LA MORTE DI HALE

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"Quanto ci metterà a svegliarsi?"
"Non ne ho idea, come faccio a saperlo?!"
"Non abbiamo tempo. Dobbiamo portarla al villaggio, solo là non correrà rischi."
"I rischi li corre ovunque, Julie. Smettila di crearti problemi inutili."

"Senza Hale i problemi ci sono davvero."
"La proteggerà Royce."
"Lui non può farlo, è un demone. Sai benissimo che non ho nessun problema con loro, ma se il Governo Angelico lo scopre noi passiamo i guai. Non dovrebbe nemmeno essere qui con noi e tu vuoi affidargli Ignis? Sei impazzito?!"

"Lui sa a cosa va incontro. L'ama davvero".
"Stai difendendo un demone, te ne rendi conto? Non dimenticare per chi lavori. Gli altri angeli ti toglierebbero le piume dalle ali una ad una se ti sentissero dire una cosa del genere."
"Io non lavoro per nessuno. Sono un angelo libero."

"Nessuno è libero qui. Siamo tutti con le ali legate. È meglio se la proteggi tu, Luke."

"Sai benissimo che non posso. Ho già chi proteggere. Ognuno ha il suo angelo custode, così come ogni angelo custode ha la sua pupilla. Ne troveranno un altro per lei."
"È inutile discutere con te, si arriva sempre a un punto vuoto."

Le voci si fanno sempre più forti e distinte alle mie orecchie, mentre cerco di fuggire dal sonno profondo in cui mi ritrovo, riuscendo finalmente a percepire tutto ciò che mi circonda in maniera più nitida.

Una volta del tutto sveglia giro la testa dolorante in direzione delle voci e trovo Luke e Julie intenti a discutere.

Lei sembra notarmi con la coda dell'occhio e mette subito un freno all'animata discussione.

"Buongiorno" mi dice semplicemente.
" 'Giorno" Provo a tirarmi sù ma sento un forte dolore al fianco e al polmone a sinistra, così cedo rimettendomi alla posizione iniziale.

"Non alzarti, sei ferita."
"Che è successo?"
"Vaghi ricordi della missione?" A quella parola il mio cervello si accende e tutti i ricordi mi passano davanti.

"Sì, direi di sì." Ho ancora gli occhi piccoli e stanchi mentre cerco di mettere a fuoco Julie.
"Ti hanno colpita con dei proiettili.
D'altronde era da immaginare una cosa del genere, hai insistito tu per venire."

"Non mi sto lamentando infatti."
"Bene. Affinché tu lo sappia hai un polmone contuso e dei grandi lividi al fianco. La tuta era antiproiettile ma hai subito troppi colpi."
"Passera prima o poi." Le dico senza mostrare particolare interesse per le ferite.

"Ti ho messo alcuni dei miei vestiti, ti verranno un po' grandi, me li ridarai appena puoi." Ignoro anche queste parole di Julie, avendo altri pensieri in testa.

"Come sta Elys?"
"Sta bene. È di là con gli altri." Mi dice Luke avvicinandosi e intromettendosi nell'argomento.

"Non è Elys il problema, ma Hale." Mi informa Julie con freddezza, come per far entrare di forza quelle sue dure parole nel mio cervello, quasi incidendole. Luke però le lancia uno sguardo altrettanto duro al fine di ammonirla.

"Che ha?"
"È morto." Mi rivelano all'unisono. Strabuzzo gli occhi per lo stupore, forse non riuscendo ancora a realizzare del tutto.

Continuo semplicemente a fissare gli occhi piccoli e scuri di Luke, pregandolo di dire qualcosa anche solo con lo sguardo. Ma la sua espressione è dura.

Non arrabbiata e nemmeno triste, ma severa. Quasi impassibile. Mentre cerca di non lasciar passare nemmeno uno strascico di emozione una lacrima lo tradisce. Si volta e si allontana da noi, verso chissà quale direzione.

LE CITTÀ NEMICHEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora