Continuo a torturare il mio cervello in attesa di altre informazioni. Credo che abbiate già avuto modo di capire che la curiosità è proprio il mio forte.
Certo, non in tutto, ma sono un'impicciona nata, dicono che ho preso da mia mamma, forse anche per il mio arcangelo di appartenenza ho preso da lei, anche se, detto sinceramente, non ce la vedo mia mamma che prende fuoco o che scatena incendi.
Chissà a quale arcangelo è stata affidata Marg, sempre che lei lo sappia. Vorrei telefonarle ma qua il telefono non prende e dubito che mi permetteranno di tenerlo.
Un turbine di pensieri continua a tormentarmi la testa, quasi fino a farmi scoppiare.
Quell'attimo di continua confusione viene però interrotto da un'ombra che si presenta alla mia porta.
Comincio a spaventarmi. So bene che non dovrei aver paura di una semplice ombra, ma dopo tutto quello che è successo in queste poche ore, sempre che siano poche, non so più cosa temo e cosa no. Mi tranquillizzo non appena vedo quella chioma biondo platino, stavolta raccolta in una coda bassa, venire verso di me.
"Ciao, Elys", dico sperando di far uscire un tono di voce più neutro possibile.
"Ehi, rossa! Vedo che ti sei ripresa bene."
"Già. L'infermiera mi ha detto che mi avresti fatto visitare questo posto e che avresti risposto alle mie domande."
"Ho già risposto alle tue domande.", si difende evitando il discorso il più possibile.
"Non a tutte", faccio io con un sorrisetto soddisfatto.
"Cos'altro vuoi sapere?" Domanda sbuffando.
"Che cosa sei?"
"Non ti riguarda."
"Sì che mi riguarda. Non capirò mai niente se non mi rispondi."
"Ti interessa tanto?"
"Sì, voglio saperlo. Sei una nephilim? Una semidemone? Oppure sei mezzo angelo e mezzo demone?"
"Ehi frena, frena, dolcezza, okay?"
"Okay"
"Non sono nessuna di queste cose che hai elencato", poi fa un respiro profondo e mi dice "Sono una demone."
Improvvisamente ho di nuovo paura di lei.
"Che cosa?!" Faccio sorpresa.
"Mi hai sentita.", stavolta sta quasi sussurrando, ha lo sguardo basso e sta giocando con un laccio verdognolo che ha in mano.
"Bè... è una bella cosa", la rassicuro cercando di mantenere la calma e di non farmi uccidere da lei.
"No che non lo è."
"D'accordo, hai ragione.", Mi fissa come per dire 'ma va'.
"Vabbè, ma tu non puoi farci niente."
"Sì che posso farci, invece. Al tempo della caduta ho scelto di stare con Lucifero." Un altro sospiro interrompe il suo racconto.
"Non mi sentivo capita lassù, mi era stato detto che ci sarebbe stata una nuova casa, una nuova famiglia, tutti insieme. Era la mia occasione per sentirmi accettata, potevo ricominciare tutto da capo. Sentivo di poter avere dei nuovi amici, dato che in paradiso con gli angeli non stavo bene, e allora ho scelto di stare con Lucifero. Questo è il mio peccato.", mi dice meccanicamente tutto questo, come se l'avesse raccontato altre mille volte.
"Non puoi fare nulla per rimediare?"
"Vedo che sei avida di sapere eh?!" fa con un sorriso triste.
STAI LEGGENDO
LE CITTÀ NEMICHE
Fantasy[COMPLETA] Fuggire. È sempre stata una fuga la sua vita, quindici anni di problemi mai affrontati. Ma lei stessa sa che è arrivato il momento di affrontare la situazione. Uno solo. Un singolo avvenimento che la costringerà a mettersi in gioco. Un...