RAPITI O ARRESTATI?

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Alla fine andiamo nel bosco per l'addestramento. Continuo a essere diffidente nei suoi confronti, rivolgendole la parola solo se necessario.

Ho detto che mi sarei fidata nuovamente di lei, ma forse non lo voglio davvero. Scelgo un albero robusto e comincio ad arrampicarmi, già consapevole di quello che devo fare.

"Ti sei già abituata alle ali, vero?" Mi chiede Elys e io le rispondo di sì. Chissà perché tutti me lo domandano, forse si aspettano di vedermi svenire ai loro piedi.

Subito dopo la vedo con due ali maestose di un grigio scuro e con riflessi azzurri. Vola fino alla mia altezza e mi consegna la mia amata balestra, poi la sento dire: "Procura la cena."

Cerco di salire più in alto, con l'arma legata alla schiena, in cerca di qualche animale.

Non ho mai cacciato prima d'ora e, se devo dirla tutta, non la vedo una cosa molto entusiasmante, ma Elys ha detto che devo procurare qualcosa da mangiare, quindi credo proprio che mi toccherà farlo.

Scorgo una lepre vicino a un albero non tanto distante dal mio, così scendo da quest'ultimo e mi avvicino alla preda.

Scocco una freccia ma manco la lepre di pochi centimetri, la quale, intimorita, scappa via.

Alla fine risalgo sull'albero e aspetto di vedere qualche altro animale. Rimango per qualche minuto a guardarmi intorno, poi intravedo un cervo che si dirige verso una parte del bosco in cui ci sono meno alberi.

È un cervo rosso, lo riconosco, l'ho studiato in scienze. È un animale tipico del nostro paese e, sentendo le parole di alcuni macellai, dev'essere anche buono.

Scendo un pò, per poi posizionarmi su un ramo robusto. Credo di essere pronta per prenderlo, almeno per questo devo mirare bene.

Preparo una seconda freccia, la accarezzo con calma prima di sospirare, per poi posizionarla e prendere la mira.

Chiudo l'occhio destro e miro col sinistro, poi la scocco.

La scocco lasciandola volare verso la sua preda, per poi vederla conficcare nella tenera carne del cervo, che cade a terra esalando i suoi ultimi respiri e versi di disperazione.

Una smorfia di compassione mi si dipinge sul volto, ma questa lascia subito spazio a una di vittoria.

Scendo dall'albero il più velocemente possibile, fiondandomi prima da Elys e, dopo essermi assicurata di essere seguita da lei, verso il cervo ormai morto.

Tolgo la freccia dalla morbida pelle della preda, notando il sangue ancora fresco che esce dalla ferita.

"Hai preso il cuore" mi dice Elys
"Ho sbagliato?" Le chiedo.

"No, affatto. È un buon metodo per uccidere al primo colpo" mi spiega

"Adesso voglio testare la tua velocità. Quando ci sono battaglie fra angeli e demoni si combatte soprattutto fra i boschi. Devi essere veloce, la più veloce, sennò ti uccidono. Ora ti metto questa spilla, tu corri sempre in quella direzione e, quando la spilla comincerà a brillare, dovrai fermarti. Io, nel frattempo, ti cronometro"

annuisco appena e mi preparo a correre
"Parti fra: Tre... Due... Uno... Via!" Esclama e io comincio a correre.

Continuo per altri quindici minuti, poi vedo una lucina rossastra intermittente provenire dalla mia felpa e mi fermo di colpo.

Vedo un ragazzo dai capelli castani muoversi fra gli alberi.

Ad un certo punto lo vedo fermarsi e irrigidire i muscoli, poi due grandi ali bianche gli spuntano dalla t-shirt bordeaux.

LE CITTÀ NEMICHEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora