio e l'auror non sapeva che fare. Si sfilò gli occhiali ed iniziò a pulirli sulla camicia, voleva che l'altro parlasse. Lui non sapeva cosa dire, si vergognava.
-Scuse accettate.- disse Malfoy dopo un po'.
Harry si infilò di nuovo gli occhiali. -Io...non so davvero cosa mia sia preso.- cominciò.
Draco si girò verso di lui, senza dire niente.
Harry andò verso la porta e poi si fermò. -Ho ripensato a quella notte...quando abbiamo sconfitto Voldemort. Tu eri all'ingresso... atterra. Io...ho sempre pensato che volessi dirmi qualcosa.- disse infine Harry. Voleva che lo sapesse.
-È così..- Rispose Draco in un sussurro.
Il moro si girò verso di lui. -Cosa volevi dirmi?-
-Stavi per andare a farti uccidere, ma non ho avuto coraggio..-
Harry fece un passo verso di lui e Draco si girò del tutto a fronteggiarlo.
-Cosa avresti voluto dirmi?- chiese il moro insistente.
Malfoy lo guardò dritto negli occhi. -Volevo dirti che ti amavo.-

Vorrei che piovesseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora