ADDIO

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Sì, lo ha detto. Lo ha detto davvero. Elys rimane immobile, continua a fissarci cercando nella sua faccia un'espressione che neghi le sue parole.

Io, per confermare quanto appena detto, prendo la mano a Royce e lui la stringe e lo sguardo di Elys ancora confuso si sposta su esse. Le sorrido in modo lieve, cercando di incrociare il suo sguardo, cercando di incrociare le sue iridi di ghiaccio, ma lei nemmeno ci fa caso.

Un imbarazzante silenzio popola la stanza al posto delle nostre voci. Elys sembra essersi persa tra le nostre dita incrociate e io fra i suoi occhi vuoti. Mi concedo un'ultima domanda per temporeggiare, per parlare con loro, per sentire ancora una volta le loro voci: "Dov'è Carney?"

"È a fare una riunione con gli altri capi dei Pentiti di altre città" mormora a macchinetta
"Ci sono altre città dei demoni?"

"Certo, Ignis. I demoni sono troppi per una sola città."
"E l'inferno?!"

"Là vivono solo i demoni superiori." Nessuno di noi tre si azzarda a dire altre cose. Ci limitiamo a rimanere in piedi, facendo incrociare di tanto in tanto i nostri occhi così colmi di angoscia.

Il primo movimento sensato lo faccio io: appoggio la testa sulla spalla di Royce, sospirando e cercando di non cedere alla tentazione e al bisogno di piangere.
"Ignis, io..."

"Ti prego, no. Non dire niente, Elys, per favore. Ho finito la mia corsa, la mia gara, la mia vita. Dio ha scelto così e io lo accetto. Non posso fare altro che accettarlo."

"N-no" mormora Elys venendomi ad abbracciare "Non ha scelto Dio questa morte, ma Lucifero." Dice quest'ultima parola con disprezzo.

"È sempre Dio a prendere queste decisioni. Lui chiama per avvertire e tu rispondi, non puoi fare altro, altrimenti ti porta via dal mondo senza preavviso."

"Sei pronta?" Mi chiede Elys "Per... Per morire, insomma"
"Sono pronta." Confermo io.

"Io no, rossa. Non sarò mai pronta a lasciarti andare tra le sue grinfie. Non sarò mai pronta a sapere che presto un pugnale affonderà nella tua pelle, nella pelle che ho abbracciato nei momenti peggiori, nella pelle di cui non posso fare a meno. Non sarò mai pronta a vedere i tuoi occhi spenti. Non sarò mai pronta a chiuderteli. Mai lo sarò. Mai sarò pronta a questo."

"Hai Carney" le dico provando a rassicurarla, a fingere che vada tutto bene, a mostrarle un puto di vista delle cose che nessuna delle due riesce però ad accogliere. Lei ignora le mie parole e mi stringe a sé. Non è da lei piangere e non posso sopportare di vederla così.

"Potremmo salvarti."
"Rischiereste la vita."
"Non importa."
"Sì invece, Elys. Importa eccome:"
"Lui non può portarmi via anche te. Ha già preso tutto, tanto vale che uccida direttamente me. Non ha senso che viva così."

"Non puoi abbandonare Carney, Royce, i Pentiti! Non puoi, El, lo capisci?!"
"CARNEY È MORTO!" Urla col mento e la voce che le tremano, con le lacrime che le inumidiscono il viso mostrandola vulnerabile come non è mai stata. Per un attimo mi sembra di vedere l'odio crescere nei suoi occhi, un odio riservato a me, ma subito dopo nasconde la testa nell'incavo del mio collo per impedirmi di vederla. "Carney è morto", mormora un'altra volta, come per assicurarsi che quello che ha detto sia vero.

"Io lo amavo" sussurra stavolta tutto ad un fiato.
"M-ma come? Lui era... Era..."
"No, Ignis. No. L'hanno catturato insieme a un altro pentito, hanno cercato di farlo parlare, di avere informazioni su di te. L'altro pentito ha ceduto, ma lui no. Lui non ha mai ceduto in vita sua e... E s-sono contenta che sia morto così, sono fiera di lui."

"Non devi piangere, Elys. Tu non sei così, tu non piangi e non devi farlo neanche ora"
"Ormai piangere è l'unica cosa che possiamo fare, rossa. L'unica cosa. Quindi accettalo e non fare la moralista."

In un nano secondo il suo tono di voce diventa freddo e distaccato. Lei si scioglie dall'abbraccio e si allontana voltandosi, probabilmente cercando di nascondere le lacrime a me e a Royce.

"Sto per morire, Elys! Che altro potrei fare?!"
"Più ti parlo più mi viene difficile lasciarti andare. Quindi è meglio separarci ora, prima che la cosa diventi impossibile."
"Ma..."

"Niente ma, rossa. Ti voglio bene, più di quanto ne abbia voluto a tutte le persone che mi circondano. Forse solo Carney è stato più importante di te. Ma ti voglio bene e ti basta sapere questo per allontanarti da me. Non ti merito, Ignis, non ti ho mai meritata. Ora vai via, più ti guardo più sento il bisogno di farmi uccidere con te"

"Lo faresti? Intendo farti uccidere con me... Lo faresti?" Ci pensa un po' ma poi una risposta abbandona le sue labbra secche e screpolate.

"Sì, lo farei. Ma so che non me lo perdoneresti mai, e non morirò sapendo che sei arrabbiata con me."
"Elys..."

"Addio"
"Per favore, ti prego..."
"Addio." Ribadisce lei dura.

"Ti voglio bene" sussurro senza farmi sentire da lei. Poi esco seguita da Royce e comincio a camminare verso l'unico posto dove posso stare bene: il bosco.

Io e lui passiamo altro tempo insieme e cerco di non pensare che questi sono le nostre ultime ore.

Poi mi si avvicina e mi sussurra all'orecchio: "Vuoi parlarne?"
"No" dico secca. "In questo momento ho solo bisogno di stare sola." Mormoro infine
"Va bene" dice comprensivo, per poi stamparmi un leggero bacio sulla fronte.

Rimango un'altra volta sola e penso a Elys, alle nostre ultime parole, anzi, alla sua ultima parola, per l'esattezza: addio. Ha detto solo questo.

La mente si riempie di pensieri, per quanto io voglia solo non pensare, abbandonare tutte le preoccupazioni. A cosa mi serve adesso riflettere? A niente. Sto per morire e mi basta sapere questo.

Alla fine prendo una decisone: vado a casa. Non quella casa, non quella dei Pentiti. Vado nella mia vecchia casa, quella in cui ho vissuto per ben quindici anni.

Non tornerò indietro per paura, per codardia, solo per rivedere un'ultima volta i miei genitori.

Li spierò da lontano, dalla finestra, o magari dal tetto. Ma loro non mi vedranno. Non sapranno che sono a tanto così dalla morte, non sapranno che mi sono innamorata di un demone e che Lucifero sta per uccidermi.

Non voglio passare le mie ultime settimane di vita in un manicomio. Se verranno mai a sapere della mia morte voglio che sia il più tardi possibile.

Quindi mi avvio verso la sede dei Pentiti e, nel tragitto, prendo un'ultima volta quella maledetta pillola per avere i capelli biondi platino.

Non correrò di nuovo il rischio di farmi beccare per colpa dei miei capelli. Ora posso finalmente definirmi pronta per una volta nella mia vita.

Salve, lettori

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Salve, lettori. Questo è un capitolo piuttosto deprimente e non posso fare altro che chiedervi scusa per questo. So di portare molti di questi contenuti in questo periodo ma Ignis sta...  Sta per morire, insomma. Non posso scrivere altro. A presto.

LE CITTÀ NEMICHEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora