L'ESCURSIONE

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Ed ecco di nuovo un affare peloso tutto nero che si posiziona sul mio stomaco. Lo detesto quando fa così.

Oggi mi sento buona e decido di non buttarlo a terra come ogni mattina, ma lo coccolo un po' e poi lo prendo in braccio per spostarlo dalla mia pancia.

Inizio col passare la mia mano sul suo pelo nero e lucido con una lentezza ipnotica, per poi passare due dita sotto il collo che ha una macchia bianca e, facendo attenzione, riesco a sentire le sue adorabili fusa.

È da tanto che non gli faccio un po' di coccole e lui sembra apprezzare questo mio gesto tanto atteso.

Alla fine mi decido ad alzarmi e vado in cucina. Marg ancora dorme, strano, di solito è lei ad alzarsi per prima.

Prendo dal frigo l'ultima ciambella rimasta e mi siedo al solito tavolino in legno per poi cominciare a mangiare con calma. Se Marg deve scoprirmi a finirla che lo faccia pure.

So che ieri aveva espressamente detto che l'ultima era sua, ma se non le do fastidio almeno tre volte al giorno sento che la mia giornata non è completa.

Vado a prepararmi, metto la mia amata felpa bianca Nike e un paio di jeans e poco dopo, come previsto d'altronde, la sento sbraitare qualche parola poco gentile contro di me. Alla fine decido semplicemente di ignorarla e continuo a pettinarmi, raccogliendo i capelli in una coda alta.

Noto con piacere che anche Marg si è decisa a prepararsi, anche se devo aspettarla per almeno venti minuti a non far niente.

"Ti sbrighi?!" Le urlo contro. "Saranno già arrivati tutti, razza di bradipo indolenzito." questa è solo una delle poche cose carine che ci diciamo di solito, ma vi assicuro che so fare di peggio, e anche lei.

Alla fine la spingo fuori casa e andiamo insieme al luogo dell'appuntamento.

"Eccoci!" urlo agli altri salutandoli da lontano. Namy mi corre incontro abbracciandomi e poco dopo anche Greg segue il suo esempio, solo stringendomi più forte. Lui è il mio migliore amico e non c'è cosa che gli nascondo e che lui nasconde a me.

Come con Hale, solo che lui... Lasciamo stare, non ne voglio parlare, per il momento voglio solo godermi questi due giorni con i miei amici. Poi vado incontro anche Josh e Derrick e partiamo. Con loro sono più distaccata, diciamo che quei due sono più amici di Greg che miei, ma non abbiamo mai avuto troppi problemi ad andare d'accordo. Il bosco non è tanto lontano da qui, in mezz'ora dovremmo arrivare.

Amo andare lì, ci vado almeno una volta a settimana, mi arrampico sugli alberi più alti e scatto fotografie del paesaggio, a volte disegno ciò che vedo e quando mi va mi accascio su un ramo abbastanza robusto da sostenermi e mi addormento lassù, legata ovviamente .

È sempre il solito albero, il solito pino, quello fra i due più bassi, quello con il nastro argentato legato al tronco. Ma credo che stavolta mi limiterò a dormire in tenda con Marg e Namy.

Venti minuti dopo Greg è già stanco. Non l'ho mai visto come una persona avventuriera e non ho intenzione di farlo. È pigro e solo io riesco a farlo camminare per più di dieci minuti al giorno.

A volte lo faccio alzare dal divano di forza con la scusa di andare al cinema, altre volte gli dico di aver bisogno di un gelato e della sua compagnia e, quando mi va bene, dopo averlo assillato per dieci minuti riesco a farlo smuovere dal divano e lo costringo ad abbandonare la pigrizia per almeno due orette.

Prendo un bastone e comincio a tastare il terreno, per poi fermarmi di colpo e dire: "Mettiamo qui le tende e prepariamoci per il pranzo. Esploriamo di pomeriggio." nessuno obietta e si sente il solito rumore di zaino sbattuto per terra con forza, quel rumore così bello che mi ricorda quando mi libero di un peso che mi tartassava da tempo.

LE CITTÀ NEMICHEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora