IL PROCESSO

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Quelle parole mi lasciano senza fiato. Come può Lucifero essere venuto a sapere di me?

"Ma..." comincio a dire, poi capisco però che è meglio se sto zitta.

Evito di guardarlo, concentrandomi invece su Royce, consapevole del fatto che ci separeremo, consapevole del fatto che mi resta poco tempo per vedere un'ultima volta le persone che amo, anzi, i demoni che amo.

Lucifero mi si avvicina nuovamente e passa la nocca dell'indice sinistro sulla mia guancia lentigginosa.

Punto gli occhi su Royce, e lo vedo distogliere subito lo sguardo da me. Noto che si irrigidisce e che ha un'espressione seria in faccia.

Sento una lacrima ribelle che cerca di sfuggire alla mia forza, ai miei occhi così azzurri e deboli, che però resistono allo sguardo di Lucifero, alle sue pupille che sembrano un tutt'uno con le iridi.

Lui mi fissa e fa un sorrisetto maligno alzando appena un angolo della bocca, poi dice: "Lasciateli entrambi!"

E gli altri demoni fanno come ha detto. Corro verso Royce che è dall'altra parte della stanza e, proprio quando gli sono accanto, le ginocchia cedono, ma lui mi afferra la vita con entrambe le mani e mi alza poco prima di cadere.

Lego le mie braccia al suo collo stringendolo forte e lui fa lo stesso con i miei fianchi fino a sollevarmi da terra.

Stavolta decido di dare libero sfogo alle mie lacrime, ma in silenzio, rendendo partecipe della mia inquietudine solo Royce che, in pochi secondi, si ritrova la spalla destra bagnata.

"Ehi... Shh... Va tutto bene"
"N-no... non è vero. Niente va bene in questo momento." Dico fra i singhiozzi "Ed è tutta colpa mia"

"Questo non è vero. Amare non è una colpa"
"Sì che lo è. Non vedi dove siamo finiti?! Amare è un peccato"

"Qui sei fra i demoni: le cose sono diverse. C'è una frase che ha detto una volta un drammaturgo inglese, era umano." Mi dice con fare dolce, continuando ad accarezzarmi i capelli
"Chi? Quale frase?"
"È di Shakespeare: ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente. Io sono il tuo peccato. Tu mi ami?"

"Sì"
"Allora sei innocente." E mi bacia, continuando a stringermi e cercando di annullare anche la minima distanza che c'è fra di noi.

Quando ci separiamo vedo Lucifero che si avvicina a noi e dice: "Siamo pronti per ricevervi. Entrate lì dentro e non dite nulla, almeno finchè non vi sarà dato il permesso di farlo"

la sua voce è fredda e noto ancora una volta quel riflesso rosso e macabro manifestarsi nei suoi occhi, i quali sono così piccoli ma anche profondi.

Poggia una mano sulla mia spalla e passa il pollice su quella parte di pelle che non è coperta dalla maglietta.

Royce porta indietro la mano e io la afferro, scappando così dalla stretta del diavolo. Mi lascio guidare da lui verso la stanza davanti a noi ed entriamo insieme.

È piena zeppa di persone vestite con una tunica nera. La stanza ha la forma di uno stadio e ogni posto è occupato.

Poi noto due sedie vuote al centro, e Royce, dopo avermi lanciato un'occhiata fuggiasca, mi fa avvicinare a una di quelle sedie su cui mi siedo intimorita, cercando poi di abituarmi al velluto su cui mi trovo.

Lucifero si accomoda su un'altra poltrona vuota che non avevo notato in precedenza e vcomincia a parlare: "Roycelm Gheburim, giuri di mostrare fedeltà al governo demoniaco e al grande padre Lucifero?"

Roycelm?! A sentire pronunciare quel nome avrei anche riso, peccato solo che mi trovo a pochi minuti dalla mia condanna.

"Lo giuro." Dice secco Royce
"Ignis Parker, giuri di mostrare fedeltà al governo demoniaco e al grande padre Lucifero?"

"Lo giuro." Dico anch'io seguendo Royce.
"Adesso confermate le accuse" dice il demone accanto a Lucifero

"Tu, Roycelm Gheburim, sei accusato di tradimento della patria demoniaca. Riconosci l'accusa?"

"Quali sono le ulteriori accuse?" Chiede lui con aria di sfida, come se la situazione non fosse già abbastanza incasinata.

"Hai nascosto una discendente di terzo grado di nephilim, l'hai addestrata e hai ucciso un demone"

"Riconosco le accuse"
"Bene, possiamo procedere."
"Tu, Ignis Parker, sei accusata di spionaggio per conto degli angeli e hai anche tu ucciso un demone. Riconosci le accuse?" Quasi non credo a quello che sento.

"Certo che no! Io non ho mai avuto rapporti di conoscenza con nessun angelo. Sono finita qui per sbaglio!"

Mi difendo irrigidendomi. Royce mi afferra la mano stringendola con più forza delle altre volte, io lo guardo e lui fa leggermente di no con la testa

"La città è protetta, a meno che non ci siano altri infiltrati lei non può essere finita qui per sbaglio, signorina Parker.

Quindi glielo ripeterò ancora una volta: riconosce le accuse?" Alla fine mi arrendo e, sospirando, rispondo: "Sì... Riconosco le accuse"

"Perfetto, lei può quindi essere considerata una prigioniera di guerra. Possiamo proseguire con le condanne."

Sento un nodo alla gola che non riesco a mandare giù. Royce mi stringe la mano, stavolta in maniera più dolce, ma io non ricambio. Ho paura per compiere qualsiasi azione.

"Roycelm Gheburim, sei condannato all'esilio. Dalla prossima settimana non potrai più vivere nella città dei demoni. Quindi hai una settimana di tempo per salutare amici e parenti e per preparare i bagagli."

"Ignis Parker, tu sei invece condannata alla pena di morte. L'esecuzione si svolgerà fra due settimane. Nel frattempo alloggerai in una stanza dell'appartamento del nostro Grande Padre. Noi rispettiamo gli angeli e rendiamo loro onore in questo modo."

Il sangue mi si gela nelle vene. Non riesco nemmeno a piangere, non realizzo ancora quello che mi è stato detto.

Riesco solo a rimanere immobile sulla sedia, con Royce che mi accarezza la mano mentre tiene la testa bassa. Sembra che lui abbia invece capito che sto per morire.

Sì, sto per morire. Ora ne sono davvero consapevole.

 Ora ne sono davvero consapevole

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