Te lo sei meritato

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Ero rimasta sveglia tutta la notte, a ripetermi quanto la mia vita facesse schifo.
A ripetermi quanto io facessi schifo, ero debole, non potevo fare del male a nessuno anche se avessi voluto.
Volevo picchiare ogni mio compagno di classe, sia maschio che femmina.
Mi trattavano come una stupida.
Mi trattavano come se avessi avuto la lebbra e li potessi contagiare.
Non volevo più stare in quella scuola ma non potevo cambiare, l'anno scolastico era già cominciato e ci potevamo permettere solo quella scuola pubblica.
Sentii la porta della mia camera aprirsi, così chiusi gli occhi per far finta che dormissi, Jeremy il mio fratellone di 23 anni si mise sdraiato accanto a me.
"So che non stai dormendo eh" ridacchiai e posai la testa sul suo petto coperto dalla sua felpa preferita, di calcio.
"Perché non hai dormito, stupida?" Mi chiese accarezzandomi i capelli, alzai le spalle mentre delle lacrime mi bagnarono le guance, Jeremy non mi domandò niente e lo ringraziai mentalmente per quello.
"Perché la gente non capisce un bel niente, Jeremy?" Domandai tremando tra le sue braccia, mi diede un bacio sui capelli e mormorò:
"Perché la gente non vuole capire, come papà che lui pensa solo a lavorare per stare meno a casa con noi e non capisce che ci manca. No?" Annuii mordendomi il labbro inferiore per trattenere un pianto isterico, mio padre lavorava sempre.
Tornava a casa tardi, non voleva più vedermi, ero stata la rovina di tutti.
"Stella, non pensare a degli idioti. Pensa solo a te stessa, okay?" Guardai mio fratello negli occhi e sospirai, non riuscivo a pensare solo a me stessa.
Non riuscivo a fare niente e quello mi mandava sempre più giù.
"Non riesco a pensare solo a me stessa"
"Tu sei forte, sei la ragazza più forte che io conosca" era serio e mi faceva piacere che lo fosse, Jeremy era il mio fratellone maggiore, avevo un bellissimo rapporto con lui, anche se la maggior parte del tempo ci urlavamo a vicenda in faccia.
"Mark è già uscito?" Chiesi, Mark era mio fratello minore, aveva 14 anni.
Non avevamo un buon rapporto, ci parlavamo poco e a scuola non mi considerava nemmeno.
"Si, sono venuti dei tipi a prenderlo. Sono preoccupato per lui"
"Anche io" ammisi sospirando, usciva con quelli più grandi, quelli che fumavano, bevevano e andavano alle feste.
"Mi manca molto ciò che eravamo prima"
Dissi chiudendo gli occhi, Jeremy mi diede un bacio sui capelli e me li accarezzò.
"Ti manca quando mi facevi il culo a calcio eh?" Domandò scherzando per farmi ridere e così scoppiai a ridere annuendo e lo abbracciai fortissimo.
"Mi manca ogni cosa, Mark era piccolo ma gli volevo tanto bene e gliene voglio anche ora" ammisi tirando su con il naso.
"Facciamo così, ti accompagno io a scuola" sorrisi annuendo e gli baciai una guancia, lui si alzò e mi fece mettere seduta sul letto.
"Chiamo mamma e così ti veste"
Scossi la testa e lui mi guardò confuso.
"Aprimi l'armadio e prendimi la camicetta a quadri Rossi e blu e i jeans neri strappati per favore" lui mi sorrise baciandomi la fronte e andò verso il mio armadio.
"La mia sorellina con stile" scoppiai a ridere come una bambina e Jeremy mi aiutò a vestirmi.
Infine mi mise gli scarponi e mi tolse il laccio dai capelli lasciandomi i capelli sciolti che ricadevano sulle spalle.
"Sei bellissima sorellina" mi disse guardandomi negli occhi inginocchiandosi davanti a me, lo abbracciai forte.
"Grazie di esistere Jeremy" lui sorrise e si alzò in piedi, mi prese in braccio e scese le scale.
Mio padre era seduto sul divano e persi un colpo al cuore per la sorpresa mischiata alla felicità.
"Papà ..." mormorai pianissimo, lui si girò di scatto e si alzò.
"Mettimi giù ... Jeremy" sussurrai al suo orecchio e lui lo fece, mi tenne in piedi con le braccia, mio padre mi venne ad abbracciare e così scoppiai a piangere come una stupida accasciandomi a lui.
"Va tutto bene, piccola mia. Sono qui"
"Non ci sei mai, però" lui sospirò accarezzandomi la schiena e i capelli.
"Mi dispiace non esserci, tesoro" sembrava sincero e questo mi rallegrò.
"Papà tienila tu, vado a prendere la sedia a rotelle" disse Jeremy, mio padre mi strinse più forte annuendo e così mio fratello se ne andò di sopra.
"Mi sei mancato..."
"Quando torno la sera, vengo sempre in camera tua a darti il bacio della buonanotte" Lo guardai con gli occhi lucidi, lui annuì.
"Lo faccio davvero, tesoro"
"Mi fa piacere che tu lo faccia ancora" ammisi e appena Jeremy scese, portò la sedia a rotelle fuori di casa.
Lo vidi metterla dietro, mio padre mi portò fuori e mi fece salire in auto.
Mi diede un bacio sulla fronte.
"Buona giornata, piccola" e se ne andò via, sorrisi mentre Jeremy salì in auto.
"Felice di aver visto papà?" Mi domandò dolcemente, annuii contenta e mi misi la cintura di sicurezza.

Cantammo a squarciagola con la musica a palla, ridemmo e scherzammo.
Appena la macchina di fermò davanti alla scuola, deglutii e mio fratello mi diede un bacino sulla guancia.
"Stella, ricordati che sei forte" annuii.
"Lo spero" lui scese dalla macchina e mi aiutò a scendere, mi aggrappai alle sue braccia muscolose coperte solo da una maglia a mezze maniche grigia che gli stava da Dio.
"Ho proprio un fratello bellissimo" Mi vantai ridendo, lui mi sorrise e mi prese in braccio.
Prese la sedia a rotelle e mi ci mise sopra.
"Ecco la senza gambe!" Esclamò Ben e successe tutto in un momento.
Jeremy aveva sbattuto a terra Ben e gli aveva spaccato il naso.
"COME CAZZO HAI CHIAMATO MIA SORELLA!?" Gli urlò in faccia schifato.
"JEREMY!" Andai subito da lui e posai le mani sulle sue spalle, mi guardò negli occhi, erano rossi e lucidi.
"Va tutto bene Jeremy, non mi importa niente di ciò che dice quello stronzo"
Ben stava mugolando dal dolore, ci godevo come non so cosa ma dovevo far calmare mio fratello.
"Vai a lavoro, stai tranquillo. Io starò bene" Lo tranquillizzai, lui annuì alzandosi da terra e mi diede un bacino sulla fronte.
Tutti ci stavano guardando.
"Che minchia guardate? Tornatevene a giocare con le lego" disse Jeremy innervosito, Ben si alzò da terra e lo guardai malissimo, non volevo che picchiasse mio fratello.
Jazmin gli portò del ghiaccio.
"Tieni amore mio" gli disse baciandolo e così scoppiai a ridere e mio fratello sorrise entrando in auto.
"Ti voglio bene, nana" Mi mimò facendomi l'occhiolino, gli feci il dito medio e se ne andò sorridendomi.

Rimasta sola con quel branco di studenti, mi ritrovai subito Jazmin davanti.
"Devi dire a tuo fratello di stare attento a ciò che fa, Benjamin è un modello e gli ha spaccato il naso. Io ti denuncio, schifosa mongola" la sua voce era acuta, piena di odio nei miei confronti ma a me non fregava niente.
"Fai pure, io ti denuncio per aver maltrattato una ragazza su una sedia a rotelle. A chi daranno ragione, pensa"
Vidi la sua mano alzarsi e in un secondo gliela bloccai a due centimetri dal mio viso e sussurrai a denti stretti:
"Stai attenta Jazmin. State attenti tutti. Non siete meglio di me. Nessuno di voi lo è." Lei mi guardò negli occhi, erano rabbiosi, voleva solo urlarmi in faccia.
"Andiamocene, Jazmin" disse Jack tirandola via, mi mordicchiai il labbro inferiore e sorrisi tra me e me.
Mi girai verso la scuola e vidi Ben davanti a me, lo guardai negli occhi.
"Non ti chiederò scusa per ciò che ha fatto mio fratello" doveva massacrarlo di botte ma non volevo che mio fratello andasse in galera per colpa mia.
"Ti credi di essere la migliore?" Chiese ridendo, scossi la testa facendo un sorriso molto falso.
"Non mi credo di essere nessuno, ma voi si. Vi credete di essere più grandi, solo perché camminate? Perché potete giocare? Non mi frega se mi offendete, ma non fatelo davanti a Jeremy. A lui importa di me" e detto questo me ne andai in classe mettendomi al mio posto.

Angolo Autrice:
Sono molto contenta per ciò che mi state scrivendo, davvero!
Sono felice che questa storia vi stia piacendo, mi rende orgogliosa di me stessa. Quindi vi ringrazio per il supporto❤️

Estoy perdido sin tiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora