ATTORNO AL FUOCO

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Vedo Julie alzarsi e correre incontro a loro col sorriso stampato in volto. Io, invece, rimango per terra, ancora legata alla corda che mi impedisce di raggiungere gli altri.

Elys non c'è, non è con loro. Questo vuol dire che non l'hanno recuperata, ma io devo vederla, non mi muoverò da questo bosco se non l'avrò prima accanto a me.

Royce viene verso di me, si abbassa alla mia altezza e usa un taglierino per liberarmi.  Vedo la corda che pian piano si sfilaccia, per poi rompersi del tutto. Inizio a massaggiarmi il polso arrossato e dolorante, mentre lui mi cinge la vita e mi solleva, per poi farmi mettere in piedi.

"Elys?" Chiedo subito, bisognosa di vederla.
"Ne parliamo dopo." Mi dice quasi ignorando la domanda.

Una volta uniti agli angeli guardo Hale che mi fissa con sguardo omicida. A questo punto lascio da parte la timidezza e con sfacciataggine afferro la mano di Royce e la stringo forte sotto i suoi occhi furenti.

Mi lancia un'ultima occhiata e si gira dall'altra parte, andando a dire qualcosa all'orecchio dell'angelo dai capelli neri. L'altro risponde e subito dopo mi si avvicina.

"Io sono Luke." Si presenta lui, poi continua: "Matt e Julie sono andati a raccogliere un po' di legna, Hale è andato a cacciare, io resterò qui con voi."

"Possiamo fare qualcosa?" Si propone subito Royce.
"Siete nostri ospiti, pensiamo a tutto noi. Fra poco accenderemo il fuoco, Ignis, devo invitarti a non far scoppiare un incendio." Mi dice lui con un sorrisetto divertito. A queste sue parole abbasso lo sguardo e annuisco imbarazzata.

Così io e Royce ci sediamo dov'ero prima con Julie, svariati minuti dopo Luke ci raggiunge. Si sistema i capelli neri con un gesto veloce e si siede accanto a Royce, mettendosi poi a giocare con un legnetto, facendo dei disegni sul terreno. Provo a decifrare i suoi scarabocchi, così socchiudo gli occhi per vedere meglio, ma è buio.

Quando finalmente leva la mano mi avvicino un poco e ispeziono quello che ha fatto: sembra essere un nome, inizia con la R.

Sposto lo sguardo su di lui, sui suoi piccoli occhi marroni. Sono un po' storti, anche gli angeli possono avere qualche difetto.

Cerco di interpretare i suoi innumerevoli pensieri, ha lo sguardo perso in quella R come se fosse l'unica cosa che conta nella vita. Continuo a ispezionare quelle due piccole fessure incantate, accompagnate successivamente da una lieve curvatura delle labbra.

Mi ritrovo a sorridere solo osservando il suo sguardo sognante e distratto, arrivando a chiedermi a chi sono dedicati quei pensieri.

Non appena si accorge che lo stavo guardando cancella quel che aveva scritto con la mano, mi fa un sorriso triste, ben diverso da quello di pochi secondi fa, e allontana lo sguardo dal mio.

"Dov'è Elys?" Chiedo piano sperando in una risposta.
"È ancora da Lucifero. Siamo andati là, abbiamo provato a liberarla, ma ci hanno attaccati. Abbiamo ucciso dei demoni, forse troppi." Il suo tono è di nuovo duro e autoritario, come se non fosse successo niente, come se non si fosse fermato per pochi attimi di vita a riflettere.

"Fin quando lei non sarà con me io resterò qua."
"Abbiamo ucciso abbastanza demoni da dare loro un buon pretesto per scatenare una guerra." Mi spiega lui contestandomi.
"Volete fermarvi qua?!"

"Sono pronti ad attaccarci e non siamo abbastanza per affrontare una missione del genere."
"Fate andare me. Come... Come esca." Propongo.

"Tu sei l'ultima persona a dover andare da Lucifero. Per gli angeli sei importante. So bene che sei a conoscenza dell'esperimento, non serve che mi fai la predica dicendomi che noi angeli siamo stronzi, senza pietà o tutte robe simili. Il Governo angelico ha preso questa decisione ed è compito di tutti noi tenerti in vita. Attorno al fuoco parleremo di questa situazione, avrai le tue dovute spiegazioni e forse riavrai anche Elys." Mi tranquillizza lui, mantenendo pur sempre distacco tra noi.

LE CITTÀ NEMICHEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora