TRE NOTIZIE

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Vedere quei segni mi fa rabbrividire più per la paura che per il dolore. Rimango a osservarli per un po', con la bocca a malapena aperta e gli occhi spalancati.

Un pensiero mi attraversa subito la mente: Marg.

Come sta lei adesso? Che le è successo? Non ho il tempo di chiedermi altre cose che la porta della stanza viene aperta. La sento scricchiolare e dopo infiniti secondi vedo Elys mentre cerca di entrare: sta piangendo.

Noto due guardie ancora fuori dalla stanza che si rifiutano di entrare.

"Mi servono solo pochi minuti. Devo solo salutarla." Dice Elys. I due demoni si scambiano un'occhiata incerta e si chiudono la porta alle spalle, lasciando me e lei da sole.

Io in tutto ciò sono ancora davanti allo specchio con lo sguardo perso nel vuoto, con gli occhi persi nei suoi.

Lei mi si avvicina e mi abbraccia. È un abbraccio lungo, di quelli che mi fanno sentire al sicuro, protetta.

Passa la mano sulla mia schiena accarezzandola, dicendomi con un solo gesto io sono qui. Non ti lascerò.

Io ho invece le braccia raccolte al petto e mi lascio semplicemente rassicurare da lei. Per un momento riesco a dimenticare tutto, ma quando lei si stacca le paure tornano.

"Che succede?" Un suono flebile esce dalla mia bocca ed Elys si siede sul letto, invitandomi poi con lo sguardo a fare lo stesso.

Mi metto accanto a lei e aspetto che cominci a parlare: "Ho tre notizie. Quale vuoi prima?"
"La più grave." Rispondo senza pensarci.

"Marg è in coma."
"COSA?!"
"Sì... Mi dispiace."
"Cosa è successo?"
"Tu puoi salvarti."

"Non ti ho chiesto la seconda notizia; voglio sapere cosa è successo a mia sorella." Dico cominciando a innervosirmi.

"Te lo stavo per dire. Tu puoi salvarti. Gli angeli inizialmente si sono rifiutati di venire a prenderti e Marg è partita da sola. Al confine con la città dei demoni è stata colpita. Adesso è tornata nella città degli angeli ma è in coma. Gli angeli si sono convinti però: tu puoi salvarti. Stanno organizzando una missione per recuperarti."

"Se lei sta male a causa mia non avrò mai più il coraggio di guardarla negli occhi... Soprattutto se è addormentata." Un altro sussurro abbandona le mie labbra, mentre queste cercano di trattenere pure i singhiozzi.

"Questo cosa vuol dire?"
"Che io resto qui. Ho fatto del male a troppe persone, meglio se muoio. Gli altri non possono continuare a pagare per le mie azioni."

"Tu devi vivere."
"Perché mai dovrei?"
"Io ho bisogno di te."

"Vivi, Elys. Dimenticami e creati una vita migliore senza di me. Io ho fatto anche fin troppi danni. Esci da questa stanza e supplica Lucifero di farmi ammazzare. Ti prego."

"Non posso."
"Non ne hai il coraggio?" Le chiedo quasi sfidandola
"Non ne ho la forza." Risponde lei facendo riunire i nostri sguardi.

Restiamo in silenzio per un po' poi domando: "Qual è la terza notizia?"
"Mi condannano."
"Non è possibile."
"Invece sì. Ci sarà l'esecuzione tra pochi giorni. Non so quando di preciso, ma se gli angeli arrivano in tempo potrei salvarmi anche io, non preoccuparti."

"Pure tu no. Non puoi lasciarmi pure tu."
"Non preoccuparti per me. Io ho vissuto anche abbastanza, salvati tu." Queste sono le ultime parole, poi sento un forte bussare alla porta. Il rumore mi ricorda il sogno ma mando via il pensiero e mi concentro su Elys.

"Aprite!" Grida una voce da fuori. Elys mima un devo andare con le labbra e si alza da letto.

"Ti rivedrò?"
"Se vengono a prenderci sì." Mi sussurra cercando di non far sentire niente alle guardie.

La vedo un'ultima volta mentre viene trascinata fuori, poi la porta viene richiusa con un tonfo.

Ormai non ho nemmeno più il bisogno di piangere. Abbasso lo sguardo sul vestito nero, anch'esso tutto bruciacchiato, con parti di tulle mancanti.

Apro l'armadio in cerca di qualcosa che sia pulito e non ridotto in cenere. Così vado a fare una doccia e, una volta finito, comincio a pettinare i capelli rimasti e mi rimetto coricata a letto, con gli occhi puntanti sul soffitto e i battiti che si fanno più veloci a ogni minuto che passa.

Sto quasi per riaddormentarmi, anche se ho pur sempre paura di fare di nuovo quel sogno, ma gli occhi mi si riaprono di scatto non appena sento dire da fuori: "Dolcezza? Dolcezza, apri." Sembra abbastanza tranquillo ma so che questa calma non durerà tanto.

"È aperto." Dico io senza dargli troppo peso. Non può più farmi niente. All'inferno ci sono già.

Così lui entra, si piazza davanti a me e incrocia le braccia osservandomi con un'espressione impassibile.

"Cosa è successo al matrimonio?"
"Non lo hai notato?"
"Hai incendiato tutto. Ti sei quasi ammazzata."
"Vedo che sei anche perspicace oltre che stronzo."

"Non impari mai a stare zitta, non è vero?!"
"So già che sono praticamente condannata a morte, non puoi fare più di tanto per peggiorare la mia situazione."

"E invece ho trovato qualcosa che può forse tenerti a bada."
"Sentiamo l'idea dell'anno." Lo sfido io, continuando a guardarlo solo con la cosa dell'occhio.

"Tu sei una martire. Non te ne frega più di tanto se vivi o muori. Hai accettato la cosa, ma c'è ancora qualcosa che non accetterai mai: veder morire gli altri per te."

Sussurra queste parole nel mio orecchio destro, col suo solito modo di fare persuasivo, col suo solito tono pacato.

Ha ragione. Ognuno deve morire per quello che ha fatto. E già troppe vite sono state sprecate a causa mia.

"Elys è stata mandata a morte." Dice semplicemente. Lo sapevo, lei me lo ha detto.

"Marg?" Domando io in cerca di altre sue notizie.

"Come sai di Marg?"
"Lo so e basta."
"Non posso dirti niente su di lei. È meglio se per il momento ti preoccupi della tua amica biondina."

"Non posso semplicemente morire io?"
"È finito il tempo di contrattare. Non puoi più chiedere niente. Ti sei divertita a creare problemi? È stata una bella esperienza rovinare tutto per l'ennesima volta? Ora ne paghi le conseguenze."

"Posso incendiarmi di nuovo. Posso darmi fuoco ancora una volta e stavolta posso anche scegliere di non tornare più indietro. Sai che ne sono capace."

"Serve solo un po' di pazienza, niente di più. Sto già trattando con gli angeli per avere ciò che chiedo. Ti terrò al sicuro da tutto quello che può essere potenzialmente pericoloso per un'impura come te, quando ti restituirò agli angeli potrai anche ammazzarti." Detto questo fa per uscire dalla stanza, quando lo fermo con poche parole:

"Come sta Marg?"
"Lei sta per morire." Dice semplicemente e richiude la porta alle sue spalle.

LE CITTÀ NEMICHEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora