IGNIS E MARG

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Mentre provo ad ambientarmi con lo sguardo, mi ritrovo davanti una miriade di case ed edifici nel tipico stile inglese, ben diverso da quello della Città dei demoni, immersa in uno stile più americano, pieno di grattacieli imponenti e palazzi moderni. Qua prevale la semplicità, non lo sfarzo moderno dell'altra città.

"Da oggi starai qui." Mi informa Elys
"Non ho un soldo per restare in questo posto."
"Per la casa non ci sono problemi."
"Non posso pagarla, i problemi ci sono eccome."
"Hai quella che ti hanno lasciato i tuoi genitori."
"Loro non mi hanno lasciato proprio nulla." "Alla fine degli anni '80 molti nephilim hanno lasciato il villaggio per condurre una vita normale, tra cui anche i tuoi genitori. Loro hanno lasciato la casa, non l'hanno mai venduta e ora spetta a te e a Marg di diritto."

"È lontana?" Domando ancora spaesata e confusa per tutto quello che ho attorno.
"Non molto, a venti minuti da qui."
"Posso vedere Marg?" Chiedo con voce flebile, forse con più paura di conoscere le sue condizioni.

"Prima vogliamo farti conoscere Elimus, lui è il capo del villaggio." Così comincio a seguirli, mentre mi guardo intorno senza sapere nemmeno più dove posare lo sguardo. Troppe cose da vedere, da scoprire, da capire.

Camminiamo per un pieno quarto d'ora su un'ampia strada fatta di pietre irregolari e affiancata da un viale alberato.
"Dove andiamo?" Chiedo agli altri.
"Ma fa sempre così?!" Fa Julie ad Elys.
"All'inizio sì, faceva sempre domande." Le risponde lei, lanciandomi un'occhiata complice.

"Quindi?" Insisto impaziente.
"In un bar. Elimus ti deve parlare di alcune cose e poi potrai andare all'ospedale e vedere Marg."
L'ultima parola mi porta a vedere un unico obiettivo, quindi se vogliono che veda questo Elimus farò come dicono.

"Siamo arrivati." Mi dice Elys facendo un cenno con la testa verso l'alto, e lì vedo un'insegna nera con scritto sopra Nephil bar.

Afferro la mano di Royce, in cerca di conforto, lui la stringe più forte ma poi mi dice: "Non posso entrare nei luoghi pubblici degli angeli e dei nephilim, vai tu con Julie, Luke e Matt."

"Ma io ho bisogno di voi." Faccio incrociare i nostri occhi bluastri, in modo tale che non abbia modo di scappare dalla conversazione.

"Lo so, ma non posso venire. Ci vediamo tra venti minuti, coraggio." Sposta la mano che fino a pochi istanti fa aveva sulla mia e la passa sulla schiena, come per riscaldarla, come per lasciare qualcosa di sé in me e, subito dopo mi stacco da lui e mi avvicino alla porticina in legno nero del bar.

Mi soffermo e guardo dal vetro della porta ancora chiusa il bar all'interno, poi Julie fa un colpo di finta tosse, spingendomi ad entrare.

Avanzo con passo indeciso verso una delle poltrone verdi in velluto, seguendo Luke.
Mi siedo, quasi affondando nel morbido tessuto, cominciando a guardare gli scarponcini neri e sporchi, in contrasto col tappeto grigio steso alla perfezione sul parquet bianco.

Julie fa lo stesso, mi si siede accanto, seguita poi da Luke e Matt. Un cameriere si affretta ad avvicinare due tavolini e le poltrone accostate ad essi, subito dopo inizia con la solita procedura: "Desiderate la carta?"
"Aspettiamo ancora qualcuno, magari tra cinque minuti." Il giovane ci fa un segno con la testa, un debole sorriso e si allontana, lasciandoci soli.

"Cosa vuole questo Elimus da me?"
"Solo spiegarti come funzionano le cose qui al villaggio, dovrai abituarti, è tutto molto diverso rispetto alla Città dei Demoni. Vuole capire che ideologie hai, se sei stata condizionata in qualche modo da loro, comprendere la tua posizione."

"Non sono stata condizionata da nessuno e non ho intenzione di essere considerata diversa per questo." Affermo con tono deciso.

"Nessuno ha mai detto che sei diversa e nessuno ti vede in questo modo, Elimus vuole solo che tu riesca ad ambientarti."

LE CITTÀ NEMICHEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora