LETTERA DA ELYS

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Entrando in casa trovo un salotto moderno perfettamente in ordine, cosa molto strana per Marg mantenere una stanza ordinata.

Comincio a vagabondare per la casa, che non sembra particolarmente grande, per poi riuscire a trovare il punto debole di Marg: vedo tutta la camera da letto in disordine, tra vestiti buttati sul letto e libri sparsi sulla scrivania è piuttosto evidente che la camera appartenga a lei.

Cerco poi la mia di stanza che è fortunatamente ancora intatta. Apro l'armadio bianco che, come mi aspettavo, è vuoto: mi toccherà indossare le cose di Marg per il momento.

Così mi ritrovo a frugare tra il disordine della sua stanza e recuperare alla fine una felpa grigia coi lacci neri e i jeans dello stesso colore. Comincio poi una vera e propria caccia al tesoro per trovare la biancheria intima e vado verso il bagno con la speranza di poter fare una doccia in santa pace.

Una volta in bagno chiudo la porta e scivolo a sedere con la schiena poggiata a quest'ultima.
Respiro profondamente, cercando di convincermi del fatto che è tutto finito, nonostante la strana sensazione di essere ancora all'inizio.

Se ci sarà una guerra non ne sarò io la protagonista, né tantomeno la causa.

Provo a tranquillizzarmi ripetendomi più è più volte questa frase, nell'inutile intento di abbandonare la tensione.

Quasi in preda al panico decido di trovare conforto nelle parole di Elys e Royce. Recupero le due buste dal tascone della felpa e comincio a fissarle.

Su entrambe è scritto x Ignis, nient'altro.
La prima che apro e quella con una scrittura lineare e comprensibile, Passo lo sguardo su tutto il foglio scritto e rovinato, marcato con l'inchiostro nero di una penna bic, leggendone sì e no qualche parola scarsa mentre gli do una prima occhiata veloce, poi inizio la vera e propria lettura della lettera.

29/04/2016

Mia cara Ignis, o rossa dovrei dire, è cominciato tutto così tra noi due.
Probabilmente Royce ti ha già portata via dalla casa di Lucifero, come avevamo stabilito insieme, forse in questo momento sei nel bosco con lui, al sicuro, così com'è giusto che sia.
Ne hai passate tante ed è il momento di goderti il tuo meritato riposo.
Lucifero mi ha presa, sono da lui e non so fino a che punto resterò in vita.
Non so nemmeno se riceverai questa lettera, ma è proprio perché non sono sicura della mia sopravvivenza che mi sento in dovere di scrivere all'unica persona che mi è rimasta.
Sono sempre stata una demone irremovibile, piena di sé, senza difficoltà nel nascondere le emozioni, eppure tu, una giovane nephilim Impura, mi hai cambiata.
Ho resistito il più possibile, ti sono stata inizialmente accanto solo per svolgere il mio lavoro da Pentita.
Gli angeli mi avrebbero portata con loro e concesso il perdono se solo avessi fatto di te la mia pupilla. Mi sono prefissata questo obiettivo senza troppo impegno però, al primo segno di pericolo ti avrei lasciata morire: era questo il mio piano. Solo quando hai davvero rischiato di morire mi sono resa conto che la cosa di cui più mi importava era portarti in salvo, ma non per i Pentiti, né per gli angeli, sapevo semplicemente che non potevo perderti. Non hai idea di quanto mi sia maledetta da sola per tutta la debolezza che mostravo, per tutto il bene che ti volevo. Dopo quel lungo periodo al Paradiso, circondata da persone sbagliate, mi sono convinta del fatto che ho sbagliato a fidarmi degli altri e che non avrei più dovuto fare lo stesso errore. Eppure con te ho sgarrato questa regola:
mi sono aperta di nuovo, ho nuovamente mostrato le mie debolezze a qualcuno, e forse ho pure sbagliato; ma se ho davvero fatto qualche errore penso che sia stato uno degli sbagli più belli della mia vita.
Quando ho realizzato di volerti davvero salvare un altro desiderio si è poi insinuato dentro di me: farti crescere.
Ho cominciato a preoccuparmi di più sul non farti vedere in giro, sull'allenamento, ma cercavo in ogni modo di nascondere il fatto che mi importasse di te e poi sei diventata tutto.
Forse qualcosa te l'ho insegnata, forse non ti ho lasciata affrontare Lucifero senza farti crescere almeno un po'.
Sei forte, Ignis. Non sai solo combattere con la balestra e la pistola, sei una vera e propria forza della natura. È incredibile come sei passata dall'essere un piccolo fiammifero all'essere un grande falò.
Il fuoco stesso dovrebbe temerti.
Voglio che tu sappia che io ci sarò. Anche se la morte deciderà di accogliermi come sua nuova compagna io sarò qui.
Sarò qui a proteggerti, sarò qui a cercare di farti coraggio, anche se non ne ho molto. Sarò qui a dirti di pensare positivo, anche se la prima pessimista sono io. Sarò sempre qui per te, ogni volta che ne avrai bisogno.
Credo che tu abbia da qualche parte nel mondo un angelo custode, ma sono sicura che sia palloso, proprio come la maggior parte di loro, per questo sono felice di essere la tua demone custode. Noi non veniamo assegnati a nessuno, diventiamo semplicemente i mentori dei nephilim e dei semidemoni quando loro finiscono sotto la corte di Lucifero. Ma spero vivamente di essere più di una mentore per te, sappi che ti proteggerò in questa città e anche oltre se necessario.
Non temere il tuo potere, accoglilo dentro di te e mostragli come sai domarlo.
Forse qualche volta ti brucerai, ma la libertà va oltre qualche ustione. Rischia, che la gente è piena di rimpianti. Vuoi scatenare un incendio? Fallo. Forse è pericoloso, ma è così che si diventa liberi: facendo quello che si ha paura di fare.
Spero solo di riuscire a farti avere questa lettera, se morissi senza salutarti non me lo perdonerei mai.
Fai attenzione, rossa.
Non ho fatto tutto questo fino ad ora per perderti in un secondo, cerca di avere cura di te, almeno finché io non potrò tornare a farlo.

~La tua demone custode.

Mi ritrovo a piangere, senza aver dato il permesso alle lacrime di uscire.
Ripercorro ancora una, due, tre volte quelle parole e con loro tutti i ricordi con Elys.

Deve averla scritta prima che la portassimo in salvo, aveva davvero temuto di non rivedermi più.

Il bisogno disperato di un suo abbraccio mi travolge, mentre mi dico di resistere ancora una settimana.

Il bisogno disperato di un suo abbraccio mi travolge, mentre mi dico di resistere ancora una settimana

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