L'ANNUNCIO

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Vedo una lacrima abbandonare l'occhio di Royce: una lacrima che mai si era fatto sfuggire, una lacrima che ha rovinato anni di forza facendolo cadere in un attimo di debolezza: una debolezza che non avevo mai visto in lui.

Royce è forte, non l'ho mai visto piangere mi ha detto Elys una volta. Forse non è pronto a lasciarmi, proprio come non lo sono io.

Se dovesse morire lui sarei pronta a lasciarlo, sì sarei pronta a morire al suo posto. Stavolta sono io a cercare di tranquillizzarlo.

Disegno sui suoi palmi dei cerchi immaginari con l'indice ma lui si rifiuta di far incrociare i nostri sguardi.

"Siete liberi di andare. Ignis Parker, passerai un'ultima sera nella tua abitazione, da domani alloggerai in un altro posto."

Sentenzia il demone accanto a Lucifero. Faccio per uscire seguita da Royce e, non appena fuori, vedo Lucifero che mi si avvicina e che mi chiama con una voce incredibilmente persuasiva e calma.

Vengo scossa da un brivido e inghiotto la saliva, pronta a qualsiasi cosa abbia da dirmi: "Ignis, devo parlarti."

Royce mi lascia di scatto la mano ed esce senza nemmeno degnarmi di un suo sguardo.
"Mi dica."

"Dammi del tu, dolcezza."
"Va bene." Quel nomignolo mi urta non poco e, con non so quale autocontrollo, non gli turo uno schiaffo.
"Da domani verrai a vivere nella mia abitazione" dice secco.

"Perché non posso stare in una prigione come tutti?!"
"Noi onoriamo così gli angeli, dolcezza"

"Puoi smetterla di chiamarmi dolcezza?!" Gli chiedo cercando di mantenere la calma e reprimere l'ira.

"Non si sanno ordini a Lucifero, dolcezza" dice accentuando l'ultima parola Fuggire. È sempre stata una fuga la sua vita, quindici anni di problemi mai affrontati. Ma lei stessa sa che è finalmente arrivato il momento di affrontare la situazione. Una sola. Una singola bravata per mettersi in gioco. Un modo per dimostrare a se stessa che lei non sa solo fuggire, una prova di coraggio che la porterà in decine di segreti ingarbugliati, in un nuovo mondo, in un amore sbagliato contornato da ali taglienti come coltelli e morbide come seta.
Un amore che ha come unica protagonista la passione e come sfondo la paura.

"La torcia si fulmina e noi due rimaniamo al buio, ma sono con lui, e questo basta e avanza."

"Non era un ordine ma una richiesta" rispondo fredda

"Uhhh il nostro fiammifero si è arrabbiato?!"
"Come conosci il mio potere?"
"Sono a capo del governo demoniaco, dolcezza, questa è una cosa palese."

"Quindi vuoi tenermi nella tua dimora per questo?!"
"Oltre che arrabbiata sei anche intelligente, vedo"

continuo a mantenere i miei occhi blu sui suoi piccoli e penetranti, senza cambiare espressione e cercando di non far trapassare alcuna emozione.

Mi accarezza nuovamente il mento con l'indice, solleticando la parte, poi prende dalla tasca della sua giacca nera un coltellino e ghigna guardandomi.

Mi afferra il polso e io mi irrigidisco cercando di ritrarre il braccio ma lui stringe di più, per poi passare il coltellino sulla mia pelle e provocare un taglio superficiale.

Una goccia di sangue esce dalla ferita e lui la afferra col dito e porta quest'ultimo alla bocca assaporando il sangue con estrema lentezza.

Il mio corpo viene attraversato da un brivido a quel suo gesto. Alla fine mi lascia il braccio e gli chiedo con voce strozzata: "Cosa mi hai fatto?"

"Ti ho marchiata." Mi risponde con una certa tranquillità che mi mette molta ansia.

"Torna pure dal tuo amabile fidanzato, sempre che la cosa fra voi due possa durare." Mi ordina. Come fa a sapere pure di lui? Insomma... di noi.

A quel punto, ancora stordita, mi giro e me ne vado, sperando di trovare ancora Royce. Quando esco da lì lo vedo seduto su una panchina con le mani chiuse a pugno che sorreggono la sua fronte.

"Royce" lo chiamo quasi sussurrando lui si alza e mi viene incontro per poi chiudermi fra le sue braccia e poggiare le sue labbra sulla mia fronte, proprio come fa quando sono preoccupata.

"Cosa ti ha detto?"
"Conosce il mio potere e sa che stiamo insieme."
"Tanto vale dirlo pure agli altri. Non preoccuparti."

"Come posso non preoccuparmi?! Sto per morire, Royce!" Ecco le lacrime che si impadroniscono della situazione.

"Ti salverò. È una promessa."
"È una promessa?"
"È un giuramento." Mi rassicura lui
Poi sposta lo sguardo dal mio volto al braccio e nota il taglio che perde ancora qualche goccia di sangue.

"Cos'è questo?!"
"È stato Lucifero."
"Ti ha..."
"Marchiata" lo precedo io

"È così che ha detto: ti ho marchiata. Era estremamente soddisfatto di questa sua azione, poi ha preso una goccia di sangue che stava colando lungo il braccio e l'ha portata alla bocca. È una cosa normale?"

"I demoni nell'antichità facevano questo gesto per indicare che volevano una determinata persona. Lui ti ha marchiata ed è come se tu ora gli appartenessi."

"È così? Gli appartengo?"
"No. È un gesto antico, non ha più alcun valore."

"Ma se lo ha fatto..." azzardo senza terminare la frase
"Se lo ha fatto vuol dire che ti vuole."
"Ma io voglio te."
"E io te" si affretta a dire.

Rimaniamo in silenzio per qualche minuto, solo tenendoci per mano, poi io dico: "È impossibile che lui fosse angelo una volta"
"Ogni demone è stato angelo e ogni angelo sarà demone. Questo pensa Lucifero."

Lo abbraccio tenendolo forte, volendo eliminare anche la minima quantità d'aria che ci separa.

"Voliamo?" Mi domanda staccandosi da me
"Voliamo." Confermo io. Apre le sue ali possenti, mi cinge la vita è mi solleva, per poi liberarsi nell'aria come abbiamo già fatto tante volte, regalandomi un senso di libertà indescrivibile. Passiamo circa due ore insieme, poi, nel bosco, mi dice: "Dobbiamo dire a Elys di noi."

"Non voglio farlo."
"Dobbiamo, invece" alla fine annuisco e ci incamminiamo verso la casa dei Pentiti un'ultima volta, godendomi ogni passo che faccio, ogni metro di terra con cui i miei piedi vanno a contatto.

Non appena entriamo sentiamo qualcuno venire nella nostra direzione con passo affrettato: Elys.

"Dov'eravate finiti?!" Urla tirando un sospiro di sollievo
"Cosa ti è successo all'occhio?" Chiede Royce vincolando la domanda precedente

"Quando ho sentito Ignis urlare nel bosco mi sono precipitata da lei ma non ho trovato nessuno, poco dopo è arrivato un demone che ha cercato di rapirmi. Ora rispondete: dov'eravate finiti?!"

"Ci hanno arrestati" confessa Royce. Elys rimane in silenzio per qualche secondo, poi si decide a chiedere: "A entrambi?"

"Sì, ci hanno processati." Aggiungo
"E..."
"Io sono condannato all'esilio" Elys si lascia sfuggire una lacrima e lo abbraccia cercando di tenere a bada i singhiozzi

"Tu, Ignis?" Chiede con voce strozzata. Io scuoto la testa e non rispondo, sentendo il mento che comincia a tremare e i singhiozzi che abbandonano le mie labbra, così come fanno le mie lacrime con gli occhi

"T-tu?" Ripete, stavolta quasi singhiozzando
"S-sono stata c- con- condannata a morte" sento la voce che si rifiuta di uscire, ma alla fine ce la faccio, alla fine confesso tutto.

Elys abbraccia anche me, scoppiando a piangere come non aveva mai fatto.
"C'è altro" dice Royce di scatto
"Cosa?" Chiede lei senza staccarsi da me
"Io e Ignis stiamo insieme."

LE CITTÀ NEMICHEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora